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dal comunicato stampa di [url=http://www.lenozzedifigaro.it]Le nozze di Figaro[/url] e [url=http://www.realitybites.it/]Reality Bites[/url]

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Marzo/Aprile 2011, Firenze
Rocchettari esterofili o prodotti di consumo plasmati dallo show-business? Per la musica italiana, sembrano non esserci altri orizzonti. Poi, quando meno te l’aspetti, qualcosa si muove. Baustelle, Dente, Brunori – per fare qualche nome – hanno aperto la strada. E nelle cantine e negli studi di registrazione ha cominciato a prendere forma la “nuova canzone d’autore”. Una scena sempre più ricca, creativa, che concilia l’inevitabile esperienza dei padri fondatori (De Gregori, Tenco, Ivan Graziani…) con un approccio dichiaratamente indie e sperimentale. Band e artisti solitari, non necessariamente giovanissimi, non necessariamente “nuovi”. Perché quello che porta a questi lidi sonori è spesso un percorso di maturazione, un’evoluzione personale. In ogni caso, un fenomeno che sta suscitando l’attenzione del pubblico, delle case discografiche, dei circuiti live. Band e artisti su cui punta i riflettori la rassegna Lezioni d’italiano, promossa da Le Nozze di Figaro e Reality Bites, in collaborazione con Coop Unicoop Firenze.[/quote]

Lezioni d’Italiano si articola in 8 capitoli dal vivo, in programma da Venerdì 18 marzo a Venerdì 29 aprile nell’Aula Magna del Viper Theatre, a Firenze. La lezione inaugurale è affidata ai Verdena, in tour per farci ascoltare il doppio album capolavoro “Wow”: suoni che riverberano e oscillano fra anni ‘70 e un ipotetico futuro senza soluzione di continuità, destabilizzando l’ascoltatore, che non può fare altro che aspettare questo caldo flusso di lava creativa.

Straordinaria anche la nuova produzione d(e)i Paolo Benvegnù, “Hermann”, un mondo fatto di immagini, di intuizioni letterarie, di fantasia concreta, come un film mai girato. Insieme a La Fame di Camilla, capitanti dal cantante albanese Ermal Meta, Sabato 2 aprile.
Venerdì 8 salgono in cattedra Virginiana Miller e Mariposa. Dopo qualche anno di silenzio la formazione livornese è ripartita da ”Il primo lunedì del mondo”, disco limpido nei suoni, nelle parole e nell’intento di accontentare se stessi. I Mariposa ritrovano il cantante Alessandro Fiori – dopo la splendida esperienza solista – e presentano il nuovo “Semmay Semiplay”.
La lezione concerto di Sabato 9 Aprile è un confronto poetico, e prima o poi inevitabile, tra l’esperienza trentennale dei [tag]Diaframma[/tag] di Federico Fiumani ed il fenomeno Vasco Brondi alias Le Luci della Centrale Elettrica. Ognuno col suo mosaico di suoni: oscuri, dissacranti, elegiaci.
Portatori di un pop socialmente consapevole, gli Amour Fou sono stati tra i 5 finalisti dell’ultimo Premio Tenco, con l’album “I Moralisti”. Gli Ardecore, il Tenco, invece, lo hanno vinto davvero, nel 2007. Il nuovo doppio album è “San Cadoco”. Divideranno il palco di Lezioni d’Italiano, Sabato 16 Aprile.
Non capita a tutti di prestare un brano a Patty Pravo o di ricevere pubblici elogi da David Byrne… Marco Parente – Giovedì 21 insieme Jang Senato – è tra questi, il nuovo album “La riproduzione dei fiori” propone undici “canzoni allo stato puro”. Leggero e geniale lo stile della band romagnola. Non poteva mancare, Giovedì 28 Aprile, il maudit Bobo Rondelli, ormai in dirittura d’arrivo col nuovo disco. Apre un giovane cantautore aretino di cui si dice un gran bene, Cile, che racconta i trentenni di oggi, tra rabbia, amore, sballo e riflessione.
Le Lezioni si chiudono Venerdì 29 con Non voglio che Clara e Dimartino. Il terzo album della band di Belluno, “Dei Cani” è stato eletto migliore disco 2010 da Rockit. Visionario e lirico, il progetto Dimartino è tra le novità più interessanti dell’ultima stagione.
Suona la campanella e Lezioni d’Italiano, per ora, finiscono qui. La cultura non ha mai suonato così bene. I prezzi sono politici (in media 10 euro). Chi è socio Coop Unicoop Firenze risparmia il 20%.

