Vi ricordate i popcorn movie dei primi anni 2000? Quei film caratterizzati dalla presenza di star molto popolari ad Hollywood, ricchi di scene action e di una banale e prevedibile storia d’amore. Ecco…. The Union di Netflix ricalca le orme dei poco riusciti film dell’epoca. Un vero peccato considerando che l’accoppiata formata da Mark Wahlberg e Halle Berry funziona, anche se appare leggermente fuori contesto e tempo massimo. Il film ci prova ma risulta a tratti macchiettistico e decisamente non brillante. Nonostante ambisca ad essere il primo film di un nuovo franchise noi stentiamo a vedere un futuro prospero per la saga. Ecco tutto quello che dovete sapere su The Union.
The Union, il nuovo action standard di Netflix
Niente di nuovo sul fronte occidentale, e questa volta non stiamo citando il film del 2022 diretto da Edward Berger e vincitore di ben 7 premi Oscar, ma ci riferiamo all’assenza di novità da parte della nuova pellicola action di Netflix. Purtroppo The Union, nonostante la buona partenza ed i vari tentativi di ripresa, cade nella banalità del genere riproponendo dinamiche da spy movie viste e riviste. Partiamo con ordine. La storia è piuttosto lineare e prevedibile ma la novità è data dalla genesi della divisione segreta protagonista del film la Union, un’agenzia segreta composta da persone che formalmente non sarebbero adeguate ma dal punto di vista pratico sono le più indicate a svolgere il compito loro assegnato.
Il film inizia con una buona sequenza d’azione ambientata a Trieste, peccato che la missione sia un fiasco e la squadra non riesca a impadronirsi della informazioni segrete che avevano il compito di proteggere a qualunque costo. La prima sequenza action del film è senza dubbio la migliore della pellicola: dinamica, particolare e non prevedibile, purtroppo è l’unico spunto davvero interessante tra tutte le scene di scontro del lungometraggio. Da Trieste il focus del film si sposta in America ed in particolare nel New Jersey dove sulle note di Bruce Springsteen che canta Promised Land troviamo Mike (Mark Wahlberg), un uomo che non ha ambizioni, vive con la madre e frequenta donne diverse ogni sera, svolge il mestiere dell’operaio siderurgico e ruba macchine sabotando il sistema d’accensione mediante l’utilizzo di un cacciavite.
Di giorno lavora ed arriva quasi sempre in ritardo, suscitando l’ira del suo capo che più volte ha minacciato di licenziarlo, di sera frequenta con gli amici di una vita il solito e trasandato bar. La serata si conclude poi nella casa di una donna diversa ogni volta. Nessuna sembra prendere sul serio Mike, tutte lo considerano l’avventura di una notte da dimenticare il mattino seguente. Una vita piuttosto monotona per il protagonista di uno spy movie, non trovate? Infatti tutto cambia in maniera decisamente repentina con l’arrivo di Roxane (Halle Berry), la vecchia fiamma del liceo di Mike.
Il pubblico sa già che la donna ha grandi piani per Mike ma il ragazzo si illude che la visita della ex sia per fare una passeggiata sul viale dei ricordi e magari riprendere da dove si erano lasciati. Sfortunatamente per lui la luna di miele è rimandata. Roxane inietta un pesante sedativo a Mike e lo trasporta letteralmente di peso nella vecchia e cara Londra, città sede della Union. Da qui ha inizio la parte centrale del film fatta di addestramento, missioni, spiegazioni e colpi di scena prevedibili quanto lo sono le sequenze action principali del film. Il tutto viene confezionato come uno spy movie potenzialmente interessante ma concretamente standard che evoca le vibes degli anni 2000 (e non solo per il look di Halle Berry prestato direttamente dalla Tempesta degli X-Men) senza però migliorarne gli stereotipi e qualità delle scene.
The Union: i pro ed i contro del film
Forse a posteriori, una volta visto il finale di The Union, potreste pensare “che peccato” e credeteci lo è davvero. The Union è un film che ha l’ambizione e l’ardire di essere il primo di una nuova saga Netflix ma forse mette troppo presto le mani avanti. Netflix ha già pensato ad una nuova saga spy action? Non ne ha forse troppe in cantiere alcune della quali ancora non sappiamo che fine hanno fatto? Extraction, lo show con protagonista Chris Hemsworth, ha già confermato il suo terzo capitolo nonostante la critica no abbia mai lodato la storia Netflix (il pubblico invece ha sempre premiato la saga con milioni e milioni di visualizzazioni); Gal Gadot è protagonista di due saghe action firmate Netflix ma nessuna delle due sembra essere destinata a ricevere un sequel nonostante i film siano stati accolti molto calorosamente del pubblico.
