Le lamprede di mare (Petromyzon marinus, Linnaeus, 1758), è un parassita che attacca molti pesci marini e d’acqua dolce, compresi salmoni, trote, aringhe, sgombri e alcuni squali. Si attacca alla preda con i denti e ne succhia il sangue utilizzando la lingua definibile “ruvida”. Per la riproduzione, migra dal mare all’acqua dolce, ed è in questi ambienti che sta scatenando il panico: all’interno dei Grandi Laghi del Nord America, mandando in tilt l’equilibrio ecologico. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, la popolazione di questi parassiti, famosi per le loro tattiche di caccia aggressive, è aumentata negli ultimi anni. Noti per banchettare con trote di lago e altre creature acquatiche, questi esseri hanno anche sviluppato una tendenza inquietante ad agganciarsi agli esseri umani, usando le persone come un bizzarro mezzo di trasporto.

Invasione delle lamprede di mare: una minaccia persistente per i Grandi Laghi

Originarie dell’Oceano Atlantico, le lamprede di mare sono pesci parassiti privi di mascelle, caratterizzate da un corpo simile a quello di un’anguilla e da una bocca a ventosa circondata da file di denti affilati a forma di corno, le lamprede si attaccano alle prede e ne drenano i fluidi corporei, causando notevoli perturbazioni dell’ecosistema quando vengono introdotte in nuovi ambienti. Generalmente si riproducono nei fiumi d’acqua dolce e trascorrono i primi anni di vita come larve non parassite, per poi metamorfosare in adulti parassiti prima di migrare verso il mare o i laghi, dove possono avere un impatto profondo sulle popolazioni di specie ittiche autoctone. Le lamprede di mare hanno invaso i Grandi Laghi 60 anni fa e da allora sono un problema costante. All’inizio del XIX secolo, hanno fatto il loro ingresso invasivo in questa regione e, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), hanno impiegato solo un decennio per infiltrarsi in tutti e cinque i laghi.

Lotta contro le lamprede di mare: un successo nella riduzione delle popolazioni

Qui sono diventati rapidamente predatori di specie ittiche importanti dal punto di vista commerciale, come trote, coregoni, persici e storioni. La diffusione incontrollata e la predazione dilagante delle lamprede hanno portato a un collasso devastante della pesca della trota nel giro di un centinaio d’anni, soprattutto a causa della loro proliferazione incontrollata. L’invasione di lamprede di mare degli anni Sessanta ha ridotto in modo devastante le catture annuali di trote lacustri a scopo commerciale nei Grandi Laghi superiori, da una stima di 15 milioni di chili a un misero mezzo milione. Il compito di controllare e gestire questa specie invasiva è assunto collettivamente dalla Commissione per la pesca dei Grandi Laghi, dal Servizio per la pesca e la fauna selvatica degli Stati Uniti e dalla Fisheries and Oceans Canada. Un’orgogliosa affermazione sul sito web della Fishery Commission dichiara una notevole diminuzione delle popolazioni di lampreda di mare, con una riduzione del 90% “nella maggior parte delle aree dei Grandi Laghi”.