Apple ha presentato ieri in California la sua nuova linea di iPad, aggiornato i MacBook Pro, rilasciato finalmente il Mac Pro e reso disponibile gratuitamente la nuova versione del suo sistema operativo desktop, Mavericks.
Il keynote è partito alla solita maniera, Cim Took sul palco, solita sciorinata di numeri, liquido seminale ovunque e folla di giornalisti in attesa di una vera novità.
Mavericks, Nuovi MacBook Pro e Mac Pro
OS X 10.9, per gli amici “Mavericks” è già stato presentato allo scorso WWDC, ma ci siamo dovuti risorbire tutte le solite demo e feature list, interessanti per carità.
Son più gasato per Mavericks che per i nuovi iPad… vedremo #applelive
— Antonio Moro (@itomi) October 22, 2013
Tutto meglio, tutto più veloce, più durata di batteria, più ottimizzato, figata, lo voglio, lo sto comprando.
Ma Apple qui ci da un po’ di carota:
Upgrade a #Mavericks gratis per tutti da Snow Leopard in su, #epic #applekeynote Disponibile da oggi! :D #applelive
— Antonio Moro (@itomi) October 22, 2013
Gentlemen, start your downloads, tra sole dodicimila ore avrete finito di scaricare l’update (5,3Gb e ho il sospetto che lo stiano scaricando un pochino di persone stamattina), ma giù il cappello per Apple che lancia un segnale chiarissimo a Microsoft: Tu continua pure a fare soldi con Windows e Office mentre io e Google ti distruggiamo il mercato.
Oltre a questa già ottima notizia Apple continua a seminare carote, presentando il nuovo iLife (figo) e il nuovo iWork (super figo, personalmente uso da anni Pages e Keynote con grande soddisfazione) e li regala, nelle loro verisioni per desktop e mobile, insieme all’acquisto di un nuovo mac o iphone/ipad.
Quest’altro messaggio è rivolto anche a Google, come dire: “il tuo patetico QuickOffice pulisce le scarpe alla nuova suite iWork” che, tra le altre cose, introduce anche una modalità collaborativa molto interessante, dove è possibile utilizzare le versioni desktop e mobile insieme ad amici su documenti condivisi, in pratica quello che fa Google Docs, ma con app vere e proprie e non web app. Grossa figata.
Tutto gratis, i soldi li facciamo vendendo hardware e prendendo commissioni.
E, a proposito di hardware, arrivano anche i nuovi MacBook Pro, aggiornati ai nuovi processori Haswell, nuovi chip grafici, più sottili, batteria che dura di più e tutto il resto.
I Pro per quanto mi riguarda sono sempre più un segmento di nicchia, soprattutto per via dello schermo retina, molto comodo per uso professionale (montaggio video, photo editing e similari, davvero perfetti) ma piuttosto scomodo ancora per tutti gli altri usi più “classici” o per chi per esempio lavora sul web che è ancora, in larga parte, “non retina”.
I MacBook Air rimangono i migliori portatili sul mercato secondo la mia modesta opinione e ora, con iLife e iWork compresi nell’acquisto, hanno ancora più valore aggiunto.
Difficile trovare di meglio, soprattutto ora che sono pure calati i prezzi.
Arriva finalmente anche il nuovo ed impressionante Mac Pro. Assemblato in USA (perché sanno che ne venderanno tantissimi) e farcito del meglio che si può trovare in giro, tecnologicamente parlando.
Se avete uno studio professionale di montaggio/musicale/grafica/etc allora farete il solito pagamento a rate, sgancerete almeno 3000€ a postazione (pensavo davvero peggio) e la smetterete di lamentarvi che “non aggiornano mai il Mac Pro”.
Nuovi iPad
Finita questa prima parte torna sul palco Cim e presenta quello che stavano aspettando tutti: i nuovi iPad.
Si parte con il nuovo iPad “grande”, il modello da 10 pollici per intenderci, che guadagna un nuovo nome in onore della sua magrezza: iPad Air.
