Doctor Who entra in una nuova era: dalla stagione appena iniziata, difatti, comincia un nuovo corso che, come accadde nel 2005, proietta il Dottore in un percorso inedito e ancor più moderno, che non sconfessa il passato (anzi, lo accoglie nella sua continuity, espandendola) ma guarda al futuro, fatto di una community che, nelle intenzioni, dovrebbe espandersi ancora di più e con maggior semplicità, dato che sarà Disney+ a spargere il “verbo” della serie al di fuori del Regno Unito, e non più singole entità regionali in modo frammentato come successo fino ad oggi.

Alla base di questo cambiamento ci sono due persone: una è lo showrunner Russell T Davies – storico autore di molte delle avventure più amate del personaggio, ora tornato in pianta stabile sul serial – e Ncuti Gatwa, nuovo interprete del Doctor in una delle sue versioni più affascinanti già dai pochi episodi su cui il pubblico ha avuto modo di mettere gli occhi. Vi proponiamo oggi alcune dichiarazioni ufficiali in merito dei due, e se volete, leggete la nostra recensione.

Doctor Who entra in una nuova era

L’entusiasmo dei due è palpabile. Davies, a proposito del suo amore per la serie e come vi è tornato a bordo, ha dichiarato:

Semplicemente, adoro questa serie. La amo da tutta una vita. Ci penso in continuazione. Non è che abbia mai smesso di pensarci, davvero. Ho ogni singolo numero di Doctor Who Magazine in un mobile speciale, con vetrina frontale. Una volta fumavo, quindi quello avrebbe protetto le riviste dal fumo delle mie sigarette. Giusto per farvi capire quanto lo amo.

Durante tutti quegli anni in cui ero altrove, ho iniziato a pensare a come sarebbe stato il futuro di Doctor Who. E poi la BBC mi ha intercettato su Zoom – mi hanno intrappolato! Mi hanno presentato le loro ambizioni per rendere Doctor Who più grande, con tanto di streaming globale in simultanea, un partner di produzione di scala mondiale e dalle grandi ambizioni. E si adattava esattamente a ciò che pensavo che lo spettacolo dovesse fare. Penso di aver detto “sì” su due piedi. Non si dovrebbe fare. Si suppone che tu dica, “Lasciatemici pensare un attimo.” (…) Così ho presentato il concetto dell’intera prima serie. Non c’erano sceneggiature, ma ho lavorato alla struttura approssimativa di come sarebbe andata e alla sua forma, a come apparsa al pubblico, all’impatto che avrebbe avuto a pelle.
In realtà, ho solo descritto i fondamenti del viaggio nel tempo e nello spazio: ovunque nella Storia, ovunque nel futuro… su qualsiasi pianeta, in qualsiasi genere. Questo è l’aspetto importante da capire a proposito di Doctor Who. È una cosa molto inusuale. Possiamo avere una commedia una settimana, una del terrore la settimana successiva, una casa infestata la settimana dopo e un thriller la settimana a venire. Questo è molto insolito. Lo stavo vendendo a livello di concept, davvero, ma sottolineando sempre il Dottore e la companion come cuore dello spettacolo. E ha funzionato. E ora siamo qui. Evviva!

Doctor Who è uno dei franchise dalla lore più vasta in assoluto, con ben pochi rivali in merito, dato che va avanti dal 1963 tra tv, romanzi, fumetti. Come creare qualcosa di nuovo e adatto a tutti senza perdere (e far perdere) la bussola? Ecco la risposta dello showrunner.
[Di questa nuova stagione] Si potrebbe guardare ogni singolo episodio separatamente, senza farsi problemi di continuity, senza appesantirsi con la continuità. Ma come abbiamo visto a Natale, c’è ovviamente un mistero attorno alla famiglia d’origine di Ruby. È stata trovata abbandonata in una chiesa. È una storia da fiaba, che continua a seguirla. Quella storia non è finita. Chi è sua madre? Come possono scoprire cosa è successo? Il modo in cui il Dottore si collega a questo è affascinante. Quest’uomo emotivo di cui ho scritto si apre a proposito della sua famiglia in un modo che non ha mai fatto prima.

Ha lasciato la sua famiglia nel 1963 e praticamente non ne ha più parlato. Quello è un uomo che non conosce la sua famiglia, ed è affascinante. Mentre la sua mente si concentra su questo, la mente di Ruby si concentra sulla sua famiglia. Queste due storie si uniscono in quello che potrebbe essere il più grande finale mai su pellicola… anche se non usiamo più la pellicola! Ma ad ogni modo è davvero un climax sorprendente.

Altro elemento fondamentale è il fatto che il protagonista è al contempo sempre lo stesso, ma a ogni “rigenerazione” cambia ed è anche uno specchio dei tempi. Ecco come la pensa in proposito Russell.