Dopo le info di rito, approfondimenti sugli artisti coinvolti nella rassegna

Maggiori informazioni:
[url=http://www.lezioni-di-italiano.it ]Lezioni di Italiano[/url]
[url=http://www.realitybites.it/]Reality Bites[/url]
[url=http://www.lenozzedifigaro.it]Le nozze di Figaro[/url]

Prevendite:
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[url=http://www.ticketone.it ]TicketOne[/url]

Artisti che suoneranno per Lezioni di Italiano

Verdena
[more]A tre anni di distanza da ‘Requiem’, lo scorso gennaio i Verdena hanno pubblicato “Wow”, doppio album entrato subito al 2° posto della classifica di vendita. Nato in un silenzio che ha creato molta attesa, nessuna notizia, nessuna apparizione, tre anni trascorsi in sala di registrazione, ai piedi del monte Misma, nel loro Henhouse Studio. Una lunga gestazione chiusasi con l’uscita di un imponente doppio album composto da 27 tracce.
Tutto è mastodontico eppure condensato e messo definitivamente a fuoco. Un suono nuovo che riverbera e oscilla fra anni ‘70 e un ipotetico futuro senza soluzione di continuità, destabilizzando l’ascoltatore, che non può fare altro che aspettare questo caldo flusso di lava creativa. Pianoforti sempre più in evidenza, chitarre che tentano di assecondare l’idea piuttosto che aggredirla, una cura sempre maggiore alle liriche e una sezione ritmica come sempre d’impatto, fanno di questo lavoro, un esempio di nuova psichedelia libera da schemi. Un album che fa dell’emotività e dell’eclettismo i suoi punti di forza, fuggendo in qualsiasi direzione per non farsi catalogare ma arrivando inevitabilmente a colpire per la purezza con la quale ogni argomento musicale viene trattato: sia esso il folk stellare (Razzi, Arpia, Inferno e Fiamme), il prog amniotico (Sorriso in Spiaggia PT. 2, Le Scarpe Volanti), il pop etereo (Scegli Me -un mondo che tu non vuoi-, Grattacielo), la ballad ricoperta di polvere (Canzone Ostinata) o ancora i distillati dalla carica rock’n’roll tipicamente Verdena (Lui Gareggia, Sul Ciglio)”.
“Wow” è troppo vario per potere essere raccontato in poche righe e troppo complesso per cercare di trasmetterne la sua alchimia. Ciò che è chiaro è che con questo doppio album, i Verdena confermano la propria indole e il proprio sguardo fisso sulla musica. Uno sguardo appassionato, spontaneo, libero.
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Caparezza (unico evento tenutosi al Saschall)
[url=https://leganerd.com/2011/03/05/le-dimensioni-del-mio-caos/]Articolo[/url] di [url=https://leganerd.com/people/AterNix]AterNix[/url]

Paolo Benvegnù + La fame di Camilla
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Lo scorso anno il live “Dissolution” chiudeva un ciclo, quello introspettivo, di PAOLO BENVEGNÙ. La volontà di guardare davanti a sé e di aprirsi al mondo (per usare le sue parole) lo ha portato a partire da lontano, per un nuovo, magnifico viaggio nella sua musica e nelle sue parole, nella sua poesia.

