La CIA ha creato un chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale per dialogare con versioni virtuali di leader stranieri, come presidenti e primi ministri. Secondo quanto riportato dal New York Times, questo strumento fa parte degli sforzi dell’agenzia per migliorare le capacità analitiche e prevedere il comportamento dei leader mondiali, uno degli obiettivi principali della sua attività di intelligence.

L’importanza dell’IA nella strategia della CIA

Il chatbot si basa su modelli linguistici avanzati per supportare gli analisti nell’elaborazione di enormi quantità di informazioni, sia da fonti pubbliche che da dati raccolti clandestinamente. Questo approccio non solo aiuta a creare profili più accurati dei leader mondiali, ma consente anche di prevedere le loro decisioni e reazioni. William Burns, direttore della CIA, ha sottolineato come l’adozione di strumenti basati sull’IA sia fondamentale per mantenere la competitività degli Stati Uniti rispetto alla Cina.

La CIA ha da tempo integrato tecnologie digitali e strumenti di spionaggio avanzati, ma l’arrivo di nuovi modelli di intelligenza artificiale, come quelli alla base dei chatbot, ha spinto l’agenzia a intensificare gli investimenti nel settore. Burns ha dichiarato che l’IA aiuta gli analisti a gestire il “flusso travolgente di informazioni open-source” e a processare meglio i dati segreti.

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Tecnologie avanzate per il futuro dello spionaggio

L’agenzia sta sviluppando strumenti che permettano agli agenti sul campo di operare in ambienti altamente sorvegliati. In città di paesi autoritari, dove i governi utilizzano telecamere dotate di intelligenza artificiale per monitorare la popolazione e individuare spie straniere, queste tecnologie sono cruciali per garantire la sicurezza degli agenti.

L’altra faccia della medaglia è che la corsa a tecnologie di nuova generazione impone alla CIA di potenziare la collaborazione con aziende esterne. Questo – spiega sempre Burns – richiede all’Agenzia di raccontarsi con maggiore trasparenza: “il comunicare quali tecnologie usiamo, come le impieghiamo e da dove le prendiamo”, continua, “fa sì che le aziende siano più motivate a lavorare con noi”. Per raggiungere questo scopo la CIA ha accettato di svelare alcuni dei suoi segreti, rendendo pubblici alcuni dei suoi dossier riservati: “non possiamo chiedere aiuto alle aziende se prima non spieghiamo loro quali sono i problemi che stiamo cercando di risolvere”.

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