Brasile, l’ottava potenza economica
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In otto anni il Brasile è passato dalla 12° alla 8° posizione del ranking mondiale economico (fonte FMI).
Questa straordinaria crescita non è tra l’altro una bolla economica, ma il paese ha vissuto una reale evoluzione che ha portato ad esempio un incremento del salario minimo da 200 a 500 R$, e alla creazione di 15 milioni di nuovi posti di lavoro (di cui 2.5M solo nel 2010).
La qualità della vita è notevolmente migliorata (anche se non in misura direttamente proporzionale alla crescita economica), e sono stati fatti enormi passi avanti sui temi della povertà, mortalità infantile e dell’alfabetizzazione.
Principale artefice di questa crescita sociale ed economica è Luiz Inácio da Silva, soprannominato Lula, ex-presidente brasiliano che ha terminato il proprio mandato lo scorso 1° gennaio.
Dopo una lunga carriera politica iniziata negli anni ’80 con la fondazione del Partido dos Trabalhadores (Partito dei lavoratori), Lula è stato eletto nel 2002 al ballotaggio prendendo il 61% delle preferenze (52,4 milioni di voti, il più alto numero di voti della storia democratica del Brasile). Nonostante fosse da sempre un militante politicamente vicino all’estrema sinistra, Lula si è rivelato un politico decisamente equilibrato e ha portato il Brasile ad essere un’economia (tuttora in crescita) più forte di quelle di Russia, Canada e Italia.
Fonti (via CoqBaroque): 8 anos de Lula | Mudança em cálculo ajuda governo a bater meta de empregos