Più sottile e leggero, pare sia molto più comodo da utilizzare rispetto al modello precedente e posso capire benissimo il perché.
Grazie a tutte le ottimizzazioni di iOS 7 e a nuovo processore si è riusciti a a risparmiare molta batteria e quindi questo nuovo iPad ha in pratica una batteria più sottile che gli permette di risparmiare peso e spessore, mantenendo però la stessa grande autonomia dei suoi predecessori.
Il design riprende quello introdotto lo scorso anno dall’iPad Mini e mi piace assai. Questo iPad Air è di fatto il nuovo iPad e, nonostante il nuovo nome che lo fa sembrare sempre più un cazzo di assorbente (seriously?) rimane saldamente in cima alla catena alimentare dei tablet.
Lo fa anche grazie alle nuove strategie di Apple sull’iPad Mini; lo scorso anno si è visto infatti un trend preoccupante: moltissimi hanno scelto il Mini al posto del fratello maggiore, preferendo la sua comodità e il suo prezzo più abbordabile.
L’iPad Mini stava rischiando di mangiare mercato al suo fratellone e Cim Took, da bravo ragioniere quale è, ha pensato bene di introdurre una fantastica novità anche nella linea degli iPad: Moar Prices.
Se per gli iPhone erano riusciti a impacchettare il modello dell’anno scorso con un nuovo guscio per vendercelo come “nuovo” (mitico iPhone 5c, mitico) ecco che per la linea di iPad si mette da parte la vergogna e si propone letteralmente il modello dell’anno prima, o degli anni prima, come si faceva una volta per i vecchi iPhone.
Quello che non mi piace di questa “nuova” strategia di Apple è che si è estremizzata la pratica per cui si vuole allargare il proprio bacino proponendo, di fatto, vecchio hardware sovraprezzato con l’unico benefit di entrare a far parte di un ecosistema, questo si, davvero superiore.
Avrebbero dovuto rilasciare due prodotti aggiornati e basta, iPad e iPad Mini. L’iPad Air doveva essere semplicemente “iPad”, mentre il Mini doveva avere lo schermo retina e costare quanto costava il Mini l’anno scorso.
Invece no, si sono create quattro fasce di prezzo, il tutto a discapito di chi non può, o non vuole, tirare fuori quei cento dollari in più.
L’iPad Mini dell’anno scorso e, incredibilmente, addirittura l’iPad 2, entrambi senza schermo retina, sono ancora a listino e creano una sorta di accoppiata a bassa risoluzione.
Apple a questo modo da una parte tiene in vita artificialmente le app non ancora ottimizzate per i display retina e dall’altra allarga il proprio target verso il basso. Di un pochino.
Durante la presentazione ho pensato tutto il tempo che vorrei comprarmi un iPad Mini. Ora però mi trovo davanti alla scelta tra un modello vecchio e dalla caratteristiche ben poco interessanti e dal prezzo che è calato troppo poco per giustificarne le carenze.
Dall’altra parte c’è il nuovo iPad Mini con Retina Display, molto interessante, ma che è un overkill da un punto di vista delle prestazioni e costa troppo per il budget che mi ero dato.
Alla fine comprerò un Nexus 7 e rimarrò fuori dall’ecosistema di Apple, semplicemente perché non voglio tirare fuori quei 100/200 euro in più che sono la tassa di entrata in iOS.
A me questo bastone che sta usando Apple per spremere il più possibile la propria base di utenza proprio non piace e, sono convinto, è anche un pessimo investimento sul lungo periodo per l’azienda di Cupertino.
Maledetto Cim Took. #spremiamolihttp://t.co/Q6vRzA5NzI
— Antonio Moro (@itomi) October 22, 2013
Apple oggi ragiona da leader, non da inseguitore, una strategia difficilmente contestabile visto i profitti e il successo che sta avendo da anni e anni, ma sono convinto che tornare ad innovare, a spremere meno e ad aprirsi di più sia inevitabile per non rischiare di diventare un Walled Garden in cui è bello stare per un po’, ma che alla lunga diventa una prigione insostenibile.