Lo scorso febbraio è uscito il suo nuovo disco, dal titolo “Hermann”. Il lavoro è composto da tredici brani inediti, e si snoda sul tema dell’uomo – della sua storia, la sua evoluzione (o involuzione?) – intorno a cui si muove un mondo fatto di immagini, di intuizioni letterarie, di fantasia concreta come nessuna realtà. Come un film, mai girato. Scritto, diretto ed interpretato da Paolo Benvegnù, Andrea Franchi, Guglielmo Ridolfo Gagliano, Luca Baldini, Simon Chiappelli, Filippo Brilli. Ottime, per non dire entusiastiche, le recensioni che hanno accompagnato la pubblicazione di “Hermann”, che i nostri dicono ispirato ad “un omonimo manoscritto autografo di Fulgenzio Innocenzi, ingegnere meccanico di Lucignano (Siena), noto per i suoi studi sulla scrittura ottica e sulla meccanica di precisione… Opera densa di significati visionari ed apocalittici, riassume la storia dell’uomo sulla terra attraverso l’esplorazione del mito e del carattere di personaggi chiave del pensiero occidentale…. Così, i brani dei Paolo Benvegnù parlano di classici come ad esempio i miti di Narciso, Perseo ed Andromeda, Ulisse. Affrontano il mondo antico e moderno attraverso i conquistatori, i mistici, gli economi, gli scrittori (Henry Miller, Jean Paul Sartre, Francesco Datini, Hermann Melville ) articolando un affresco di suggestioni ora ironiche ora commoventi”.
LA FAME DI CAMILLA – Prosegue il tour della pugliese arrivata al successo grazie alla partecipazione alla sessantesima edizione del Festival di Sanremo. Un’occasione in più per ascoltare i brani dell’album “Buio e Luce”. Nato a Bari nel 2007, il gruppo compone i primi pezzi in italiano e in albanese, lingua madre del cantante Ermal Meta. Nel 2008 vince l’Arè Rock Festival ed il concorso Alb-It, bandito dal Teatro Pubblico Pugliese in collaborazione con Controradio.
Un band pop-rock dalle sonorità internazionali, testi che si riallacciano alla grande lezione dei cantautori ma tessuti in modo nuovo e originale, un approccio “frontale” che mira a colpire l’anima di chi ascolta. La band è composta da Ermal Meta (voce, chitarra, piano, campionamenti), Giovanni Colatorti (chitarre), Dino Rubini (basso) e Lele Diana (batteria).
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Virginiana Miller + Mariposa
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I VIRGINIANA MILLER sono tornati con il loro quinto disco in studio, Il Primo Lunedì del Mondo, uscito lo scorso marzo per ZAHRrecords / Altrove con distribuzione Edel. La band livornese riparte con un disco limpido nei suoni, nelle parole e nell’intento di accontentare se stessi per primi.
Il Primo Lunedì del Mondo è un disco dalla forte carica emotiva. Le 11 tracce che compongono l’album sono un susseguirsi di emozioni, atmosfere e stati d’animo, partendo sempre da storie private, dall’individuo. In questo modo i Virginiana Miller riescono a dipingere – con occhio critico – 11 storie diverse e attuali.In tutti i brani che compongono l’album ricorrono alcuni temi fondamentali, come il cadere e il restare in piedi (Frequent Flyer, Lunedì), l’appagamento di un desiderio (Oggetto Piccolo (a) ), il toccare il fondo o il restare in superficie (Acque Sicure, La Risposta), il senso di inadeguatezza