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La Conquista del Polo Nord: Frederick Cook e Robert Edwin Peary

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La conquista del Polo Nord è stata una delle storie di esploratori più controverse e discusse: moltissimi hanno tentato l’impresa e tanti ne hanno dichiarato il successo guadagnando le prime pagine dei giornali, ma chi ha davvero raggiunto il Polo per primo?

Raccontare tutte le vicissitudini dietro a questa incredibile impresa non è per niente facile: cercherò di riassumere le imprese più famose, gli imbrogli, le famosissime spedizioni di Amundsen e Nobile e le più recenti avventure per raggiungere il Polo Nord a piedi.

 

 

 

Frederick Cook e Robert Edwin Peary

Settembre 1909: il San Francisco Chronicle riporta in prima pagina la spedizione di Frederick Cook e la sua “conquista del Polo Nord”.

 

 

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Cook dichiara ai giornali di tutto il mondo di aver raggiunto il Polo Nord il 21 aprile dell’anno precedente, il 1908, insieme a due guide Inuit: Ahwelah e Etukishook.

La storia di Cook arriva solo cinque giorni dopo che un altro esploratore, Robert Edwin Peary, ha annunciato di aver conquistato a sua volta il Polo Nord il 6 aprile 1909 insieme al suo dipendente Matthew Henson e quattro guide Inuit: Ootah, Seegloo, Egingway e Ooqueah.

Ma chi sono questi due uomini e chi ha davvero raggiunto per primo il Polo Nord?

429px-Robert_Edwin_PearyPeary è un vero esploratore della Marina statunitense che ha dedicato buona parte della sua vita al raggiungimento di un traguardo impossibile: raggiungere, appunto, il Polo Nord.

Intraprese fin dal 1886 svariate spedizioni in Groenlandia e nel Canada settentrionale dove apprese le tecniche di caccia, pesca, abbigliamento e viaggio degli eschimesi (qui a destra lo vediamo nel 1909)

È nel 1909 che la sua ottava spedizione verso il Polo lo porta al dichiarato successo: il 6 settembre da un ufficio telegrafico di Indian Harbor (Labrador) annuncia al New York Times la conquista del Polo Nord.

Peary dichiarò di aver raggiunto il Polo Nord il 6 aprile

Peary dichiarò di aver raggiunto il Polo Nord il 6 aprile e di esserci rimasto circa 30 ore insieme al suo assistente e alle guide Inuit che li accompagnavano.

Solo pochi giorni dopo un altro esploratore dichiara di aver raggiunto il Polo un anno prima di Peary: è Frederick Cook.

Cook è un furbacchione

Per niente nuovo alla frode e alle “false imprese”, Cook aveva già dichiarato anni prima di aver scalato la montagna più alta del Nord America (poi smentito) e aveva commesso varie frodi in giro per gli Stati Uniti.

Nonostante tutto questo viene creduto e i giornali americani riportano per giorni la sua impresa in prima pagina, affamati di grandi avventure da raccontare.

 

 

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Ad inizio novecento sono gli esploratori infatti i beniamini dei giornali: allora come oggi la non verifica delle fonti e dell’attendibilità di certi proclami fanno si che finte notizie si diffondano con una facilità impressionante e Cook diventa in poco tempo “il primo uomo ad aver raggiunto il Polo Nord”.

La verifica di certi proclami era tutto meno che facile.

La diatriba tra Peary e Cook andrà avanti e riempirà le pagine dei giornali per anni e anni: la verifica di certi proclami era, come è facilmente intuibile, tutto meno che facile.

Sono gli Inuit che accompagnavano Cook alla fine a fare chiarezza sulla spedizione: dichiarano di non aver mai raggiunto il Polo, di aver viaggiato per giorni verso sud e non verso nord e di non aver mai abbandonato la vista della costa.

Cook è sbugiardato davanti al mondo intero

Cook è sbugiardato davanti al mondo intero e Peary può tirare un sospiro di sollievo.

