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Questa storia che per noi può sembrare assurda in quanto abituati a commentare/postare con una certa tranquillità sui vari social network, ci fa capire che la “libertà” alla quale si è quotidianamente avvezzi e che viene considerata un diritto, non è tale in molti paesi del mondo.

Commentare o scrivere in modo ironico o satirico, con toni anche sopra le righe, su personaggi politici, eventi di cronaca e quant’altro è qualcosa che ci viene quasi spontaneo.

Sul sito della [url=http://edition.cnn.com/2010/WORLD/asiapcf/11/18/china.tweet.punishment/]CNN[/url] leggo che una donna cinese è stata condannata ad un anno di lavori forzati per un post su Twitter.

In pratica il 17 ottobre, [b]Cheng Jianping[/b] (nome utente [b]wangyi09[/b]), ha commentato un tweet del suo futuro marito [b]Hua Chunhui[/b] evidenziando in modo satirico l’atteggiamento di un gruppo di manifestanti, che durante una recente contestazione avevano rotto alcuni prodotti giapponesi, in senso di protesta.

La donna nel sottolineare l’accaduto nel re-twitting aveva anche aggiunto, ironizzando, che i protestanti avrebbero potuto anche distruggere il padiglione Giapponese durante lo [url=http://en.expo2010.cn/]Shanghai World Expo[/url].

Undici giorni dopo la coppia aveva programmato di sposarsi ma durante i festeggiameni irrompono le forze dell’ordine e prelevano i due coniugi.
Il fidanzato di Cheng, Hua Chunhui viene portato nella città sudorientale di Wuxi e dopo 5 giorni viene rilasciato. Cheng, invece è stata condannata ad un anno di lavori forzati nella provincia di Henan per “[b]disturbo alla stabilità sociale[/b]”.

[quote]Accusata dalle cariche di giustizia cinesi di essere una sovvertitrice della stabilità sociale, a causa delle parole pubblicate nel post, che secondo le autorità cinesi indurrebbero ad un sentimento anti-giapponese.[/quote]

Cheng che peraltro nei suoi tweet aveva anche sostenuto il Nobel per la pace Liu Xiaobo.

L’avvocato di Cheng ha sostenuto che questo “[i]è un ridicolo caso di censura[/i]” e che “[i]la gente non dovrebbe essere messa in prigione a causa delle loro parole sarcastiche[/i]”, inoltre ha fatto appello al Dipartimento di giustizia e Tribunale del Popolo della provincia di Henan per chiedere che Cheng fosse rimossa dal campo di lavoro per motivi di salute.

Da questa storia si capisce come in Cina al progresso economico, non corrisponda quello di libertà sia civile che sociale.

Titolo alternativo: “China tweet punishment” oppure “Come usare twitter per sovvertire la stabilità sociale”.

[b]EDIT[/b]:
questo articolo è stato oggetto di “repost istantaneo” mi sembra quindi doveroso citare anche il post di Gulio Sid Implorius

[quote]Lo scorso mese in cina ,in seguito ad un veloce scambio di Tweet tra Cheng Jianping e il suo fidanzato Hua Chunhui, è stata condannata una ragazza ad un anno di lavori forzati.
La causa della condanna?
Sembrerebbe che Cheng, dopo aver ricevuto un messaggio ironico dal suo fidanzato Hua che invitava i nazionalisti antigiapponesi ad attaccare l’expo di Shanghai, abbia inoltrato tale messaggio ad un suo amico scrivendo :” Forza giovani arrabbiati!”. Questo ha portato al fermo dei dei due con consecutiva condanna verso Cheng ad un anno di lavori forzati per attentato all’ordine pubblico.
In cina è possibile mandare una persona ai lavori forzati (campi chiamati laogai) per 4 anni senza un regolare processo.

Il direttore di Amnesty internetional Sam Zafiri ha replicato facendo notare come in cina ci sia una così forte repressione del pensiero.

Fonte BBC News[/quote]