Vaccini: diffidenza in aumento

La pandemia da Sars-CoV-2 ha accentuato la rilevanza dell’esitazione vaccinale per la salute della popolazione. Innanzitutto, l’interruzione e la riduzione delle attività vaccinali durante le prime fasi della pandemia, accompagnate dalla paura di esporsi al rischio di contrarre l’infezione da Sars-CoV-2, hanno determinato una diminuzione complessiva della copertura delle vaccinazioni routinarie. Questo è l’allarme lanciato dai medici igienisti della Siti, la Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, nel giorno dell’apertura del 56esimo Congresso nazionale.

Secondo dati di OMS e UNICEF, nel mondo tale sostanziale riduzione si è protratta fino al 2021, anno in cui si sono registrate coperture vaccinali del 5% più basse rispetto al periodo pre-pandemico. Si sono verificati, inoltre, cali nelle vaccinazioni pediatriche. Le coperture vaccinali per polio e morbillo, a 24 mesi, rimangono al di sotto della soglia del 95% raccomandata dall’OMS per limitare la circolazione dei patogeni.

 

La fortunata e ampia campagna di vaccinazione contro il Covid ha fatto emergere un problema, ovvero la scarsa sensibilità da parte di una piccola parte della popolazione relativamente ai vaccini. Ciò può essere legato a molti fattori, ma in primis ad una perdita di fiducia nelle istituzioni e nelle loro modalità di comunicazione. E’ importante, quindi, per il futuro, affrontare questo problema attraverso corrette campagne informative, con analisi di chi sono coloro che hanno scarsa fiducia nella scienza, al fine di poter essere pronti ad eventuali nuove pandemie, soprattutto causate da quelle che sono chiamate zoonosi. E’ un problema, quindi, di ‘One Health’ che andrà affrontato nel prossimo futuro – precisa – non solo attraverso studi scientifici ben condotti, ma anche attraverso l’individuazione di quei soggetti più fragili o meno propensi alle vaccinazioni che potrebbero essere maggiormente a rischio.

Roberta Siliquini, presidente Siti

 

È necessario monitorare le coperture tramite l’ottimizzazione delle anagrafi vaccinali e promuovere l’uso di strumenti condivisi per esaminare i determinanti di esitazione vaccinale. E’ fondamentale, infatti, basarsi su dati ed evidenze per comprendere le ragioni di una scarsa adesione e guidare strategie per migliorare coperture e diminuire disuguaglianze. Approfondire i determinanti può aiutare a individuare gruppi a rischio, intesi non solo come a rischio di sviluppare complicanze in seguito a malattie prevenibili con vaccini, ma anche – e soprattutto – a rischio di presentare più elevati livelli di esitazione, in modo da progettare interventi e iniziative mirate.

Siti, la Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica

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