Negli ultimi anni, i filtri sui social media sono passati da effetti divertenti a strumenti sofisticati per alterare l’aspetto, spesso con implicazioni preoccupanti per la salute mentale dei più giovani. TikTok, già al centro di cause legali in 14 stati americani per il presunto impatto negativo sulla salute mentale dei giovani, ha annunciato nuove misure per limitare l’accesso a questi filtri per gli utenti sotto i 18 anni.
Filtri di TikTok: nuove regole per i minorenni
TikTok ha dichiarato che limiterà l’uso di alcuni effetti che alterano l’aspetto per gli utenti minorenni. Tuttavia, l’annuncio rimane vago sui dettagli di quali filtri saranno coinvolti e sull’effettiva portata della restrizione. Oltre a queste limitazioni, la piattaforma ha promesso di espandere le informazioni disponibili su ogni filtro, specificando quali cambiamenti apportano all’aspetto degli utenti.
Un altro intervento riguarda la formazione per i creatori all’interno della piattaforma TikTok Effects House. TikTok ha affermato che aggiornerà le sue linee guida per sensibilizzare i creatori sull’impatto psicologico che certi filtri potrebbero avere sui giovani.
Machine learning per impedire l’accesso agli under 13
Un’altra problematica affrontata riguarda la presenza di utenti sotto i 13 anni, un’età al di sotto del limite minimo per iscriversi alla piattaforma. TikTok sostiene di rimuovere ogni mese circa sei milioni di account sospettati di appartenere a utenti troppo giovani. Per rafforzare questo controllo, la piattaforma sta esplorando l’uso del machine learning per identificare automaticamente account gestiti da minori di 13 anni, che poi verranno sottoposti a una verifica manuale. Questa tecnologia verrà inizialmente testata nel Regno Unito.
Le misure annunciate, come le restrizioni sui filtri e il miglioramento delle informazioni a disposizione degli utenti, sembrano rispondere a una crescente pressione pubblica e legale. Resterà da vedere se la misura avrà un reale effetto positivo sulla salute mentale dei più giovani. Il rischio è che si tratti di una misura, l’ennesima, annunciata a fini pubblicitari ma senza una reale capacità di proteggere i giovani dalle conseguenze più negative dell’uso dei social.