e il dolore che ne deriva (La carezza del Papa).Si parla anche dei social networks in “L’Inferno sono gli altri”, per passare poi ai vari fantasmi che caratterizzano l’era moderna in “Oggetto Piccolo (a)” e alla smania di protagonismo in “Il Presidente”. Rispetto ai lavori precedenti, i Virginiana Miller abbandonano i temi “nostalgici” per puntare piuttosto a una maggiore semplicità e incisività sia nei testi – sempre molto importanti – che nella musica.Con Il Primo Lunedì del Mondo i Virginiana Miller confermano la loro capacità cantautorale, dando vita a un album fresco ma profondo, senza mai cadere nella banalità e nei luoghi comuni.
MARIPOSA – “Semmay Semiplay” è il nuovo disco dei Mariposa, in uscita a fine marzo. Sarà basato come al solito sull’elettronica e sul ritmo. In questi due anni la band si è dedicata moltissimo ai live ma anche a progetti paralleli che hanno portato i vari componenti a maturare ed a migliorare il loro sound (emblematica l’esperienza di Alessandro Fiori). “Semmai Semiplay” recupera la tradizione, tipica nei Mariposa, del binomio nonsense (che da “Portobello Illusioni” porta a “Domino Dorelli” per sfociare in “Pròffiti Now!”): ma questo è forse l’unico elemento di continuità col passato. “Semmai Semiplay” esibisce un sound evoluto, maturo, diretto mai troppo semplice, coinvolgente: in pratica, con “Semmai Semiplay” si balla.
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Le luci della centrale elettrica + Diaframma
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LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA – Dopo i fiumi di parole e i meritati elogi della stampa, i premi della critica (tra cui il Tenco) e gli innumerevoli spettacoli dal vivo, Le luci della centrale elettrica tornano per presentare il secondo, attesissimo, album “Per ora noi la chiameremo felicità”.
Il giovane artista ferrarese Vasco Brondi, che del progetto Le luci della centrale elettrica è l’ideatore, svela il titolo del secondo album: “C’è una frase di Leo Ferrè che mi ha colpito, La disperazione è una forma superiore di critica, per ora noi la chiameremo felicità. Ecco.. il titolo arriva da lì”.
Ed è un titolo che racchiude tutto il senso del percorso de Le luci della centrale elettrica, sia per i contenuti (canzoni spesso disperate, ma che, appunto, racchiudono tutta la critica e l’analisi acuta e poetica dell’autore Vasco Brondi verso il mondo che ci circonda) sia per quella propensione all’uso e alla ricerca maniacale della parola, che con Le luci della centrale elettrica, in un mondo devastato dalle immagini, dalla frammentarietà e fuggevolezza della cultura contemporanea, ritorna ad essere vera protagonista, unico baluardo che ci potrebbe traghettare dalla disperazione alla felicità.
Basta scorrere i testi del nuovo disco per capire la forza mastodontica delle parole che ondeggiano come un flusso di coscienza in questo secondo disco de Le luci della centrale elettrica.
Le parole “pensate e sofferte” che si sono fatte strada con forza nell’immaginario collettivo italiano, che hanno fatto vincere il premio Tenco a Le luci della centrale elettrica sono ancora qui, inesorabili, a dirci quanto Vasco Brondi sia un autore con la A maiuscola.

