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Punk’s not dead

LEGANERD 035098

Dopo i Mod, parliamo un po’ dei Punk?

Il punk è una delle sottoculture più note, diffuse, fraintese e variegate, nel corso degli anni ha subito davvero innumerevoli variazioni e contaminazioni in tutti gli ambiti, musicale, sociale, politico etc, passando dal punk americano a quello inglese allo skin, al nazi, all’anarco, allo straight edge e chi più ne ha più ne metta.

L’esempio di gruppo punk normalmente più citato, in campo musicale, sono i Sex Pistols, la band di John Lydon (detto Rotten per il bel sorriso) e Sid Vicious (dal 1977), creata praticamente a tavolino nel 1975 dal genio creativo della premiata ditta a conduzione familiare Malcom McLaren (il mitico produttore) e Vivienne Westwood (la nota stilista, moglie di McLaren), passata alla storia per canzoni quali “Anarchy in the UK” o “My Way”.
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Sui Sex Pistols ci sarebbe tanto da raccontare, intanto la vicenda della loro creazione e promozione portata sul grande schermo dal film La grande truffa del Rock’n’Roll del 1980 in cui lo stesso McLaren racconta come ha plasmato comportamenti e sound di una band che avrebbe cambiato il mondo della musica, oppure la drammatica e nel contempo romantica vicenda di Sid e Nancy (anch’essa diventata un film):

Vicious partì per New York e, con la fidanzata Nancy Spungen come manager, iniziò una breve carriera come solista. Il 12 ottobre 1978 Nancy Spungen venne trovata morta nella sua stanza nel Chelsea Hotel (New York) da cui stava per ripartire con Sid, con delle ferite di coltello nello stomaco e vestita solo della biancheria intima. La polizia raccolse degli oggetti personali dalla scena del delitto, e dopo aver confessato, Vicious venne arrestato per omicidio. Poco prima del processo gli fecero un’intervista dove gli chiesero dove volesse essere in quel momento, e lui rispose che avrebbe voluto essere sotto terra. Il 2 febbraio 1979 Sid Vicious morì suicida a 21 anni per un’overdose di eroina avvenuta dopo una festa per celebrare il suo rilascio dal carcere.

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Immortale, IMO, la versione dei Simpsons con Lisa e Nelson:
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In realtà il punk nacque negli USA all’inizio degli anni ’70: era un punk ante litteram che non si chiamava ancora così, nato dal garage-rock, i cui esponenti più noti furono prima i Ramones, poi gli Stooges e Iggy Pop, i New York Dolls, i Talking Heads, Blondie, i Devo, Patti Smith ecc ecc.

Il fenomeno arrivò poi in Gran Bretagna e lo stile musicale duro, semplice e diretto, accompagnato dalla non-moda (e qui lo zampino del duo McLaren – Westwood fu determinante) dei vestiti stracciati, delle borchie, delle svastiche e di qualsiasi altro oggetto servisse alla provovazione, diventa il punk che tutti conosciamo: caustico, aggressivo, autodistruttivo, maleducato e sempre e comunque provocatorio.

Nella seconda metà degli anni ’70 nacquero quindi band storiche come Damned, Stranglers, Clash, Buzzcocks, The Jam, Siouxsie & the Banshees, Stiff Little Fingers e tanti altri, sebbene ispirati dall’attitudine distruttiva dei Sex Pistols, ognuna di loro ha portato un contributo sia musicale sia nel messaggio ideologico e/o sociale, contribuendo alla nascita delle suddette innumerevoli sotto-correnti.
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Il punk alla fine, come sempre accade, si sputtana e diventa pure lui un fenomeno di moda, negli anni ’80 i punk con la cresta in Piccadilly Circus si fanno pagare per farsi fare le foto dai turisti e tutto diventa commercio…
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Dal punto di vista estetico il punk è abbastanza consolidato: jeans strappati, gli immancabili anfibi Dr. Martens, catene, borchie, le solite T-shirt nere con i nomi delle band, negli anni ’80 le scritte con le bombolette spray e poi i capelli conciati il peggio possibile oppure con la cresta.

Negli anni ’90 infine, l’abbigliamento punk influenza il grunge, con i jeans sdruciti, gli anfibi e, invece del chiodo, la camicia di flanella a quadri…

Punk’s not dead, oltre che un disco del 1981 degli Exploited, è anche un documentario che, trent’anni dopo la nascita del punk-rock, traccia un parallelo tra ciò che è oggi e ciò che era negli anni ’70 e ’80.

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