Il campo della neuroscienza ha raggiunto un traguardo importante con la creazione da parte dei ricercatori di Harvard e Google di una mappa 3D navigabile di un tessuto cerebrale umano. La ricostruzione di un cubo di un millimetro di cervello ha rivelato dettagli straordinari. Ci sono 57.000 cellule, 230 millimetri di vasi sanguigni e 130 milioni di sinapsi.
Questo straordinario campione occupa un immenso spazio di memorizzazione, precisamente 1.400 terabyte di dati. Ciò trasforma le informazioni biologiche complesse in dati digitali analizzabili.
La pubblicazione dello studio su Science fornisce una finestra senza precedenti sulle intricate reti di connessioni neurali, grazie all’uso combinato di microscopia elettronica e algoritmi di Intelligenza Artificiale.
Tessuto cerebrale: alla scoperta di connessioni neurali
L’esemplare di tessuto proviene da un intervento chirurgico su una donna di 45 anni, affetta da epilessia. La trasformazione in sezioni analizzabili ha richiesto tecnologie all’avanguardia. Questo millimetro cubico è stato infatti sezionato in 5.292 parti, ciascuna delle quali ha uno spessore di 33 nanometri.
Il fatto che i ricercatori abbiano scelto di condividere questi dati su un sito specializzato con immagini 3D dimostra l’impegno verso la collaborazione e la trasparenza nella comunità scientifica.
Questa mossa non solo facilita il progresso nell’analisi dettagliata delle reti neurali e della loro struttura ma invita anche altre menti curiose a esplorare e, forse, a interpretare fenomeni ancora misteriosi come i vortici di assoni visualizzati.
Già sorprendente per il livello di dettaglio e la complessità, questo studio è solo l’inizio di un progetto ancora più ambizioso, mirato alla mappatura dell’intero cervello di un topo.
Tale impresa comporterebbe la gestione di una quantità di dati circa 1.000 volte maggiore di quella attuale, promettendo così nuove incredibili scoperte nel campo del tessuto cerebrale e delle sue connessioni. Studi avanzati come questi cambiano radicalmente la nostra comprensione del cervello. Ciò aprirebbe nuove strade per i trattamenti di malattie neurologiche. Inoltre, miglioreremo la nostra comprensione di questo complesso organo, elemento fondamentale dell’esistenza umana.