Recensione con POV nerd: Il mio tablet mi ha definitivamente detto addio. Poco male.
La serie G9 aveva qualche bella idea ma la realizzazione è stata quantomeno pessima. Decine di difetti congeniti, oltretutto mai ammessi dalla casa produttrice.
Mi sono trovato quindi a pensare a cosa comprare. Dato che sono un felice possessore di un Asus K56CB (macchina davvero ben realizzata, oltre che piuttosto potente), ho pensato ad acquistare un prodotto dello stesso brand.
Ho quindi guardato con interesse sia ai piccoli Memopad, sia all’interessantissimo Fonepad 7HD. Mentre me ne stavo come Sheldon perso nei miei pensieri a perdere ore in una nota catena di elettronica di consumo, mi sono imbattuto nell’Asus Transformer T100.
Memore dell’ottima impressione che avevo avuto di un oggetto simile (l’Acer Iconia Tab W510), gli ho dato un’occhiata approfondita. Dopo aver letto online un po’ di recensioni mi sono deciso e alla fine l’ho acquistato.
L’Asus K56CB, su cui mi consumo occhi e dita tutto il giorno, è certamente una macchina di ottimo livello, ma ha sia lo svantaggio di non essere un computer di quelli che “ti metti in tasca e te ne vai”, sia una durata della batteria non certamente da urlare al miracolo (3 ore abbondanti con i settaggi settati in maniera molto conservativa).
Dato che ultimamente mi capita di muovermi molto più spesso di prima, disporre di un tablet che possa fare realmente da rimpiazzo per il mio computer (specialmente in treno e in aereo) non è che mi dispiaccia per nulla.
Filosofia del prodotto
Asus non è nuova a computer e tablet trasformabili. Il T100 prosegue la fortunata serie Transformer con la differenza che utilizza Windows 8.1 al posto del più tradizionale Android.
Chi conosce bene il mondo Windows sa che Microsoft ha creato il prodotto Surface (sempre brillantemente recensito da Itomi qui su leganerd) che, nella su incarnazione più economica, monta Windows RT, ovvero una versione di Windows che gira su processore ARM.
Bell’idea nella realizzazione hardware, ma un flop allucinante a livello di sistema operativo. Il già scarno Windows Store, nella versione per RT mostra pochissime applicazioni e per lo più delle schifezze allucinanti. Ulteriormente, la compatibilità con il passato è invariabilmente compromessa a causa del processore ARM.
Non tutti hanno la disponibilità economica di comprarsi il Surface 3 che ha costi paragonabili ai prodotti di una famosa azienda ortofrutticola con il marchio della mela.
Asus arriva quindi con questo Tablet che monta il processore Atom della serie Bay Trail-T modello Z3770. Se anche a voi, come a me, si rizzano i peli sul collo a sentire parlare di Atom (ho avuto un netbook con un Atom Z520 ed era una chiavica che sembrava funzionare a criceti azzoppati), vi dico subito che dovrete ricredervi.
Si tratta di un ottimo processore quad-core da 1.8 Ghz, con tanto di estensioni a 64 bit e una potenza di calcolo davvero non indifferente (non in senso assoluto ma per un processore con un TDA di poco superiore ai 2 Watt). Inoltre ha un consumo da gridare al miracolo. Accoppiato con la batteria presente all’interno del tablet, permette di avere quasi 10 ore di autonomia nell’uso continuato.
Oltre al processore, vi è un chip grafico HD di Intel, 2 GB di RAM, 32 GB di eMMC (vi è anche una versione da 64 Gb introvabile però in Italia), un bel pannello IPS da 10,1″ e una tastiera con aggancio diretto che lo trasforma in un mini notebook a tutti gli effetti, oltre a dotarlo di una ulteriore porta USB 3.0 full size.
L’idea è di fornire un tablet che possa attingere sia al nuovo store di Windows 8 sia ad una montagna di programmi scritti per il mondo Windows X86. Il tutto ad un prezzo assolutamente competitivo di 349 €, con qualche sorpresa interessante.
Unboxing
Qui Asus cade. Al contrario di quanto fa per i notebook, dove tutto è fatto con cartone riciclato e verniciato con inchiostri alla soia, qui c’è una scatola in cartone tutto colorato e patinato, con all’interno una sagoma della peggiore plastica. Il tutto fa la sua figura ma certo non è in linea con le ultime tendenze di salvaguardia ambientale.
Aperta la scatola si trova subito il tablet da 10.1″ racchiuso nel suo involucro di plastica.
Sotto è presente la tastiera con il aggancio metallico. Nel momento in cui la si solleva si nota immediatamente che pesa più del tablet, nonostante al suo interno non sia presente, al contrario dell’ACER, alcuna batteria aggiuntiva. Se questo peso da un certo punto di vista è un bene in quanto evita ribaltamenti inopportuni del computer una volta che il tablet è collegato, dall’altra rende il tutto (tablet + tastiera) non propriamente un peso piuma e certamente fa sentire il suo peso in un qualunque borsello.
