Ayrton Senna

Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E Immediatamente riesci a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all’esperienza, puoi volare molto in alto.

Oggi ricorre l’anniversario della morte di Ayrton Senna, forse il più famoso ed amato pilota dell’era moderna.

Il Pilota

La carriera di Senna cominciò con i kart nel 1973 con i quali si impose subito a tutti i livelli vincendo campionati nazionali e continentali.
Nel 1981 ci fu il primo cambio di categoria, passando dai kart alla Formula Ford 1600 nel campionato inglese vincendolo al debutto, l’anno successivo cambiò nuovamente passando alla Formula Ford 2000 e partecipò al campionato inglese ed europeo, vincendo entrambi i titoli anche questa volta.
A fine stagione ’82 partecipò all’ultima gara di campionato della F3 Britannica e ottiene Pole, giro veloce e vittoria.

Nel 1983 parteciperà all’intero campionato F3 britannico vincendolo, partecipa alla gara internazionale (sempre in F3) a Macao dominandola e così facendo si fà notare dalla Toleman, una scuderia di F1, che lo ingaggierà dalla stagione successiva.
Nel 1985 passerà alla Lotus con cui rimarrà fino al 1988, anno in cui passerà alla McLaren, scuderia con la quale vinse 3 mondiali ed in cui rimase fino al 1993.
Degli anni passati in McLaren rimarrà alla storia la sua rivalità con Prost, contro il quale lottò per il titolo di campione del mondo durante tutti gli anni in McLaren.
Nel 1994 passa in Williams ma alla terza gara dell’anno, il GP di San Marino, perse la vita dopo un incidente al quinto giro a più di 200km/h.

La tragedia

Io non credo nella “magia”, non sono superstizioso, le coincidenze le vedo come tali ma a volte succedono eventi che sembrano assolutamente legati più a questi concetti astratti che ad altro. Quel fine settimana fu uno di questi.
Le prove libere del venerdì si conclusero anzi tempo per via del grave incidente occorso a Rubens Barrichello, che lo costrinse a non partecipare al gp per via delle ferite riportate nell’incidente.
Le qualifiche del sabato furono segnate dalla morte del pilota austriaco Ratzenberger, al quale si era staccato l’alettone anteriore che si era infilato sotto l’auto sollevandola e privando il pilota della direzionabilità, portandolo a fare un frontale con un muro a più di 300km/h.

La causa della morte non fu però l’impatto in sé ma la decelerazione subita dal collo del pilota che, nonostante i tentativi del personale medico, è morto durante il trasporto in elicottero.
Le qualifiche si interruppero e Senna volle omaggiare il collega defunto portando in auto la bandiera austriaca, bandiera che avrebbe sventolato in caso di vittoria.
Nonostante questi due grossi incidenti e nonostante il lutto venne deciso di disputare la gara ugualmente.

Durante la notte tra il sabato e la domenica il piantone dello sterzo di Senna venne staccato e risaldato manualmente su richiesta dello stesso Senna, poiché non riusciva a vedere bene la strumentazione: come vedremo poi, questa richiesta gli fu fatale.
Subito al semaforo verde accadde un altro grosso incidente: la Benetton di Lehto rimanendo immobile sulla griglia viene colpita dalla Lotus di Lamy che aveva già raggiunto una velocità elevata. Per i piloti non ci furono conseguenze, ma i detriti delle auto incidentate arrivarono fino agli spettatori ferendone 9 di cui uno andò in coma.

In questi casi si prova a giustificare le disgrazie dicendo che il destino in qualche modo ci aveva avvertito, purtroppo il destino conta poco. Contano gli uomini ed i mezzi.
Questa volta fu il mezzo a tradire l’uomo: il piantone dello sterzo risaldato la sera prima cedette al quinto giro lasciando Senna in balia di un’auto lanciata ad oltre 200km/h indirizzata verso un muretto.
Anche in questo caso non fu l’impatto ad uccidere il pilota, che a differenza dell’incidente capitato a Ratzenberger questo fu laterale, ma un pezzo della sospensione, spezzata nell’impatto, che si infilò nel casco di Senna penetrandogli il lobo frontale destro. La bandiera austriaca, che si era portato in auto in onore del collega rimasto ucciso il giorno prima, venne ritrovata intrisa di sangue(ne perse quasi 3 litri solo durante i primi soccorsi). Nonostante i soccorsi immediati e il trasporto in elicottero Senna morì 3 ore dopo.
A seguito della sua morte in Brasile furono indetti 3 giorni di lutto, e gli vennero concessi i funerali di stato.

Molte cose sono cambiate in fatto di sicurezza in questi 18 anni, prova ne è il fatto che la sua fu l’ultima morte di un pilota durante un gp di f1, ma ogni volta nonostante tutto c’è bisogno della morte di qualcuno per far sì che costruttori e federazione si autoimpongano un freno.
Motorsport is dangerous: Non riusciamo mai a ricordarlo.

Fonti:
Wiki
Ayrton-senna.com
Cineca.it

[Motorsport Fact] rubrica a cura di @ygy2020 che parla di motori e competizioni.

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