Dopo mesi di test e una lunga fase beta, Foto è finalmente disponibile su Android e iOS. Questa nuova piattaforma di condivisione immagini vuole rivoluzionare il mondo della fotografia digitale, eliminando video, algoritmi e pubblicità. L’obiettivo è offrire un’esperienza autentica e priva di distrazioni, riportando il focus esclusivamente sulle immagini.
Un social solo per la fotografia: niente video, niente like visibili
Foto si distingue dai social tradizionali grazie a un feed cronologico senza algoritmi e alla totale assenza di contenuti sponsorizzati. A differenza di Instagram, dove i Reels e la pubblicità dominano la scena, Foto permette di condividere solo immagini, eliminando il caos generato da video e contenuti suggeriti.
Un’altra caratteristica interessante è la rimozione del conteggio dei follower e dei “mi piace” visibili, un aspetto che punta a creare un ambiente meno competitivo e più incentrato sulla qualità artistica delle immagini. Gli utenti possono esplorare contenuti specifici attraverso ricerche per tag o parole chiave, senza che un algoritmo influenzi ciò che vedono.
Abbonamenti e funzionalità extra: quanto costa Foto?
Foto è gratuito, ma per accedere a funzionalità avanzate è possibile sottoscrivere un abbonamento. Il piano “Ambasciatore” costa 5€ al mese (o 50€ all’anno) e offre vantaggi come badge esclusivi e accesso anticipato alle novità. Dal 8 marzo 2025, i prezzi aumenteranno a 6€ al mese e 60€ all’anno, mentre verrà introdotto un piano Pro+ da 10€ al mese, che garantirà opzioni illimitate per la creazione di Portfolio.
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Con una fase beta di 18 mesi e 16.000 utenti già attivi, Foto è ancora un social “di nicchia”, ma il suo focus sulla fotografia pura lo rende un’alternativa interessante per chi vuole liberarsi dal caos di Instagram. L’app è già scaricabile su Google Play Store e App Store di Apple. Sarà interessante vedere se, sul lungo periodo, riuscirà a dare filo da torcere a Meta, riuscendo a fare breccia tra chi spera in un ritorno della filosofia originale dei social network. Quando erano ancora delle piazze virtuali per le persone, e non una vetrina per pubblicità e influencer.