Sotto un po’ di manualetti come sempre totalmente inutili e un foglio che è bene evitare di buttare a tempo zero. Intel infatti, per spingere i produttori a creare giocattoli di questo genere e basati sul suo processore, paga di tasca propria una licenza di Office 2013 Home & Student. Quindi il foglietto di cui si parlava contiene la licenza che permette di attivare una copia completa del prodotto. Un plus per nulla di poco conto per chi utilizza questi prodotti anche per lavorare a casa.
Infine un classico alimentatore da tablet da 2A con uscita USB e un cavo USB/microUSB ridicolarmente corto. Della serie, o avete una presa entro un metro oppure non potrete usare il tablet durante la ricarica. Ulteriormente la carica dell’oggetto è assurdamente lunga. Ben 4 ore sempre che lo stesso sia in stand-by. Consiglio a tutti di fare come il sottoscritto che ha lasciato il cavo nella scatola e ne ha comprato uno da 3 metri.
Hardware
Tutto è costruito in plastica grigia con ben tre diverse finiture. I materiali non sono ne’ nobili ne’ da gridare al miracolo. Ad ogni modo il tutto sembra solido, non scricchiola ne’ flette. I retro del tablet è fatto di plastica lucida grigia con un disegno che Asus denomina ZEN (imbecillata marketing per dire “serigrafia leggera a cerchi concentrici”). Purtroppo tale finitura non è il massimo dato che attira ditate in maniera assurda.
Sul lato superiore è presente il solo tasto di accensione, sul sinistro il rock del volume (che da l’idea di staccarsi da un secondo all’altro), e il tasto Windows fisico (scelta strana dato che in primis gli altri produttori lo piazzano capacitivo sulla cornice in basso del display, in secundis è di una scomodità allucinante). Sul lato destro si trovano lo slot per microSD, la micro HDMI, la microUSB usata anche per caricare il tablet e il l’onnipresente jack per le cuffie. Infine sotto si trova il connettore della docking station oltre ai due innesti per le guide metalliche di bloccaggio. Non sono fashion ma funzionali.
La tastiera dispone di tasti ad isola di dimensioni appena inferiori alla media, un touchpad un pelo troppo piccolo e con dei microswitch rumorosissimi, e una finitura grigia opaca. La tastiera sotto è ricoperta con una gomma che da una sensazione piuttosto vellutata. Capeggia in alto il sistema di collegamento con il tablet. Al contrario dell’Acer Iconia, la cerniera può ruotare al massimo di 125° il che non permette di lavorare con tutta la versatilità che si desidererebbe. Sul lato sinistro si trova anche una porta USB 3.0.
Il pannello IPS si dimostra luminoso anche con luce ambientale piuttosto forte, ha un ottimo angolo di visione e ha colori naturali anche se non perfettamente calibrati come quello del Nexus 7 (dello stesso produttore).
L’alimentatore scalda come una stufa e in generale non mi piace per nulla. Qualcosa mi dice che lo butterò nella scatola sullo scaffale molto presto.
Delle caratteristiche tecniche abbiamo già detto prima, sia a livello di processore sia degli altri componenti.
Come va
Una delle cose che non si riuscirà mai a fare con un tablet/PC che monta Windows è usarlo appena sballato. Oltre al fatto che bisogna terminare l’installazione di Windows 8.1, appena arrivati sulla schermata della GUI si scopre subito che è necessario effettuare un bel po’ di aggiornamenti. La prima mezz’ora potete solo contemplare lo schermo e annusare quel buon odore di computer nuovo che tanto esalta i geek di tutto il mondo.
Installato l’update 1 si può iniziare a usare il giocattolo. Una cosa che ho subito apprezzato è la totale mancanza di Bloatware. Il sistema è praticamente stock con solo qualche applicazione di Asus per le gesture del touchpad, calibrare lo schermo e regolarlo per la lettura. Unico applicativo di serie Office 2013.
Attivato Office si inizia guardare dentro l’App Store. Certo non si può dire che sia un tripudio di applicazioni ma c’è quasi tutto quello che è realmente indispensabile. Quel che manca si sistemerà dopo con un paio di trick.
Unica cosa, si rimane un po’ male a vedere come del 32 GB di eMMC ne rimangano a disposizione solo circa 19 dato che il resto sono occupati dal sistema e da Office. L’uso di una SDcard è indispensabile. Io ho comprato una 32 GB classe 10 e ho settato le proprietà per privilegiare le prestazioni, tanto non la toglierò mai.
Nell’uso quotidiano il tablet/netbook si dimostra straordinariamente reattivo (ovviamente non intendo con un uso intensivo), sia nella GUI Metro/Modern o come cavolo si chiama ora, sia all’interno del desktop. Il touchpad è rumorosissimo ma configurando bene le gesture si può evitare di agire sui microswitch.
