In un futuro non troppo lontano, potremmo utilizzare dei cappotti composti da un tessuto intelligente che utilizza l’energia solare per produrre calore, tenendoci quindi al caldo. Questa è la grande novità presentata dai ricercatori dell’Università di Waterloo. Il materiale è in grado di convertire sia il calore corporeo che la luce solare in energia elettrica.

E non è tutto, infatti grazie a questa tecnologia viene di fatto eliminata la necessità di avere una batteria, che tra le altre cose occuperebbe spazio. Ecco perché questo tessuto è facile da indossare. Le funzionalità, inoltre, potrebbero essere ulteriormente migliorate integrando dei sensori. In questo modo, il tessuto  potrebbe essere utilizzato per monitorare la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e addirittura l’eventuale presenza di sostanze chimiche nel respiro.

Yuning Li, professore del Dipartimento di Ingegneria Chimica, ha affermato che il team di ricerca ha sviluppato un tessuto con capacità di rilevamento multifunzionale e potenzialmente in grado di autoalimentarsi.

Materiali all’avanguardia e vari modi di utilizzo

Il team di ricerca ha combinato con successo materiali avanzati come MXene e polimeri conduttivi con metodi di produzione sofisticati. Applicando uno strato appiccicoso di polidopamina al tessuto di nylon, il team è riuscito a creare una superficie che attira le particelle di MXene.

Il tessuto intelligente che può cambiare forma e colore Il tessuto intelligente che può cambiare forma e colore

Come detto, questo tessuto elimina completamente la necessità di avere una batteria per l’alimentazione e si potranno utilizzare sensori avanzati per la raccolta e il monitoraggio costante dei dati. Il tessuto converte il calore corporeo in elettricità e lo fa utilizzando la differenza di temperatura tra il corpo e l’ambiente.

Questi sistemi intelligenti, come comunicato dal team di ricerca, potrebbero monitorare la temperatura e la velocità del respiro, rilevando anche indicatori chimici per virus, cancro ai polmoni e altre patologie. Non è tutto, il tessuto potrebbe essere impiegato anche per valutare la salute delle articolazioni e può essere usato dagli atleti per monitorare le prestazioni.

Infine, il team di ricerca ha anche in programma la creazione di un’app per smartphone che raccoglierebbe e trasmetterebbe i dati sanitari direttamente agli operatori e questo consentirebbe un monitoraggio costante delle condizioni di salute.