Mercurio è il pianeta più piccolo e allo stesso tempo il più interno del Sistema Solare. In superficie è di colore grigio ma al suo interno è davvero molto scintillante. Un nuovo e recente studio pubblicato sulla celebre rivista Nature Communications ha infatti rivelato che al suo interno Mercurio contiene un fantastico strato di diamanti spesso fino a 11 miglia.

Sulla questione si è espresso Yanhao Lin del Center for High Pressure Science and Technology Advanced Research di Pechino, coautore dello studio, il quale ha rivelato di aver notato già tanto tempo fa che l’elevato contenuto di carbonio in Mercurio potrebbe avere un ruolo molto significativo.  Nel 2011 alcune ravvicinate osservazioni effettuate tramite la sonda Messanger della Nasa avevano permesso di rilevare la presenza, nella superficie di Mercurio, di grafite.

Come mai? Probabilmente in passato il Pianeta in questione era stato ricoperto da magma ricco di carbonio. Questo a sua volta, raffreddandosi, sembrerebbe essere riuscito a formare proprio una crosta di grafite.

Alcuni dettagli sullo studio

Gli scienziati hanno quindi voluto indagare per capire se durante la fase di cristallizzazione la grafite è stato l’unico materiale a formarsi oppure no. Per poter fare ciò i ricercatori hanno combinato i dati ottenuti dai risultati delle simulazioni con i modelli termodinamici, e hanno quindi provato a ricreare in laboratorio quelle che sono le condizioni di temperatura e pressione interne al pianeta.

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I dati emersi hanno permesso di poter affermare che la cristallizzazione del nucleo potrebbe aver permesso anche la formazione di un lungo strato di diamanti. I ricercatori utilizzando una pressa a incudine hanno simulato le condizioni interne di Mercurio. La macchina in questione ha applicato livelli di pressione fino a 7 gigapascal. E proprio al confine tra mantello e nucleo i ricercatori hanno avuto modo di notare che le pressioni si avvicinano molto a 5,575 gigapascal.

Introducendo poi lo zolfo hanno avuto modo di scoprire che il materiale del mantello si è fuso ad una temperatura di 2.200 Kelvin. Condizioni queste che possono essere considerate ideali per la formazione del diamante. Secondo i ricercatori quindi i diamanti si sono formati nell’oceano di magma e poco alla volta sono poi precipitati andandosi a depositare al confine tra il mantello e il nucleo. Questo fantastico strato di gioielli quindi sembrerebbe trovarsi a 300 miglia circa sotto la superficie.