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Ricevo da Isixxxx e volentieri posto:
Alcune settimane fa pubblicai un bazinga nell’apposita area riguardo ad un’installazione di Augmented Reality all’interno di una mostra allo spazio Oberdan a Milano. Sarà forse per rosee distrazioni o per micetti che lottano e vomitano che il mio post sul forum è stato brutalmente saltato a piè pari. Cooomunque io sono andata e nonostante il vostro disinteresse vi ho scritto una piccola critica della mostra u_u

Questa è la descrizione che ho trovato su internet del tecno-artista Bros (quello dell’installazione A.R.)
[spoiler]“Bros é un giovane artista molto popolare in Italia, che si é sempre distinto per il suo innovativo approccio all’arte. La sua ultima sfida é stata di voler trasmettere ad altri le sensazioni, i colori e i suoni percepiti durante il suo ultimo viaggio in Sardegna. Così JoinPad l’ha aiutato sviluppando un sistema (merito di Andrea Gonteri) che crea una mixed reality tra l’opera e i contenuti digitali: guardando la sua ultima opera con gli occhiali immersivi messi a disposizione, si é immediatamente catapultati in uno spazio e in un tempo differente da quello reale (approfondimenti su questo progetto li troverete nei prossimi giorni su brosart.com).
Bros ha deciso di presentare l’opera in occasione di “Pensiero fluido” la mostra contemporanea allestita presso lo Spazio Oberdan. L’evento durerà dal 7 ottobre al 7 novembre (ingresso gratuito). Per chi volesse sperimentare il sistema anche da casa (ma senza occhiali Immersivi) può visitate bros.joinpad.net.
Fonte: http://www.joinpad.net/2010/10/07/augmented-reality-con-bros-allo-spazio-oberdan/ ”[/spoiler]

Questa invece è una descrizione del curatore Alberto Mattia Martini che mi ha colpito molto che non parla solo della mostra in questione ma una nuova visione dell’arte o meglio l’arte applicata alla tecno-arte.
[spoiler]L’uomo del XX secolo, e di quello che stiamo vivendo, è stato e sarà sempre di più testimone attivo di mutamenti radicali che ne hanno stravolto in positivo o in negativo il contesto reale e sociale. Anche attualmente capita sempre più di frequente di relazionarci o interagire con quella che definirei una “architettura metafisica spazio – temporale”, un luogo altro, un territorio borderline che vive tra il reale e l’immaginifico, tra il mentale e il corporeo, tra il percepibile e l’immateriale. 

È lecito quindi poter affermare che ci stiamo avvicinando sempre più a quel luogo che Michel Foucault definisce eterotopico: spazi che hanno la proprietà di essere in relazione con tutti gli altri luoghi, ma con un procedimento che gli permette di interrompere, annullare e stravolgere i rapporti che sono da essi raffigurati o riflessi. Per comprendere meglio l’essenza di questa zona, possiamo affidarci a quella che Foucault considera l’eterotopia per eccellenza, ovvero lo specchio. Esso è un’utopia, perché è un luogo senza possederlo concretamente, riflette una presenza pur essendo irreale, ma è anche un’eterotopia esistendo realmente e creando una sorta di “effetto di ritorno”, dal momento che riflette una presenza in uno spazio irreale, che si crea o meglio appare in modo virtuale, ma simultaneamente è anche uno spazio reale, concreto e tangibile perché collegato con tutto l’universo che l’attornia. Un luogo quindi non necessariamente reale, anzi direi più vicino ad una terra di mezzo, una sorta di utopia reale ma anche mentale dove tutto può essere rappresentato, ma al contempo stravolto e quindi messo in discussione. Una vertigine senza limiti di spazio, tempo, materia o spirito, che produce una libertà incondizionata dell’io, consentendo di spingersi in una dimensione dove viene concepita un’inconsueta riflessione creativa e poetica: il pensiero fluido.

Questa inedita realtà contemporanea è imperniata prevalentemente sul radicale ampliamento delle nostre conoscenze ed esperienze, determinate dai continui e radicali cambiamenti che hanno luogo quotidianamente in ogni ambito della società: da quello tecnologico, alla velocità con cui fisicamente raggiungiamo ogni angolo del pianeta, ai viaggi e ai grandi flussi migratori, ma anche alla rapidità con cui il nostro pensiero arriva a destinazione, grazie a quello che potremmo sicuramente definire come luogo eterotopico e cioè internet. [/spoiler]

Questa invece è una mia critica personale da fruitrice della mostra:
[spoiler]Partiamo dal presupposto che l’idea non è male, la mostra si presenta bene sia nel titolo “Pensiero Fluido” sia nella descrizione stampata sul muro vicino l’entrata… Anche l’ingresso minimal è parecchio fico: si salgono le scalette, muri bianchi, pavimento nero… Una porta coperta da strisce di plastica trasparenti modello industria con la stampa di un cervello, di fianco la suddetta descrizione. Si intravede oltre questa “porta” un corridoio bianco che termina con lo stesso cervello versione specchio. Fin qui, ovvero il primo minuto scarso, prometteva veramente bene. Per il resto le opere contenute non erano brutte ma piuttosto proposte male, stanze molto slegate le une con le altre. Si intuiva un tentativo di proporre un nuovo tipo di mostra, soprattutto dall’ingresso, ma ci devono ancora lavorare, parecchio. Alcune opere non erano male…l’installazione di realtà virtuale è stata una fregatura… qualcuno ha rotto gli occhiali per la visualizzazione e non abbiamo visto un cacchiolino di nulla -.- ma era solo una cosa… notevoli i quadri-carte da gioco e nerdose delle opere di lego giganteschi ma la cosa più figa là dentro è stata un’installazione: pioggia (tramite serpentina di irrigazione a goccia sul soffitto) in una stanza arredata un po’ retrò https://leganerd.com/forums/my-plugins/bb-smilies/leganerd/biggrin.png quella vale tutto, belllllissimissima, molto suggestiva. La mostra è gratis, finisce il 7 novembre se capitate dalle parti di Milano ce lo si può fare un saltino!
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Bazinga! privato di Isixxx