Una decisione destinata a scuotere il mercato dell’e-commerce globale: le Poste statunitensi hanno sospeso tutte le spedizioni di pacchi provenienti da Cina e Hong Kong. Il provvedimento segue l’eliminazione, decisa dal presidente Trump, dell’esenzione de minimis che permetteva l’ingresso negli USA senza dazi di pacchi dal valore inferiore agli 800 dollari.
Stop ai pacchetti dalla Cina: conseguenze devastanti
La struttura dei costi per le importazioni dalla Cina subisce un drastico cambiamento. Un esempio concreto, fornito dall’esperta di commercio internazionale Cindy Allen, riguarda un vestito femminile in fibra sintetica: al prezzo base si aggiungeranno una tariffa ordinaria del 16%, un dazio specifico del 7,5% sui prodotti cinesi (Sezione 301), la nuova tariffa del 10% imposta da Trump, più commissioni di elaborazione e intermediazione doganale. L’incertezza regna sovrana: come sottolinea Allen, “Un vestito che costava 5 dollari potrebbe arrivare a costare 5,50 o 15 dollari? Dipenderà da come i rivenditori adatteranno i loro modelli di business”.
Shein e Temu in ginocchio?
L’impatto più immediato riguarda lo sdoganamento delle merci, che diventa una sfida significativa per tutte le aziende di e-commerce. La preoccupazione maggiore è per colossi come Temu e Shein, il cui successo si basa proprio sulla convenienza dei prezzi. La Customs and Border Protection (CBP) non ha ancora chiarito come applicherà le nuove tariffe, limitandosi ad annunciare il rifiuto delle richieste di esenzione de minimis dalla Cina a partire da oggi. Questa incertezza operativa si aggiunge alla preoccupazione per una possibile trasformazione radicale del panorama dell’e-commerce statunitense e del comportamento dei consumatori, che potrebbero dover riconsiderare le proprie abitudini di acquisto online di fronte a prezzi significativamente più alti.