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È passato poco più di un mese dall’uscita dell’ultimo numero della miniserie Greystorm, targata Sergio Bonelli Editore e firmata dal vulcanico Antonio Serra (lo ricordiamo, uno dei papà di Nathan Never).
Disposti lungo il tavolo della sala incontri della Camera di Commercio, possiamo vedere nell’ordine Francesca Palomba (disegnatrice), Gianmauro Cozzi (co-autore della serie), Antonio Serra, Anna Lazzarini (disegnatrice), Alessandro Bignamini (disegnatore) e Stefano Vietti (sceneggiatore).
A parte alcuni interventi da parte di Bignamini e Vietti e una domanda rivolta dal pubblico alle disegnatrici, la parte del leone l’ha fatta naturalmente Antonio Serra, che ha voluto tirare le somme di una serie che, sicuramente, è stata abbastanza fuori dagli schemi per la Sergio Bonelli Editore.
Greystorm nacque quando Legs Weaver stava chiudendo i battenti, anche per una precisa scelta dell’editore di mantenere impegnati i diversi disegnatori e disegnatrici. Per questo bisognava creare un personaggio nuovo in un’ambientazione avventurosa. Furono vagliate diverse ipotesi, con notevoli cambiamenti di epoca tra l’una e l’altra. Quando a un certo punto venne fuori un’idea di una miniserie con aeroplani ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico, Sergio Bonelli si mostrò interessato a questa località e spinse Serra a muoversi in quella direzione. Dopo ulteriori modifiche, si arrivò alla decisione che avrebbe segnato la vera e propria svolta della miniserie: in tutti gli studi e le ipotesi, il cattivo non aveva mai un profilo ben definito… allora perché non rendere protagonista proprio il cattivo? Serra non si sbottona su come, alla fine, l’idea passò in una casa editrice come la Bonelli, considerata non a caso piuttosto tradizionalista. Ma passò, e iniziò il lavoro di realizzazione.
Una realizzazione, in realtà, non priva di imprevisti, dato che furono i numeri 8 e 9 a essere disegnati per ultimi, a causa della scelta di tagliare una storia disegnata da Anna Lazzarini. Tale storia è stata riproposta nell’ultimo albo fuori serie, uscito il mese scorso; per questo albo Serra non si aspettava un buon successo in fatto di vendite, fatto che invece sta a testimoniare come il pubblico abbia apprezzato questa miniserie, con l’ambientazione alla Verne e un protagonista cattivo e fatto proprio per essere odiato.
Se Serra deve trovare un difetto a Greystorm, nota che forse è stato troppo lungo e che esiste una sorta di squilibrio fra la prima e la seconda parte, con diversi ritmi narrativi.
Ma, cosa più importante, come sono andate le vendite? In un panorama del fumetto italiano in cui le vendite sono sempre meno, Greystorm è andato “meno peggio”, con un pubblico “striminzito” ma che aveva sicuramente voglia di leggerlo. Questo però significa anche che, a meno di stravolgimenti, di questa serie non dovremo aspettarci un seguito.
Chiudiamo con la gallery (in cui potete vedere lo stesso partecipante misterioso dell’incontro su Dylan Dog di ieri ;-) ).
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