L’eisoptrofobia

Eisoptrofobia: paura persistente, anormale ed ingiustificata degli specchi e dei riflessi

Gli specchi si sà, hanno sempre alimentato l’immaginario collettivo con il loro fascino e il loro mistero. Rompere uno specchio dicono che porti sfortuna, mettere due specchi l’uno di fronte all’altro pare apra il passaggio agli spiriti, fissare uno specchio immerso per metà in un catino colmo d’acqua, nei pressi di un incrocio nella notte del 31 ottobre ci farà assistere alla processione degli spiriti.

E’ovvio e scontato: sono tutte fandonie legate alla superstizione e all’ignorantitudine (attitudine all’ignoranza), ma esiste una categoria di persone che soffre di veri e propri attacchi di panico: gli eisoptrofobici.

L’esoptrofobia è conosciuta anche con il nome di catoptrofobia, ma si distingue per un piccolo particolare: la prima si riferisce alla paura di vedere la propria immagine riflessa ovunque, la seconda si riferisce esclusivamente alla paura di vedersi riflessi in uno specchio. Onestamente, a me fa più paura una persona che passa il suo tempo a creare labili distinzioni tra l’una e l’altra definizione che la fobia in se.

Tornando a noi, diversamente dalla maggior parte delle fobie, questa particolare paura può verificarsi sopratutto durante l’età post adolescenziale (molte delle paure più conosciute infatti, si sviluppano durante l’età evolutiva a causa di un determinato shock), età nella quale l’insicurezza e la bassa autostima sono dei veri e propri concimi. In più, questa fobia non necessita di un fattore scatenante, bensì si insinua lentamente nella psiche già fragile del soggetto, il quale, giorno dopo giorno sente salire lo stato d’ansia e l’apprensione per quella determinata azione.

Teorie poco riconosciute accreditano all’eisoptrofobia alcune forme di bulimia ed anoressia compulsive (mi guardo allo specchio, mi faccio schifo, più mi guardo allo specchio, più mi faccio schifo più digiuno e/o mangio); personalmente credo che sia una teoria credibile come i Deathstars che fanno a botte!.

Inoltre l’eisoptrofobia può trovare fertile terreno nella categoria citata in precedenza, ovvero i superstiziosi. Non è poi così raro vedere gente che si dispera dopo aver rotto uno specchio.

Curare tale fobia è abbastanza facile, basta un semplice percorso psicoterapeutico, partendo dal presupposto che siate mentalmente consapevoli che rompere uno specchio non infliggerà 7 anni di disgrazia. Se invece appartenete alla seconda categoria, sappiate che è stato proprio quello specchio rotto a farvi nascere questa terribile fobia, in più, nei sei anni di disgrazia che ancora vi attendono verrete rapiti da Godzilla che passa sotto una scala di 30 metri, violentati dalla Strega Nocciola ed il suo inseparabile gatto nero ma infine salvati da Gesù!

Sotto una piccola gallery che si pone come scopo quello di stuzzicare il piccolo eisoptrofobico che è in voi!

… E tu? di cosa hai paura?

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[P.A.U.R.A.?] è la rubrica a cura di @0paque che tratta di fobie più o meno conosciute

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