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Come suggerisce il titolo, proprio di follia potrebbe trattarsi … infatti siamo nel 1976, anno di uscita di film come “La fuga di Logan” e “King Kong”, multi-premiati per la sperimentazione di effetti speciali all’avanguardia … e il Sig. Mel Brooks, guardando in direzione opposta, ci propone un film muto.
Terzo film della sua ipotetica “ottologia della parodia”, questa volta bersaglio della caricatura sono le commedie slapstick.

[title]Trama[/title]

Mel Spass (Mel Brooks) un regista ormai in declino con problemi di alcolismo, con i suoi soci: Bellocchio (Marty Feldman) e Trippa (Dom DeLuise), presentano la sceneggiatura di un film muto alla “Big Picture Studios” (studio di produzione sull’orlo del fallimento) che sta per essere inglobata dalla “Engulf and Devour Corporation” colosso dell’industria cinematografica Hollywoodiana.
Dapprima dubbioso, il produttore accetta la sceneggiatura, su promessa di Spass di reclutare un cast d’eccellenza, con attori del calibro di Dom DeLuise, Marty Feldman, Bernadette Peters, Sid Caesar, Anne Bancroft, Liza Minnelli, Burt Reynolds, Marcel Marceau, James Caan e Paul Newman (interpretati da se stessi).
Questo progetto diventa l’ultima risorsa per la “Big Picture Studios” di evitare il fallimento … mentre l’azienda concorrente cerca di sabotare la riuscita del film.

[title]Curiosità[/title]

In una scena in cui riprende New York, la colonna sonora è una canzone intitolata “San Francisco”, che si interrompe improvvisamente, come se l’orchestra si rendesse conto di suonare la musica sbagliata … dopodiché riprende con “I’ll Take Manhattan” :D
Il tentativo della “Engulf and Devour Corporation” di prendere il controllo dei “Big Picture Studios” è un velato riferimento all’acquisto della Paramount Pictures da parte della Gulf and Western Industries

[spoiler]L’unica parola udibile in sonoro del film: “No!”, è pronunciata al telefono da Marcel Marceau, il famoso mimo (il che è veramente bizzarro)… dopo aver riagganciato, i presenti chiedono a Spass (che ha appena proposto al mimo di comparire nel film) qual è stata la risposta, e lui replica: “Non so, non parlo francese”.
Ciò è valso al film l’inserimento nel Guinness dei primati come film sonoro con il minor numero di parole.[/spoiler]

Dopo i primi 20 minuti, ci si ambienta allo stile muto, personalmente la scelta stilistica non mi è pesata, anzi ha reso più apprezzabili le gag fisiche e il linguaggio del corpo che sono il perno della comicità di questo film.

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