Stiamo parlando di Red Notice, pellicola in cui la star di Wonder Woman recita al fianco di Dwayne Johnson e Ryan Reynolds, e Heart of Stone, una delle ultime uscite in casa Netflix che vede la Gadot nei panni di una super spia al fianco di Jamie Dornan e Matthias Schweighöfer. Perchè questi film sono caduti nel dimenticatoio quando era palese che avrebbero avuto un sequel? Beh forse per i costi tanto elevati che la realizzazione di simili film comporta (sia per le location che per gli effetti speciali che per il cachet del cast) oppure perchè Netflix, come operazione standard, scrive le sue pellicole con la prospettiva di realizzare dei sequel per tenersi una sorta di “porta aperta” ma poi si perde per strada.
Se nel caso dei film appena citati le ragioni del mancato sequel sono ancora ignote e forse difficili da comprendere, dato che senza ombra di dubbio i film sarebbero stati visti dal pubblico di abbonati di Netflix, per quanto riguarda il caso di The Union la situazione è un po’ diversa. I pro ed i contro di questo film sono decisamente sproporzionati a favore delle pecche della pellicola e nel caso in cui Netflix non dovesse proseguire con la saga il motivo sarebbe presto detto: il film non ha incontrato il giusto del pubblico ed il favore della critica.
A funzionare fin da subito è la chimica tra Mark Wahlberg e Halle Berry. Ricordano forse troppo i protagonisti delle serie tv dei primi anni 2000 o fine anni ’90, soprattutto per il look e la costante presenza di ricordi che aleggiano tra di loro. Le vibes sono quelle di un second chance romance ma tra due persone adulte che hanno condiviso bellissimi ricordi nel passato ed una fine della relazione non traumatica o litigiosa ma dovuta alle esigenze di vita diverse. Ad allontanare i due è stato il futuro: college per lei e lavoro per lui, anche se per entrambi il ricordo della loro storia non è mai tramontato.
La coppia su schermo funziona, non tanto dal punto di vista romantico ma risultano credibili e complici nel momento in cui la pellicola diventa un action puro. Entrambi gli attori sono molto versatili fino a diventare molto abili nelle sequenze action. Mark Wahlberg è un ottimo attore comico, non è dotato di quel tipo di comicità sottile all’inglese ma sa far divertire il pubblico anche solo con semplice battute senza risultare mai forzato o eccessivo. Nel ruolo dell’allievo che tenta pian piano di superare i maestri è credibile e convince quasi in ogni scena. Halle Berry, d’alto lato, non eccelle nei momenti emotivi e di maggior tensione del film ma ci regala buone scene action. L’attrice è uscita dal radar dei film da stagione dei premi ormai da tantissimi anni e si sta dedicando a pellicole meno impegnate ma che forse sono in grado di mostrare al pubblico quanto si diverte a recitare.
Tra gli aspetti positivi del film non possiamo tralasciare la sequenza action iniziale, montaggio che senza ombra di dubbio è il migliore dalla pellicola e ci ha fatto sognare di vedere un film imprevedibile e non scontato, oltre che ben diretto. Peccato che sia stato tutto fumo e niente arrosto.
Come accennato in precedenza i contro sono decisamente superiori agli aspetti postivi, con nostro immenso dispiacere. Le sequenze di addestramento di Mike risultano troppo rapide e banali. Il protagonista in men che non si dica diventa una spia, seppur inesperta, comunque abile, capace ed in grado di operare sul campo. Nonostante il film sottolinei che occorrono almeno 6 mesi per poter formare una nuova spia Mike viene gettato in pasto ai leoni perché la Union ha la necessità di avere dalla sua parte un volto sconosciuto. Dal punto di vista logico la situazione è anche credibile ma da quello fattuale poco praticabile, nonostante l’agenzia segreta del film operi con modalità estreme e a quanto pare senza una sorta di rigido codice di assunzione.
Il vero villain del film a conti fatti risulta scontato e a tratti macchiettistico, visto e rivisto, con ambizioni di potere e denaro e nulla più. Sfrutta le debolezze e la conoscenza della protagonista interpretata da Halle Berry e riesce quasi a raggiungere il suo scopo.
Nel complesso il film risulta essere un grandissimo minestrone di altre pellicole molto più iconiche e apprezzate, un vero calderone di idee che prese singolarmente avrebbero magari anche funzionato ma che fuse in un solo contesto risultano eccessive e sopra le righe. È mancato quel guizzo in grado di rendere The Union un film diverso rispetto a tutti gli altri spy movie di Netflix. Le location per quanto esteticamente armoniose e bellissime appaiono eccessivamente artefatte, come se fossero finte e il risultato di un green screen venuto male. Avete presente gli sfondi delle cartoline che si acquistano nei negozi di souvenir? Ecco la Slovenia appare cosi in The Union.
Un grande peccato perchè le premesse iniziali c’erano tutte.
The Union ci prova ma non si applica, cerca di seguire le ombre dei predecessori del genere ma forse lo fa un po' troppo, tanto da risultare poco originale e ripetitivo.
- La chimica tra Mark Wahlberg e Halle Berry
- La sequenza d'azione iniziale: la parte migliore del film
- L'addestramento troppo rapido di Mike
- La trama davvero troppo prevedibile
- Manca la vera novità e risulta un comune film d'azione con vibes anni'90