Pensavo: “Com’è fatto un eroe per un pubblico giovanile?” Per un po’ di tempo, quando non stavo lavorando a Doctor Who, ho iniziato a pensare che molti eroi d’azione e supereroi in generale semplicemente picchino le persone per risolvere le cose. Anche i personaggi di Star Wars portano le pistole, e gli eroi hanno spade laser. Ma la caratteristica distintiva del Dottore è che non porta un’arma e, in maniera accentuata, scherza quando fronteggia un pericolo.
Questa è la cosa unica e meravigliosa del Dottore, e li amo per questo. Il nostro pubblico ora è molto più emotivamente legato al mondo. I bambini di sei anni sono molto più liberi oggi di esprimere la loro felicità o infelicità. Li incoraggiamo a parlare dei loro sentimenti. È ora di avere un nuovo Dottore che porta quelle emozioni in superficie più visibilmente anziché nasconderle. Il Dottore del resto non ha un solo cuore; ne ha due. Ho pensato che fosse proprio il momento giusto perché questi fossero al centro del palcoscenico. Ed è quello che sono qui a fare. Non è che mi devo inventare chissà che abilità speciali; lo spettacolo si rinnova da solo, praticamente. Ogni settimana, atterra in un posto nuovo. Ogni settimana, incontra una persona nuova, un nuovo nemico, un nuovo amico. Ed è una cosa bella.

Doctor Who Space Babies /  The Devil’s Chord: Doppio passo, doppio spasso Doctor Who Space Babies / The Devil’s Chord: Doppio passo, doppio spasso

Il quindicesimo Dottore

Il Dottore ha avuto quattordici interpreti principali, ma ha avuto anche incarnazioni “collaterali” ma amatissime come il War Doctor e il Fugitive Doctor, nonché interpreti momentanei o secondari. Gatwa si è trovato in un ruolo difficile da gestire e denso di aspettative (vedasi anche la sua apparizione, avvenuta insieme al congedo della versione di David Tennant). Ecco cosa ha dichiarato in merito:

Il mio agente mi ha chiamato per dirmi che avevo ottenuto il ruolo proprio mentre stavo entrando dal barbiere. Penso di essere rimasto letteralmente paralizzato dal peso dei 60 anni di storia del personaggio… “nessuna pressione”! Ero davvero, davvero sopraffatto. Ma mi sentivo come se avessi trovato una pepita d’oro. (…) Anche se non avevo subito compreso davvero la portata di tutto, e mi sento piuttosto sciocco a ripensarci. Ma una volta entrato in questo mondo, ho capito quanto fosse enorme. Ho pensato, “Beh, certo, è Doctor Who!” Ho subito capito perché è uno show che tutti conosciamo e amiamo. Ti toglie il fiato, per quanto sia vasta la portata dello show. A quel punto, abbracci il popolo dei fan. I fan rendono lo show quel che è, sono il “personaggio ultimo”.
[Entrare in scia ai precedenti Dottori] È sconcertante! Sono stati tutti grandi attori, e anche solo attraverso le loro performance mi hanno ispirato e supportato perché hanno dato così tante interpretazioni specifiche del personaggio… Ho potuto scegliere cosa raccogliere tra tutte queste ispirazioni per farle mie, buttarle nel calderone e aggiungere la mia interpretazione.

L’attore ha anche qualcosa da dire in merito ai nuovi episodi e al tema degli stessi:

Direi che Rogue è stato il mio preferito [tra gli episodi che ho girato]. Io e Millie ci siamo divertiti un sacco. Il Dottore e Ruby sono a dir poco entusiasti all’idea di andare nell’epoca Regency, e io e Millie avevamo sentimenti molto simili. Eravamo entusiasti dei nostri costumi, che erano incredibili. Ed è stato incredibile lavorare anche con Jonathan Groff: è un attore incredibile, che apporta molta dignità all’episodio.
Sì, [il tema della stagione] ha a che fare con la famiglia. Il mistero di Ruby Sunday è il tema predominante di questa stagione. Abbiamo visto nello speciale di Natale che il Dottore e Ruby legano sul fatto di essere entrambi orfani, “trovatelli”. (…) Il Dottore e Ruby sono sicuramente migliori amici, ma anche fratello maggiore e sorellina. Lui si sente molto protettivo nei suoi confronti. E alla fine non possono fare a meno di divertirsi insieme. Sono entrambi molto curiosi, piuttosto birichini e hanno personalità molto energiche, che si spalleggiano in continuazione.

Di sicuro l’attore concorda col fatto che il personaggio è speciale. Ma perché, e come fa Russell a renderlo alla perfezione nelle sue sceneggiature?

Una cosa che mi rimane impressa è quando sento la gente parlare di come condividono Doctor Who con più generazioni. Spesso senti dire, “Guardavo lo spettacolo con mio padre o con mia nonna,” o qualche altro membro della famiglia li ha introdotti allo spettacolo. Questo è davvero bello perché è uno spettacolo per tutta la famiglia. Immagino che lo spettacolo sia come un membro della nostra famiglia. Siamo cresciuti tutti con lui.
Penso che [Russell] catturi brillantemente la condizione umana allo stesso tempo in cui ci porta in epoche che non potremmo immaginare. È davvero bravo a mettere il micro e il macro uno accanto all’altro, luce e oscurità, tragedia e commedia. È eccellente nel scrivere la dualità. Inoltre, non ha paura di spingersi un po’ più in là, cosa che rende il tutto ancor più esaltante.

