Gli Anonymous attaccano la Sony (impiegati e famiglie comprese)

Now you will experience the wrath of Anonymous. We are Legion. We do not Forgive. We do not forget. Expect us.

Il manifesto dell’attacco:

Congratulations! You are now receiving the attention of Anonymous, your recent legal actions against fellow internet citizens, GeoHot and Graf_Chokolo have been deemed an unforgivable offense against free speech and internet freedom, primary sources of free lulz (and you know how we feel about lulz.)

You have abused the judicial system in an attempt to censor information about how your products work, you have victimized your own customers merely for possessing and sharing information, and continue to target those who seek this information. In doing so you have violated the privacy of thousands of innocent people who only sought the free distribution of information.

Your suppression of this information is motivated by corporate greed and the desire for complete control over the actions of individuals who purchase and use your products, at least when those actions threaten to undermine the corrupt stranglehold you seek to maintain over copywrong, oops, ‘copyright.'

C’era da aspettarselo. Già da troppo tempo si combatteva una specie di guerra fredda informatica a colpi di jailbreak e aggiornamenti del firmware ufficiale, era solo questione di tempo prima che qualche hacktivista prendesse in simpatia la causa di GeoHot ed era anche quasi scontato che sarebbero stati proprio gli Anonymous a farlo.

Di cosa viene accusata la Sony? Innanzitutto di fare di tutto per impedire il funzionamento dei vari jailbreak (duh) e di aver raccolto gli indirizzi ip delle persone che anche solo per curiosità hanno visitato determinate pagine legate al progetto di jailbreaking della PS3, senza contare i vari ban dal PSN per i possessori di console jailbreakate.
GeoHot invece (al secolo George Francis Hotz) viene trascinato in tribunale proprio per il suddetto jailbreak, generando non poca rabbia negli Anonymous.

Ovviamente il tutto è sfociato attacchi DDoS ai danni dei siti Sony.com e PlayStation.com, cosa che ha reso i siti estremamente lenti e ha creato anche problemi con il PlayStation Network (che confermo, oggi mentre giocavo è saltata la connessione un paio di volte nell’arco di mezz’ora).

L’eterna battaglia al “diritto” di jailbreakare una console regolarmente acquistata sta però prendendo una piega decisamente poco informatica.
A quanto pare un sottogruppo di estremisti battezzatosi SonyRecon sta coinvolgendo nella battaglia i singoli impiegati della Sony e le loro famiglie.

Il gruppo sta infatti raccogliendo e postando pubblicamente dati personali di impiegati e famiglie (numeri di telefono, indirizzi, nomi). Un membro in particolare è arrivato a lamentarsi di non esser riuscito a trovare informazioni sui bambini del CEO della Sony Corporation: Howard Stinger.

Visto che la Lega vuol essere un Liveblog, vorrei tentare direttamente di chiedere una vostra opinione riguardo alla faccenda. Si tratta sempre di una nobile battaglia in nome della libertà o il tutto è degenerato solamente in atti di vandalismo infantile? Nonostante questo tipo di battaglie mi siano sempre andate a genio per le idee di fondo che si tentano di portare avanti, mi pare che in questo caso la cosa stia prendendo veramente una brutta piega.

Per maggiori informazioni, una ricerca su google è sufficiente a soddisfare tutte le vostre curiosità, oramai si parla ovunque della faccenda. In alternativa date un’occhiata alle fonti che ho utilizzato per scrivere l’articolo (o meglio, per confermare quello che già sapevo ed esser sicuro di non aver scritto una qualche boiata)
Fonti: Punto Informatico, Gamasutra, PCWorld, Gamespot
Manifesto bazingato da ekv

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