DIAFRAMMA – Formazione rinnovata per l’ultimo eroe senza macchia del rock italiano. Dai primi anni ’80 Federico Fiumani continua per la sua strada, grazie ad uno stile in continua evoluzione che, dagli oscuri sentieri del dark, ha saputo allargare i propri orizzonti verso un cantautorato d’essai, rabbioso e iconoclasta, poetico o tranchant.
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Amour Fou + Ardecore
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AMOUR FOU – Selezionati recentemente fra i cinque finalisti al Premio Tenco nella categoria Album dell’anno per “I Moralisti”, gli Amour Fou si esibiranno in otto nuove date a Perugia, Treviso, Vicenza, Roma, Ancona, Napoli, Firenze e Milano. Alessandro Raina (voce e chitarra), Leziero Rescigno (batteria, tastiere), Paolo Perego (basso) e Giuliano Dottori (chitarre) sono oggi tra i gruppi più interessanti nella tradizione cantautorale italiana, nuovi portatori di pop socialmente consapevole. Recentemente la band milanese ha rilasciato il videoclip di “Dolmen” utilizzando le immagini del misterioso cult movie “Milano Nera” del 1961, diretto da Gian Rocco e Pino Serpi con la sceneggiatura di Pierpaolo Pasolini.

ARDECORE, gruppo attivo dal 2005, anno del folgorante esordio omonimo, ha macinato musica e consensi tanto da arrivare con il successivo “Chimera” a vincere la Targa Tenco 2007 come miglior opera prima. Tanto evocativo e composto da brani della tradizione popolare romanesca il primo, quanto denso di originali il secondo lavoro. Ardecore unisce al gusto rétro l’intelligenza musicale contemporanea di strumentisti eccellenti.
Tornano dal vivo per presentare i brani del terzo disco “San Cadoco”… Il santo più scuro della tradizione italiana, un doppio album potente e onirico in cui il passato si unisce al futuro, il maschile al femminile, la realtà al sogno, su di un ponte immaginario da attraversare lentamente, nella contemplazione dell’Amore.
Il primo cd è composto da brani scritti e interpretati da Giampaolo Felici (con l’eccezione di quel Tentazione, originariamente proposto nel 1936 da Meme Bianchi, e qui affidato alla voce di Sarah Dietrich, new entry degli Ardecore), il secondo cd propone sonorità legate alla storia italiana e ad una Roma senza tempo.
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Marco Parente + Jang Senato
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MARCO PARENTE è tra i songwriter più brillanti e inafferrabili del panorama contemporaneo italiano. Attivo dal 1997, ha pubblicato sei dischi di studio, un live e un doppio DVD che hanno messo in evidenza volontà di rompere gli schemi, coerenza alla propria visione stilistica in perenne mutamento e accurata ricerca sonora e testuale. Senza dimenticare l’apertura mentale nel confrontarsi con numerosi colleghi – ricordiamo collaborazioni con Carmen Consoli, La Crus, Cristina Donà, Afterhours o Paolo Benvegnù – e affermati poeti internazionali, così come le cover a lui tributate da Stefano Bollani e Patty Pravo o l’apprezzamento ricevuto da un mostro sacro come l’ex-Talking Heads David Byrne.
In uscita a marzo per la struttura indipendente Woland (distr. Goodfellas) e preceduto dall’omonimo singolo, il nuovo album “La riproduzione dei fiori” arriva all’ascoltatore in maniera diretta, facendo germogliare musiche cristalline ed essenziali, atmosfere policrome e parole che si stampano in testa con estrema spontaneità. Da segnalare, poi, l’indispensabile sostegno e la presenza di Asso Stefana alle chitarre, di Marco Tagliola al mixer e il contributo speciale di Robert Kirby, storico arrangiatore d’archi di Nick Drake. Si tratta, insomma, di undici “canzoni allo stato puro”. Canzoni che marchieranno a fuoco il 2011 e che sarà uno spiazzante piacere cogliere dal vivo, con l’ideale accompagnamento dei musicisti che hanno suonato e arrangiato il disco: Andrea Allulli al piano, Andrea Angelucci al basso, Emanuele Maniscalco alla batteria.
