Produrre oro puro e allo stesso tempo leggero e super resistente era l’obiettivo degli scienziati cinesi che, dopo un attento lavoro di studio e ricerca, sono riusciti a trovare un ottimo metodo per farlo. Si tratta di un approccio del tutto innovativo sviluppato esattamente dai ricercatori del Laboratorio nazionale per la scienza dei materiali presente a Shenyag.

In cosa consiste tale metodo? Semplice, per ottenere oro puro leggero e resistente al 100% occorre formare dei pori piccoli e uniformi all’interno del metallo solido. E l’innovazione è legata proprio a questo piccolo dettaglio. Da sempre infatti vengono messe in pratica delle specifiche tecniche di formatura dei metalli come ad esempio la saldatura, la fusione e al stampa 3D con l’unico obiettivo di eliminare le bolle che tendono a formarsi all’interno dei metalli. Questo perché gli ingegneri hanno da sempre cercato di porre l’attenzione su tale dettaglio affermando che le bolle interne potrebbero addirittura compromettere quella che è la resistenza del metallo e la sua finitura superficiale.

La scoperta dei ricercatori cinesi

Quanto detto nel corso degli anni da diversi ingegneri non è assolutamente vero per i ricercatori cinesi che hanno portato avanti lo studio e trovato un metodo alternativo per rendere l’oro puro leggero e super resistente. Infatti, il team di ricerca in questione, guidato da Jin Haijun, invece di eliminare tali vuoti ha deciso di intervenire raffinando le loro dimensioni e regolando sia la loro forma che la distribuzione. Questa nuova tecnica, secondo i ricercatori, non solo consente di poter ridurre quelli che sono gli effetti negativi legati alle bolle. Ma sarebbe anche in grado di offrire importanti benefici.

La luce potrebbe guarire le ferite grazie a nanoparticelle d’oro La luce potrebbe guarire le ferite grazie a nanoparticelle d’oro

Per poter sviluppare tale tecnica il team ha utilizzato l’oro creando un oro uniformemente poroso e strutturato attraverso un particolare processo di corrosione di deallocazione. Ciò significa che l’oro è stato compresso e sottoposto al processo di trattamento termico indicato con il termine ricottura. In seguito è stato riscaldato e raffreddato e ciò che ne è venuto fuori è stato un materiale con dei nanopori dispersi più piccoli di 100 nanometri. Il test effettuato ha quindi consentito di poter scoprire che l’aggiunta dei nanopori ad una frazione di volume compreso tra il 5 e il 10% ha consentito l’aumento della resistenza dell’oro del 50-100%.

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