La Guerra di Corea

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La Guerra di Corea determinò una delle fasi più acute della Guerra Fredda, durante la quale il mondo rimase con il fiato sospeso, temendo lo scoppio di un nuovo conflitto mondiale con l’uso delle bombe nucleari, già sperimentate durante la seconda guerra mondiale a Hiroshima e Nagasaki.

La Guerra di Corea scoppiò nel 1950 a causa dell’invasione della Corea del Sud da parte dell’esercito nord-coreano, che determinò una rapida risposta dell’ONU: su mandato ONU, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 paesi, intervennero militarmente nel tentativo di liberare il paese occupato ed, eventualmente, rovesciare il governo nordcoreano.

Il numero delle vittime causate dal conflitto è stimato in circa quattro milioni, tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili

Vista così, la Guerra 6-25 o la Guerra di Liberazione Patriottica (a seconda dello schieramento assumeva nomi diversi) sembrerebbe un “normale” conflitto per motivi territoriali.

Ma anche in questo caso la responsabilità va ricercata nel mondo occidentale e in quell’assurda prova di forza che è stata la Guerra Fredda. Fino al 1910 la penisola coreana era stata infatti un protettorato giapponese, e negli anni seguenti venne annessa all’impero.

In seguito alla sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, venne decretato che il Giappone rimanesse indipendente (come sancito dalla Conferenza del Cairo del ’43), ma che dovesse cedere tutte le conquiste territoriali, compresa la Corea.

Inizio dunque una duplice invasione/liberazione della penisola, con i sovietici che scendevano da nord e gli Alleati che salivano da sud.

L’8 settembre 1945, il Generale degli Stati Uniti John R. Hodge arrivò a Incheon per accettare la resa giapponese a sud del 38mo parallelo. Si giunse così all’insediamento di due regimi antitetici nelle rispettive zone d’influenza: il 13 agosto 1948 il governo sudcoreano venne istituito e cominciò la repressione dei comunisti. Il 9 settembre 1948 fu la volta della Corea del nord a dichiarare la propria sovranità e dopo soli tre mesi, nel dicembre 1948, furono richiamate le truppe russe d’occupazione. Nonostante le proteste degli alti vertici sudcoreani, anche gli statunitensi completarono l’evacuazione (giugno 1949).

[…]

Nell’area settentrionale si era formato un governo comunista filosovietico con capitale Pyongyang presieduto da Kim Il Sung e in quella meridionale un governo nazionalista filoamericano con capitale Seoul presieduto da Syngman Rhee. Entrambi gli stati avevano, come priorità, il disegno della riunificazione nazionale. I nordcoreani, già dall’ottobre 1949, in concomitanza con la vittoria dei comunisti in Cina, iniziarono ad organizzare una guerra di liberazione.

Con questi presupposti per le due coree, forti delle rispettive sfere di influenza internazionali (blocco sovietico a nord e blocco statunitense a sud), l’equilibrio durò veramente poco.

Infatti, già dall’anno seguente all’evacuazione degli eserciti sovietici e americani, i leader nordcoreani iniziarono a pianificare l’invasione della regione sud.

Dopo ripetute violazioni del confine e scaramucce che si protraevano da quasi un anno, l’esercito nordcoreano, forte di 350.000 uomini, con 500 carri e 2000 pezzi d’artiglieria, addestrati da mesi (dal Febbraio 1950 erano in “stato di allerta”), aprì un potente e continuato fuoco d’artiglieria a partire dalle ore 04:00 del mattino di domenica 25 giugno 1950, approfittando anche della giornata piovosa.

Questo atto diede il via ad una serie di scontri che videro dapprima trionfare l’esercito nordcoreano (formalmente appoggiato dall’Unione Sovietica e militarmente dalla Cina), che ottenne controllo di buona porzione della penisola; in seguito alla controffensiva alleata (guidata dal generale McArthur) nel giro di un paio di mesi l’esercito invasore venne nuovamente relegato ben oltre il 38° parallelo.

Gli scontri andarono avanti (con fortune alterne) fino al 1953, quando i contendenti, stremati militarmente ed economicamente, avviarono le trattative per il cessate il fuoco.

I negoziati di pace si conclusero il 27 luglio 1953 con la firma a Panmunjeom di un armistizio che ristabiliva sostanzialmente la situazione preesistente, e la creazione della Zona demilitarizzata coreana. La Corea rimase divisa in due stati: Corea del Nord, con capitale Pyongyang e Corea del Sud, con capitale Seoul. Ci furono 2 milioni di morti.

Cinesi e statunitensi furono soddisfatti, mentre le due Coree inizialmente non vollero riconoscere l’armistizio. Un comitato di supervisori dell’armistizio formato da osservatori appartenenti a nazioni neutrali operò fino al maggio 1956, quando, in séguito agli incontri diplomatici di Ginevra (26 aprile – 15 giugno 1954), falliti per l’inflessibilità dei nordcoreani, non si ratificò un vero trattato di pace. Da allora, gli americani mantengono 40.000 soldati ed arsenali nucleari in Corea del Sud e questo costituisce il più lungo armistizio della storia.

Questa situazione non è mai stata digerita dal governo nordcoreano, che ritiene la presenza di truppe straniere sulla penisola una vera e propria invasione, e che non ha mai abbandonato mire espansionistiche.

Da tempo inoltre il leader nordcoreano Kim Jong-Il ha riaperto la corsa al nucleare (per compensare l’armamento sudcoreano), nonostante una prima distensione nel 2007:

Le due Coree, nelle persone dell’allora presidente della Corea del Sud Roh Moo-hyun e dal leader della Corea del Nord Kim Jong-il, hanno firmato un accordo di pace il 4 ottobre 2007, dopo decenni di ostilità. L’accordo, tuttavia, è stato gravemente violato dalla Corea del Nord dopo il lancio di vari missili a media-lunga gittata a largo dell’Oceano Pacifico oltrepassando anche lo spazio aereo di Corea del Sud e Giappone, e soprattutto a causa di due test nucleari condotti in Corea del Nord nell’ottobre 2006 e nel maggio 2009.

Notizia di oggi è la nuova aggressione perpetrata dalle truppe nordcoreane sul territorio sudcoreano, (dopo varie scaramucce ai confini nei mesi scorsi). Le truppe di Pyongyang avrebbero pesantemente bombardato un’isolotto sudcoreano, incendiando una settantina di case e provocando la morte di due soldati.
Tutte le forze internazionali sono ora al lavoro per scongiurare una nuova fiammata di questo scontro infinito, e troppo spesso dimenticato o banalizzato nel solito gioco Buoni VS Cattivi.

Guerra di Corea | Guerra Fredda | Corea del Nord | Corea del Sud

Corea del Nord attacca, colpita un’isola del sud [Ansa]

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