Assange scarcerato su cauzione: Continuo lotta per la libertà



Accolto fra gli applausi dalla folla; per l’Alta corte britannica non sussiste il rischio di fuga

Londra, 17 dic. (Ap) – E’ uscito dal carcere, liberato su cauzione e accolto dai giornalisti e da una folla plaudente. Julian Assange, ormai eroe moderno del mondo informatico, ha detto di essere felice di tornare a respirare all’aria aperta e ha espresso l’auspicio di continuare il suo lavoro, oltre a ringraziare quanti hanno sostenuto la sua causa, anche tra gli organi di informazione.

Il 39enne fondatore di Wikileaks ha anche ringraziato “il sistema giudiziario inglese, che ha dimostrato che la giustizia non è ancora morta”. Nel periodo trascorso in carcere, ha proseguito, “in una cella vittoriana ho avuto tempo di riflettere sulle condizioni di coloro che in tutto il mondo sono in isolamento, in condizioni più difficili di quelle che ho affrontato io. Queste persone hanno anche loro bisogno delle vostre attenzioni e del vostro sostegno, spero di continuare il mio lavoro e di continuare a professare la mia innocenza. Cercherò di rivelare ciò che non è ancora stato rivelato e le prove contro queste accuse. Grazie”.

Assange, detenuto a Londra dal 7 dicembre nel quadro di una procedura di estradizione verso la Svezia, è alla fine riuscito con successo a strappare alla giustizia britannica la libertà condizionale dopo nove giorni di reclusione.

Al termine di un’udienza durata 90 minuti, l’Alta Corte di giustizia di Londra, che esaminava il caso in appello, ha suffragato le argomentazioni dei suoi avvocati. La procura della Gran Bretagna – che rappresenta la Svezia, paese che ha avanzato richiesta di estradizione nel quadro di un caso di violenza sessuale nel Paese scandinavo – aveva inoltrato appello martedì contro l’istanza di scarcerazione, nel timore che l’imputato fuggisse.

“Concederò la messa in libertà su cauzione”, ha annunciato il giudice Duncan Ouselay, la cui decisione è inappellabile. La corte ha ritenuto che non sussistano elementi per suffragare un rischio di fuga o un tentativo di sottrarsi a un interrogatorio o a dei procedimenti giudiziari.

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