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È il 1975 e siamo a Londra, la Lady di Ferro sta iniziando la sua ascesa al potere e l’atmosfera è sempre più tesa, l’aria che si respira sempre più pesante. Il partito laburista (centro-sinistra) è al governo ormai da troppo tempo, il malcontento dilaga ed è proprio in questo momento di crisi e rivolte che ha inizio la storia di questo gruppetto da quattro soldi.
[title]John “Rotten” e le origini[/title]
Johnny Lydon era ancora giovane, 19 anni, ma il nome con il quale sarà ricordato sarebbe più adatto a una persona con ben più anni sulle spalle: [i]rotten[/i], leggenda vuole che questo suo soprannome venisse dai suoi denti, marci appunto.
[dida]L’inglese di Rotten non era dei migliori[/dida]L’inglese di Rotten non era dei migliori, il suo accento lo etichetta, è un figlio dei proletari, un cockney e in più è anche figlio di irlandesi, un bello stronzo che si trascina in giro per Londra con le peggiori sostanze in circolo nel corpo.
John passava buona parte del suo tempo nei peggio pub di Londra, in vie talmente anguste che probabilmente sentireste ancora oggi la puzza del piscio di allora. Ed è proprio in uno di questi posti che incontriamo un altro personaggio importante per i futuri Sex Pistols: Malcolm McLaren.
Malcolm e Johnny erano amici, se non altro conoscenti e condividevano gli stessi gusti e le stesse idee. Malcolm aveva un negozio di abbigliamento/sexy shop che gestiva insiema alla moglie (Vivienne Westwood) e da lì nacque l’idea.
Tempo qualche settimana e il gruppo di ubriaconi e consumatori molesti prese in mano gli strumenti, probabilmente per la prima volta per alcuni di loro, sicuramente la prima volta [i]da lucidi[/i] per la maggior parte.
Vestiti con gli abiti fetish dell’attività di McLaren (leggenda vuole si chiamasse semplicemente Sex) si diedero ai live più improvvisati per sponsorizzare il negozio. Concerti fatti di sputi, insulti al pubblico e da ogni cosa venisse in mente a Rotten che finiva i concerti spesso disteso nel proprio vomito tra l’ilarità generale.
[title]L’inaspettato successo[/title]
E dire che riuscirono anche a racimolare qualche fan. La gente iniziò a vestirsi come loro, per moda! Live dopo live il numero di persone cresceva, il caos generale necessitava una trasformazione.
Dopo qualche mese, nell’incapacità, impararono a mettere assieme due note e dei testi che non fossero stornelli d’insulti, ma che trasmettessero qualche idea dei [i]misfits[/i] di quegli anni. Sì, i disadattati.
[dida]I live continuarono, la gente impazziva.[/dida]I live continuarono, la gente impazziva, ormai hanno un nome: punk, che altro non vuol dire che ‘fatto male’ o ‘da due soldi’, ma se ne fregano, loro erano amati, erano anarchici e Londra si stava accorgendo di loro.
Arriviamo al ’76 e ormai i testi dei Sex Pistols diventarono politici, sputati con cattiveria e accompagnati dal suono distorto dei propri strumenti, composero il loro pezzo più famoso, Anarchy in the U.K., che fece impazzire Londra.
Suonarono a Parigi e nei locali della ‘vera musica’ in Gran Bretagna, contratto con EMI e primo tour in vista, tutto fila liscio.
In quegli anni nascevano i [url=https://leganerd.com/2011/10/16/ian-curtis-ed-i-joy-division/]Joy Division[/url], i Clash, Londra era ai loro piedi. I ragazzi sui quali nessuno avrebbe scommesso una sterlina stavano facendo successo.
[title]”The Filth And The Fury”[/title]
[dida]”Mamma, ci sono i Sex Pistols in televisione”[/dida]“Mamma, ci sono i Sex Pistols in televisione”. Sì, ci sono. Eccome se ci sono. Dovevano esserci i Queen, che in quegli anni regnavano sovrani, ma i Sex Pistols li hanno dovuti sostituire e il giornalista a intervistarli era ubriaco fradicio! Pane per i loro denti (marci), parolacce e insulti a raffica nello studio. La notizia arriva anche alle classi più elevate che ascoltano, indignate, il movimento di questi punk e li additano con aria schifata.
Si parte per il tour, ma proprio davanti all’aereo qualcosa li ferma. Steve Jones, chitarrista, ubriaco e probabilmente intossicato da diverse sostanze, stava vomitando addosso a delle anziane signore. La EMI non la prese per niente bene e troncò contratto e tour.
E i Sex Pistols ridono.
Siamo nel 1977 e il nostro gruppo di bravi ragazzi suona di nuovo nei pub a Londra, Glen Matlock, bassista del gruppo decise di ritirarsi. Gli altri dicono di averlo cacciato perché si lavava i piedi. Punti di vista.
A sostituirlo ci pensò Rotten che chiamò un ragazzo che più degli altri si fece notare nei loro live ed è qui che inizia il declino dei Sex Pistols.
[title]L’ingresso di Sid[/title]
John Simon Ritchie, in arte Sid Vicious, doveva il suo nome al suo criceto che Rotten definiva brutale (vicious).
Vicious non sapeva suonare e non avrebbe mai imparato. Gli altri ne erano a conoscenza. Facevano registrare i pezzi a Matlock e ai live Sid suonava con l’amplificatore staccato, il pezzente.
E allora a che serviva Sid?
Era lo spettacolo.
Era quello che si incideva ‘No Future’ sul petto solo per far vedere al pubblico quanto era putrido il suo sangue.
È proprio nel ’77 che i Sex Pistols incisero il loro primo, vero e unico album: Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols.
E poi Sid conobbe Nancy, il nome che pone fine alla storia dei Sex Pistols.
MOAR su :ln:
– Sex Pistols – Friggin’ In The Riggin’
– Addio a Malcolm McLaren
– Punk’s not dead