Provate ad immaginare un mondo nel quale la conquista dello spazio non sia avvenuta dopo la metà degli anni 50, bensì oltre 100 anni prima.

Ora immaginate che il racconto della corsa allo spazio abbia la fantasia e lo spirito di avventura di Jules Verne, e che incontri la passione, la dolcezza e la poesia di Hayao Miyazaki.

Ecco questo vi rende l’idea di che cos’è Il Castello Delle Stelle, opera del francese Alex Alice, meraviglioso esempio di Bande Dessinée, d’oltralpe.

In un volume davvero bellissimo, edito da Mondadori nella Collana Oscar Ink, Alex Alice con suoi bellissimi acquerelli ci porta dentro un’avventura d’altri tempi, degna davvero di un film del noto maestro Miyazaki, sia per lo stile narrativo che per la delicatezza di fondo e per il tratto gentile.

È il 1869 e l’esploratrice Claire Dulac è convinta che esista uno strato superiore dell’atmosfera, l’etere, che potrebbe diventare la perfetta fonte di energia pulita e rinnovabile, pronta ad alimentare dei motori di nuova concezione, iper efficienti e a bassissimo impatto.

Ne è convinta al punto da rischiare il tutto per tutto, nonostante la forte opposizione del marito, per un’approfondita esplorazione degli strati alti del cielo con la sua mongolfiera, proprio mentre imperversa un pericolosissimo fronte temporalesco.

Purtroppo le condizioni atmosferiche estremamente avverse sanciscono la fine del sogno di Claire, così vicina al risultato eppure così distante dalla salvezza, il cui ultimo pensiero è rivolto al figlio Sèraphin.

 

I meravigliosi acquerelli di Alex Alice trasmettono una poesia unica.

 

Sarà proprio quest’ultimo a coltivare il sogno della madre, dopo aver rinvenuto il diario della stessa, unica cosa ritornata a terra dopo il naufragio tra le stelle, coadiuvato dalla presenza del padre l’ing. Archibald Dulac, inventore e perfezionatore dei motori ad etere, il quale cerca di andare avanti dopo la scomparsa della moglie.

 

 

Questo finché non giunge una lettera, un invito a dire il vero; un invito ad unirsi alla Corte di Sua Maestà Ludwig II alla Pietra del Cigno, il quale non solo dice di aver perfezionato una macchina volante eccezionale, ma anche di essere deciso a tentare il viaggio nello spazio, alla scoperta del segreto dell’etere, alla scoperta del Castello Delle Stelle, proprio mentre imperversa la guerra Franco Prussiana in Europa.

Tra intrighi, tentativi di colpo di stato, ingegneria del fantastico (wow, questa me la rigioco) l’avventura porterà Sèraphin, suo padre Archibald, Sophie, Hans (che ricorda tanto certi personaggi “macchietta” di Leiji Matsumoto e di Miyazaki) e Sua Meastà Ludwig II ad imbarcarsi sull’Etermobile Schwanstern, vero e proprio Nautilus delle Stelle, fin sulla Luna (qualcuno ha detto Jules Verne?), per affrontare non solo la scoperta tecnologica ed esplorativa, ma anche per guardare dentro all’essere umano, ai suoi desideri, ai suoi limiti.

Questo fumetto mi ha emozionato.

L’atmosfera fantastica, sognante, con i richiami romantici incastrati alla perfezione con quelli steampunk, mi ha subito catturato, complice quel senso di meraviglia (che ci è rimasto da quando eravamo bambini) nei confronti della scienza e dell’ignoto e una – non celata – voglia di tributare Hayao Miyazaki (nel ritmo, nei concetti, nell’eterno rifiuto della guerra e nel volo, ed infine nell’amore, motore infinitamente migliore di quelli ad etere).

Molte tavole di questo fumetto sono così belle da togliere il fiato.

 

 

Sarà che adoro gli acquerelli e che questa tecnica rende ogni pagina un dipinto, ma Alex Alice confeziona un piccolo gioiello da avere.

Regalatelo a Natale, non sbaglierete il colpo, anche perché l’atmosfera natalizia ben si sposa con un libro del genere (peraltro venduto ad un prezzo davvero competitivo considerato il formato e la cura di stampa).

Io mi sono perso nel guardare e riguardare le pagine del diario di costruzione a fine volume: gli schemi, gli appunti, ogni dettaglio mi entusiasma, perché assieme a tutto il libro fa riemergere prepotentemente il bambino che ancora alberga in me (e che sotto le feste si fa piuttosto rumoroso).

 

L’etermobile Schwanstern, ovvero il Nautilus delle Stelle

 

Non importante che siate amanti del fumetto francese o del fumetto in generale, questo libro sa veramente mettere d’accordo tutti.