Millie Gibson è Ruby Sunday, companion d’eccezione

doctor who

La nuova compagna d’avventure del Dottore, Ruby Sunday, è interpretata dalla giovanissima Millie Gibson, che come tanti britannici è cresciuta nel mito del Dottore. E come tutti i fan del Doctor, giustamente pensa abbia un effetto positivo sulle persone e unisca le famiglie e le generazioni.

Ricordo che quando avevo circa sette anni, mia mamma mi portò all’Esperienza di Doctor Who. C’erano gli Angeli Piangenti e mostri del genere. Sudavo letteralmente, terrorizzato. Doctor Who era uno show che io e mio padre guardavamo sempre insieme. Dicevo, ‘È sabato sera, e Doctor Who è in onda – non importa uscire con gli amici!’ Ero dell’era di Matt Smith. Ecco perché sono così legata agli Angeli Piangenti. Quando trovi un Dottore, diventa immediatamente ‘il tuo’ Dottore. Quindi ora sarà Ncuti, ovviamente. (…) È uno show confortante. Quando sono triste, guardo sempre i miei show rassicuranti. Doctor Who ti rallegra, semplicemente. È un po’ come se potessi staccare da qualunque cosa mi stia preoccupando al momento. [Si tratta di uno show intergenerazionale,] Ecco cosa c’è di così amabile. E penso che questo sia ciò che unisce le persone, specialmente quando si tratta dell’episodio natalizio perché le famiglie possono tutte identificarsi con questo show. Le persone pensano, “Dovremmo guardare il nuovo speciale di Natale di Doctor Who perché è così… natalizio”.

Essere la companion è un duro lavoro, e l’alchimia col Dottore gioca un ruolo fondamentale:

La connessione tra il Dottore e il compagno deve esserci perché combattono per la loro vita fianco a fianco, ogni giorno, mentre viaggiano per l’universo. Devono avere fede e fiducia l’uno nell’altro. Sono legati per sempre. Penso che il Dottore sia molto protettivo nei confronti di Ruby. Ma in fondo c’è un certo grado di amore tra ogni duo che è mai stato nello show, ed è bellissimo.

Gibson si spinge a darci una descrizione del suo personaggio… e del serial, in appena cinque parole!

[Ruby] È una vera palla di fuoco! Ha una bramosia per l’avventura. È carismatica. È ottimista. È solo molto positiva, penso che sia adorabile. La guardo e penso, ‘Sì, sono d’accordo con Ruby. Ha ragione. Tutto andrà bene’. Penso che sia bello da vedere.

[Doctor Who è] Magico. Musicale. Supernaturale. Adorabile. Senza tempo.

Jinkx Monsoon, l’anima di Maestro

Doctor Who Maestro

Jinkx Monsoon riesce a incarnare un villain originale e molto inquietante: com’è nata l’idea di affidare l’interpretazione di Maestro a un interprete così eccezionale?

Con Russell T Davies siamo amici da molto tempo. Russell mi ha detto, dopo avermi visto nel mio ultimo spettacolo, che voleva che interpretassi il ruolo che alla fine ho interpretato in Doctor Who. In quel momento, ha iniziato a scrivere il ruolo un po’ di più pensando a me. Quando ho ricevuto lo script, la descrizione del personaggio diceva: “Una parte il Joker, una parte Jinkx Monsoon”. (…) Una delle cose più spaventose di un cattivo è quando non sai cosa farà “dopo”, quando non hai modo di intuirne il pensiero, quando ti stanno sorridendo, in procinto di attaccarti chissà come. Maestro tratta il Dottore come se non fosse una minaccia, ed è davvero divertente lavorarci insieme. Quando qualcuno cerca di abbatterti, ma in realtà non ti spaventa così tanto, è piacevole da interpretare: ha reso la performance dinamica tra Ncuti e me. Maestro è affascinato dal Dottore. Poter recitare contro qualcuno che ti odia e cerca di abbatterti e fermarti quando tu lo trovi solo adorabile… è fantastico da interpretare. Regala un aspetto interpretativo tutto suo al villain.

Infine, Monsoon esprime una lucidissima interpretazione di alcuni aspetti focali di Doctor Who, da sempre:

Quello che amo di Doctor Who è che ha questo elemento di camp, e questa sospensione dell’incredulità fantascientifica, in cui tutto è stilizzato e divertente… sul serio! Ma è anche scritto così bene: ogni episodio può commuoverti, ogni storia centra il punto e cerca di insegnarti qualcosa, che sia piccola o grande. Sono davvero entusiasta di far parte di questo episodio, in una stagione che scuoterà davvero le fondamenta del Whoniverso.