L’irresponsabilità dei giornali dell’epoca fu fomentata dalla sete di notizie sensazionali, così allora come oggi.

Irresponsible newspapers popularized Cook’s claim because sensational news sold newspapers. Peary immediately called Cook a liar, which was absolutely true. The public knew little about the arctic and some thought Peary was not being a gentleman.

However, many experts openly stated their disbelief that Cook was telling the truth. To its credit The New York Times balanced what The Herald was printing with factual information from responsible sources.

via polarcontroversy.com

 

CONfession300Cook sparì dalla circolazione per un anno e poi ricomparse ancora sulla stampa: visto che gli servivano soldi vendette la sua confessione all’Hampton’s Magazine e concluse nell’infamia la questione.

A questo punto Peary fu finalmente dichiarato ufficialmente dal Congresso Americano il primo uomo ad aver raggiunto il Polo Nord, ricevete il Thanks of Congress e fu promosso Ammiraglio.

Lo storico Fergus Fleming scrisse che Peary fu «senza dubbio il più determinato, forse il più fortunato e probabilmente il più indisponente degli esploratori polari», ma il dubbio sulla sua reale conquista del Polo Nord rimase a moltissimi esploratori e scienziati dell’epoca.

Alcuni dei critici di Peary ritenevano che egli credesse in buona fede di aver raggiunto l’obiettivo senza però esserci riuscito davvero.

 

Peary e i suoi accompagnatori Inuit in quello che dichiararono essere il Polo Nord

Peary e i suoi accompagnatori Inuit in quello che dichiararono essere il Polo Nord

 

Fu l’esploratore inglese Wally Herbert il primo a contestare nel 1989 l’impresa di Peary: studiando i diari di viaggio si accorse come fossero pieni di discrepanze e dichiarò che Peary non raggiunse mai davvero il Polo Nord.

Nel 2005 un altro esploratore inglese, Tom Avery, cercò di ricreare l’impresa di Peary per dimostrarne la veridicità: ricostruì insieme al suo team le stesse slitte in legno usate dall’americano e raggiunse il Polo Nord in 36 giorni e 22 ore: cinque ore meno di Peary.

l’impresa di Peary era quindi finalmente confermata?

I critici fecero notare che la marcia di Avery era stata di “sole” 90 miglia contro le 135 dichiarate da Peary. Il caso era ancora aperto.

Avery scrisse:

The admiration and respect which I hold for Robert Peary, Matthew Henson and the four Inuit men who ventured North in 1909, has grown enormously since we set out from Cape Columbia.

Having now seen for myself how he travelled across the pack ice, I am more convinced than ever that Peary did indeed discover the North Pole.

 

L’ultimo ad aver cercato di smentire l’impresa di Peary è stato, nel 2009, E. Myles Standish del California Institute of Technology, specializzato proprio nella verifica di casi simili.

Standish trovò a sua volta svariate lacune e inconsistenze nei diari e dichiarazioni di Peary e pubblicò un lungo articolo che, di fatto, toglie ancora una volta il titolo di primo uomo ad aver raggiunto il Polo Nord a Robert Peary.

Peary arrivò a poche miglia dalla sua destinazione, ma non la raggiunse mai.

Ad oggi la tesi più condivisa a proposito dell’impresa di Peary è che l’esploratore pensasse davvero di aver raggiunto il Polo Nord, ma che in realtà ci si avvicinò solamente: arrivò a poche miglia dalla sua destinazione, ma non la raggiunse mai.

L’esploratore americano era l’unico esperto di cartografia della spedizione e i suoi compagni di impresa non poterono mai confermare o smentire davvero di aver raggiunto il Polo.

Alla domanda “ha mai raggiunto con successo il Polo Nord?” Peary rispose con un enigmatica e storica frase:

I can’t say that I didn’t.

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Questo è il primo articolo di una serie dedicata alla conquista del Polo Nord, continuate a seguirci per non perdere i prossimi.

 

 

Se l’argomento vi ha interessato, su Lega Nerd abbiamo già parlato della Conquista del Polo Sud.

 

 

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