JANG SENATO è il nome collettivo per cinque ragazzi dell’Appennino romagnolo, che propongono motivi brevi e canticchiabili, un grado zero della canzoncina italiana; perché credono che la musica leggera debba ricominciare da qualche parte, anche se ancora non sanno da dove. La ribalta della canzonetta d’arte, l’iperbole del sing-along, la musica leggera fatta come dio comanda. La loro storia è breve ma espolsiva. Esordiscono nel 2007 e partecipano a molti concorsi, vincendoli tutti: Premio Fabrizio De André, Premio Lucio Battisti, Musicultura, Sanremo Rock, Primo Maggio tutto l’anno (che li porta a suonare al Primo Maggio a Roma), Rock Targato Italia, Fi.Esta Rock… Partecipano al Premio Tenco 2008, MiAmi, Tributo Fabrizio De Andrè. Conquistano tutti. Aprono i concerti di Samuele Bersani, Simone Cristicchi e Paola Turci. Il videoclip della loro canzone “Respirare” viene trasmesso in tv su SCALO76, RAI2. Per farla breve, mancava il disco. Eccolo qui, s’intitola “Lui Ama Me, Lei Ama Te” ed è uscito a lo scorso gennaio.
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Bobo Rondelli + Cile
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BOBO RONDELLI – Musicista innanzitutto, ma anche poeta, istrione e cantore di quella “livornesità” che Virzì ha magnificamente tradotto in versione cinematografica. Amori e tranches-de-vie all’ombra delle raffinerie. Un pregio e allo stesso tempo un limite, che alla soglia dei fatidici 50 anni Rondelli ha saputo oltrepassare, dando alle stampe il miglior album di sempre, quel “Per l’amore del cielo” che due anni addietro si piazzò tra i 5 finalisti del Premio Tenco. In attesa del nuovo disco, ormai in dirittura d’arrivo, Bobo Rondelli ha partecipato, come attore, all’ultimo film di Virzì “La prima cosa bella”, ed ha prestato la voce ad un giovane Marcello Mastroianni per un noto spot Citroen.
CILE – Cantautore aretino tagliente che sa cogliere alla perfezione i disagi dei trentenni di oggi, che rimbalzano tra rabbia, amore, sballo e riflessione. Una voce graffiante che esce dal branco per intonare l’inno generazionale.
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Non voglio che Clara + Dimartino
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I NON VOGLIO CHE CLARA presentano l’ultimo acclamato album “Dei cani”, uscito alla fine del 2010 per Sleeping Star e prodotto da Fabio de Min e Giulio Ragno Favero (Teatro degli orrori, One Dimensional Man, Mooro). L’album ha suscitato reazioni entusiastiche da parte di pubblico e critica ed è stato scelto come migliore disco 2010 da Rockit.
Terzo album della band di Belluno guidata da Fabio De Min, “Dei Cani” è un’opera assolutamente contemporanea e allo stesso tempo lontana da ogni moda musicale, un disco lirico e toccante che racconta di ciò che rimane dell’amore quando l’amore è lontano, di scioperi sindacali e cani abbandonati d’estate, di una stagione della vita che finisce portando via con sè ricordi e pezzi di ciò che siamo stati, di un futuro in cui “c’è un tempo buono anche per ambire/ad un tempo migliore”. Il titolo è un richiamo alla figura ricorrente del cane nella poesia majakovskiana, i brani, undici morsi di rancore, sono il racconto scomposto di una stagione cattiva, anzi terribile. Attivo dalla seconda metà degli anni novanta, Non voglio che Clara ha esordito nel 2004 con l’ep ‘Hotel Tivoli’. Due anni dopo il gruppo è tornato con il bellissimo album omonimo che contiene una manciata di brani sulla miseria e lo squallore, sul disincanto e il non-amore. Dopo una lunga attesa esce finalmente il nuovo piccolo capolavoro.
DIMARTINO è il progetto musicale dei siciliano Antonio Di Martino, Simona Norato e Giusto Correnti. Nel 2010 incontrano il produttore Cesare Basile, da lì iniziano una collaborazione che li porterà a registrare l’album “Cara maestra abbiamo perso”: una dissertazione sulla perdita dell’innocenza e un’introduzione all’inadeguatezza dell’età adulta tipica della nuova generazione. I temi: le anime perse in un archivio comunale, l’omicidio di Capossela, il relativismo disilluso, l’amore precario, la Sicilia come isola europea, le fabbriche del nord che si inventano operai, Pasolini, la Panda, i leoni drogati dello zoo. Impreziosito dagli interventi di Vasco Brondi (duetto in “Parto”), Enrico Gabrielli e Alessandro Fiori in (“La lavagna è sporca”) e Lorenzo Corti in (“Ho sparato a Vinicio Capossela”), il disco è uscito nel Novembre del 2010 per la Pippolamusic.
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