Durante il DealBook Summit organizzato dal New York Times, il CEO di Google, Sundar Pichai, ha annunciato che il motore di ricerca dell’azienda subirà un cambiamento radicale nel 2025. Pichai ha dichiarato: “Penso che saremo in grado di affrontare domande più complesse come mai prima d’ora. Credo che rimarrete sorpresi, anche all’inizio del 2025, dalle nuove possibilità che Google offrirà rispetto a oggi.”

Una trasformazione guidata dall’intelligenza artificiale

Google ha già iniziato il suo percorso di trasformazione del motore di ricerca attraverso l’introduzione di strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Questi includono riassunti generati dall’AI nelle ricerche e aggiornamenti di Google Lens, che ora consente di cercare sul web utilizzando video. Inoltre, la società è in procinto di lanciare un importante aggiornamento al suo modello Gemini, progettato per competere con le offerte AI di Microsoft, OpenAI e il motore di ricerca Perplexity.

Secondo Pichai, l’AI non solo potenzierà la capacità di risposta di Search, ma rivoluzionerà l’esperienza degli utenti. “Siamo agli inizi di un cambiamento profondo,” ha affermato, sottolineando il forte impegno di Google nell’essere leader nel campo dell’intelligenza artificiale.

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La competizione con Microsoft e OpenAI

Durante l’intervista, Pichai ha risposto alle osservazioni di Satya Nadella, CEO di Microsoft, che aveva definito Google il “vincitore naturale” nella corsa all’AI. Pichai ha replicato con una sfida: “Mi piacerebbe fare un confronto diretto tra i modelli di Microsoft e i nostri.” Ha inoltre sottolineato che Microsoft si affida ai modelli di terze parti, riferendosi alla partnership con OpenAI.

Con questa trasformazione, Google punta a ridefinire il ruolo del motore di ricerca come uno strumento più intuitivo e capace di affrontare richieste sempre più sofisticate. L’aggiornamento previsto per il 2025 rappresenta un passo cruciale per mantenere la leadership di Google in un settore dove la concorrenza è sempre più agguerrita. E dove, aggiungiamo, la stessa esistenza dei motori di ricerca è messa in dubbio dalla capacità di strumenti come ChatGPT di offrire risposte sempre più esaustive sui temi più vari.