Non passano inosservati i risultati di uno studio che rivela come smettere di fumare, anche all’età di 75 anni, possa contribuire ad aumentare l’aspettativa di vita. Una scoperta importante che sottolinea come sia sempre possibile adottare stili di vita più sani. I ricercatori della salute pubblica dell’Università del Michigan (UM) hanno evidenziato come la loro indagine confermi la:
Convinzione profondamente importante che smettere di fumare è la cosa migliore che le persone possono fare per migliorare la loro aspettativa di vita.
Queste informazioni potrebbero motivare coloro che hanno fumato per anni e si sentono rassegnati a vivere con un rischio elevato di malattie come il cancro o patologie cardiovascolari.
Smettere di fumare a 75 anni: i risultati della ricerca
Grazie alla ricerca condotta su quasi 13 mila uomini di mezza età è stato scoperto che chi consumava 30 o più sigarette al giorno all’inizio dello studio presentava un rischio del 21% superiore di morire nei successivi 25 anni. Tuttavia, i rischi non sono definitivi. Altri studi hanno dimostrato che smettere di fumare a qualsiasi età porta benefici immediati e i ricercatori dell’UM hanno ora evidenziato che i vantaggi a lungo termine riguardano anche i fumatori più anziani e non solo i giovani.
Le loro valutazioni suggeriscono che gli ex fumatori tra i 35 e i 75 anni possono guadagnare una significativa aspettativa di vita abbandonando le sigarette. Utilizzando dati sanitari rappresentativi a livello nazionale, il team ha calcolato gli anni medi di vita persi a causa del fumo e quelli guadagnati smettendo a varie età: 35, 45, 55, 65 e 75 anni.
L’aspettativa di vita degli ex fumatori è stata confrontata con quella di chi continuava a fumare e di chi non ha mai fumato. È emerso che gli individui che hanno iniziato a fumare a 35 anni e hanno continuato per tutta la vita perdono mediamente circa 9 anni di vita, ovvero il 23% della loro aspettativa totale. Al contrario, chi smette a 35 anni tende a recuperare circa 8 anni rispetto a chi non ha mai fumato. Gli autori dello studio ritengono che questi dati possono rivelarsi utili per i medici, fornendo prove scientifiche per incoraggiare i fumatori a smettere. La ricerca, ricordiamo, è stata pubblicata sull’American Journal of Preventive Medicine.