Hikari Kesho e L’Arte della Legatura

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Hikari Kesho
Nato a Padova nel 1958, vive e lavora a Selvazzano, nei pressi di Padova.Nell’attività professionistica si specializza nella fotografia di moda e collabora con alcune tra le più importanti aziende del settore: Alviero Martini, Romeo Gigli, Gianfranco Ferré, Mariella Burani, e altri.Parallelamente alla fotografia di moda, sviluppa la passione per la fotografia di corpi, perlopiù donne e quasi unicamente in B/N con contaminazioni noir o legate al mondo delle fantasie fetish/BDSM.

Lo Shibari, meglio noto come Kinbaku è un’antica forma artistica di legatura giapponese che racchiude in sé molti stili ed utilizzi. Il suo stile fa riferimento ad altre forme artistiche tradizionali giapponesi come Ikebana, Sumi-e (pittura con inchiostro nero) e Chanoyu (cerimonia del tè). Tra i vari utilizzi dello Shibari si possono citare: scultura vivente dinamica, pratica meditativa condivisa, rilassamento profondo per la flessibilità del corpo e della mente, una forma di scambio di potere, e costrizione erotica.

Nello Shibari (l’atto di legare qualcuno) il Nawashi (artista della corda, ossia colui che
esegue la legatura) esegue disegni e forme geometriche che creano un meraviglioso
contrasto con le curve naturali ed i recessi del corpo femminile.
L’arte della legatura giapponese è stata perfezionata nel corso dei secoli, dapprima come costrizione e successivamente anche come ornamento del corpo, e la pressione esercitata dalla corda può anche utilizzare alcune tecniche dello Shiatsu.

La legatura viene eseguita con diverse corde, ognuna delle quali assolve ad un compito preciso, e ciascuna contribuisce all’effetto globale. Ogni nodo ha il suo significato storico e tutti traggono origine dallo Hojo-jutsu (l’arte marziale dell’immobilizzazione dei prigionieri). Esisteva anche una forma di legatura per i prigionieri nobili in cui non veniva usato alcun nodo, ed il prigioniero non si liberava per non venir meno al proprio onore.
L’onore degli antichi Samurai era anche basato sul modo in cui si prendevano carico dei loro prigionieri, e la tecnica con cui il prigioniero veniva legato dimostrava l’onore e lo status del Samurai.

C’erano quattro regole nello Hojo-jutsu:
1. Non lasciare che il prigioniero si liberi dalla legatura.
2. Non causare danni fisici o mentali.
3. Non mostrare ad altri le proprie tecniche.
4. Eseguire una legatura esteticamente pregevole.

Alla fine del 1800 ed agli inizi del 1900 si sviluppò una nuova forma di Hojo-justu. Questa fu chiamata Kinbaku (arte della legatura erotica).

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