La Commissione Europea ha annunciato l’avvio di indagini riguardanti Alphabet (Google), Apple, Meta (Facebook) e Amazon, perchè sembra che non si siano ancora conformate alle disposizioni del Digital Markets Act (DMA). La CE ha espresso preoccupazione per il presunto mancato rispetto degli obblighi previsti dalla DMA riguardo al controllo sugli app store e le pratiche di auto-preferenziazione. In particolare, Google è sotto lente d’ingrandimento per il suo controllo su Google Play e la ricerca auto-preferenziale su Google Search, mentre Apple è sotto accusa per le restrizioni sull’App Store e la schermata di scelta per Safari.

Indagini su Meta e Amazon: prospettive e possibili Conseguenze

Le indagini riguardano anche Meta, con focus sul suo modello “pay or okay” per il consenso degli utenti nell’UE e su Amazon per possibili pratiche discriminatorie sul suo marketplace. Il termine “Pay or Okay” si riferisce a un modello di business che offre agli utenti una scelta tra due opzioni:

  1. Pagare: Gli utenti possono abbonarsi ai servizi o contenuti online previo pagamento mensile.
  2. Okay: Come alternativa, gli utenti possono continuare a utilizzare i servizi gratuitamente, ma in cambio acconsentono a ricevere pubblicità personalizzata.

Questo modello è stato introdotto da Meta (l’azienda dietro Facebook e Instagram) per gestire la raccolta di dati degli utenti e la visualizzazione di annunci pubblicitari personalizzati. In sostanza, gli utenti devono decidere se preferiscono pagare per evitare la pubblicità o accettare la pubblicità in cambio dell’uso gratuito dei servizi.

Proroghe di sei mesi o multe fino al 10% dell’intero fatturato

La CE ha emesso ordini di conservazione dei documenti per garantire la raccolta di prove e ha concesso a Meta una proroga di sei mesi per conformarsi all’obbligo di interoperabilità per Facebook Messenger. Se le indagini confermeranno le violazioni, la CE potrebbe imporre multe fino al 10% dell’intero fatturato dell’azienda coinvolta, con possibilità di aumentare fino al 20% in caso di ripetute violazioni. Potrebbero essere adottate anche misure correttive più drastiche, come la vendita di attività o il divieto di acquisire servizi aggiuntivi. La CE si impegna a concludere le indagini entro 12 mesi e adottare le misure necessarie per garantire il rispetto delle normative europee sulle pratiche digitali.