Entrati nell’App Store di Windows certo non si inizia gridare al miracolo per il numero di applicazioni presenti. Quel che serve c’è quasi tutto ma siamo ben lontani sia da quello di Mac, sia da quello dei sistemi mobile.
Se cercando un applicativo sul Play Store di Google si viene sommersi da una mare di applicazioni tra le quali è difficile raccapezzarsi, qui si rischia di perdere decine di minuti per cercare un App di livello almeno decente.Talvolta occorre accontentarsi, altre usare delle copie delle applicazioni ufficiali (alcune talmente becere che ci si chiede se Microsoft faccia un minimo di controllo di qualità prima di pubblicare tali robacce, altre invece di ottimo livello). Certo si può sempre ricorrere al desktop e ai programmi tradizionali, ma questo inficia un po’ la parte tablet e rende spesso indispensabile l’uso della tastiera e del touchpad. Beninteso, alla fine si riesce a fare tutto, ma spesso si rimane con un po’ di amaro in bocca a confrontarsi con la concorrenza.
Bisogna comunque ricordare che alla fine si sta lavorando con un PC convertibile e touchscreen, piuttosto che con un tablet vero e proprio. Non si può quindi pretendere di avere, per ora, un ambiente totalmente basato sulle nuove App (e in verità questo è anche uno dei suoi punti di forza).
Oltretutto si può ricorrere anche ad altri app store.
Per esempio nonostante, e si può dire anche stupidamente, google abbia cercato di osteggiare Windows 8 in ogni modo possibile, installando Chrome e lanciandolo in modalità Windows 8 si potrà disporre di un ambiente non dissimile a quello dei ChromeBook, ivi compreso il Chrome Store che potrà colmare le lacune dell’ acerbo App Store di Windows
Ho provato comunque a vedere quanto il T100 possa essere un sostituto delle macchine che uso tutti i giorni. Ho quindi lasciato a casa il mio fido K56CB e me ne sono uscito di casa solo con il Transformer, lo smartphone e un modem 3G (giusto per non drenare la batteria dello smartphone in tethering).
In ufficio il T100 fa il suo lavoro. E’ anche vero che nella maggior parte dei casi io uso o un emulatore terminale per comandare i sistemi Unix o un receiver Citrix per collegarmi alla mia VDI in datacenter. Ergo è facile fare bene. Collego il T100 ad un monitor via HDMI, gli attacco un mouse e una tastiera esterni e via, e non sento la mancanza del notebook.
Da clienti certo ci si guadagna parecchio. Evito di girare con il solito zaino Ikea ricolmo di orpelli, giro per i datacenter in maniera molto più snella e non mi preoccupo praticamente mai di trovare una presa di corrente per ricaricare il portatile. Certo lavorare con uno schermo da 10.1″ e con un a tastiera piccolina inficia un po’ l’efficienza, ma vorrei far notare come siano per lo più limiti di form-factor, piuttosto che di efficienza tecnologica.
Durante i viaggi il T100 è semplicemente impagabile.
In aereo o in questi penosi treni italiani, per lo più senza prese della corrente, il T100 permette di passare molte ore a lavorare o a svagarsi. Il gran vantaggio è proprio di disporre di un computer e non di un tablet. Per quanto avanzato possa essere Android (e certamente lo è) rimane un sistema mobile. Qui invece con Windows 8.1 si può lavorare con i più comuni applicativi, così come svagarsi con i più comuni giochi della Gameloft esattamente come si farebbe con un tablet. VLC Touch permette di guardare film, i vari lettori ebook di passare tempo a leggere sull’ottimo monitor IPS (Asus fornisce anche un’ottima utility che permette di settare il video con i parametri ideali per la lettura).
Meritano una menzione le due casse stereo a retro schermo. Non so voi ma io ho difficilmente sentito un tablet o un notebook che non faccia davvero pietà a livello audio. Il T100 elude questa regola, permettendo un ascolto gradevole sia di musica sia di film.
Conclusioni
L’oggetto è uno di quei sistemi che mostrano le sue qualità durante l’utilizzo. I limiti sono ovviamente nel poco spazio a disposizione per l’archiviazione delle informazioni sia per il form factor che non gli permette di essere certamente la macchina principale per una persona.
Usando però accuratamente le funzioni di cloud storage (sia dei principali fornitori sia di Asus che fornisce 32 Gb di spazio con l’acquisto del portatile), si può usare il T100 come rimpiazzo del proprio notebook nel caso si renda necessario l’uso in condizioni di mobilità, durante i periodo di di ferie o in tutte quelle occasioni in cui serva un ottimo sistema di piccole dimensioni.
- Asus Transformer T100 (amazon.it)