George Miller è uno dei registi più sottovalutati di sempre: c’è chi lo ricorda per Le streghe di Eastwick, chi non ha idea sia l’uomo dietro noti film per bambini come Babe va in città e i due straripanti Happy Feet, chi ne rimpiange l’incompiuto film sulla Justice League e chi infine l’ha scoperto solo recentemente con l’immaginifico Tremila anni di attesa, ma il suo più grande (e al contempo misconosciuto) contributo all’immaginario pop moderno è la saga di Mad Max, partita come film distopico indie e divenuta franchise multimilionario nel corso dei decenni. Il setting “wasteland postapocalittico” prende le mosse dalle idee di Miller, più e più volte palesemente saccheggiato (a partire da Ken il guerriero, che ne rappresenta un epigono marziale).
Il primo Mad Max – Interceptor del 1979 ha portato alla creazione di un franchise unico, che ha avuto due sequel diretti negli anni ’80 e un sequel tardivo ma eccellente nel 2015, Fury Road. Nelle idee di Miller c’erano ancora altre storie da narrare, nello specifico quella conclusiva sul personaggio di Max (che, si spera, riusciremo a vedere in Mad Max: Wasteland) e quella delle origini del personaggio interpretato da Charlize Theron in Fury Road, Furiosa, che ora ha un film dedicato solo a lei, Furiosa: A Mad Max Saga.

Furiosa: A Mad Max Saga… Anya come Charlize

Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth sono i protagonisti della pellicola, in arrivo nel corso del 2024. Questo nuovo lungometraggio di Warner Bros. Pictures e Village Roadshow Pictures è prodotto da Miller e dal suo partner di lunga data, il produttore nominato agli Oscar Doug Mitchell, attraverso la loro Kennedy Miller Mitchell, con sede in Australia.

Mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

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Al fianco di Taylor-Joy e Hemsworth tra i protagonisti del film troviamo anche Alyla Browne e Tim Burke. Miller ha scritto la sceneggiatura insieme al co-sceneggiatore di Mad Max: Fury Road Nico Lathouris. Il team creativo di Miller che ha lavorato dietro la macchina da presa comprende poi il primo assistente alla regia PJ Voeten e il regista della seconda unità e coordinatore degli stunt Guy Norris, il direttore della fotografia Simon Duggan, il compositore Tom Holkenborg, il sound designer Robert Mackenzie, il montatore Eliot Knapman, il supervisore agli effetti visivi Andrew Jackson e il colorist Eric Whipp. Fanno parte della squadra altri suoi collaboratori di lunga data, come lo scenografo Colin Gibson, la montatrice Margaret Sixel, il sound mixer Ben Osmo; la costumista Jenny Beavan e la truccatrice Lesley Vanderwalt, già vincitori del Premio Oscar per il loro lavoro su Fury Road.

Il trailer nel dettaglio

furiosa

Cosa potevamo aspettarci dal trailer di Furiosa? Sicuramente tanta azione spettacolare e una fotografia artistica e personaggi iconici… e certamente non siamo stati disattesi. Due minuti e mezzo intensissimi, che nel complesso non ci rendono semplice capire cosa accade nel film… ma al contempo ci svelano, se osservati con attenzione diversi spoiler o collegamenti con Fury Road.
Basilarmente sono tre i personaggi attorno cui ruota il trailer: Furiosa, Dementus e Immortan Joe.
E come in Fury Road, mentre due uomini si contendono tutto ciò che può avere davvero valore in un mondo alla rovina, è Furiosa la vera protagonista, impegnata in una lotta contro tutto e tutti per la libertà. Abbandonata (da?) una motocicletta in pieno deserto, la nostra eroina si erge mentre risuonano le parole di una voce femminile che la esorta a ritrovare la strada verso casa, a qualunque costo, per quanto possa essere lungo e difficoltoso. E sappiamo già che Furiosa non si tirerà indietro davanti a nulla, per tenere fede a questa promessa.

Furiosa
Il personaggio è ripreso di spalle, ma presto la vediamo in volto e possiamo riconoscere in lei le fattezza giovanili di quello che, in versione adulta, era interpretato da Charlize Theron. Qui ha ancora i capelli lunghi… e il braccio sinistro, che come sappiamo diventerà un singolare arto prostetico metallico polifunzionale.
Il trailer specifica che siamo a quarantacinque anni dal “collasso”, e presumiamo si intenda da quello della società moderna in toto che poi porterà alla situazione da far west vista in Interceptor, piuttosto che a quella postatomica… altrimenti Max dovrebbe avere più di settant’anni in Fury Road! Cosa ovviamente impossibile. Questo riferimento temporale molto preciso suona come importante e decisivo, e siamo molto curiosi di sapere che altro può configurare, considerando inoltre che poco più avanti c’è una scena in cui un gruppo di donne si dà alla fuga in quello che è un paesaggio boschivo molto fitto e sicuramente preapocalittico.
Questa scena in cui il voiceover narra l’antefatto di Furiosa in cerca di casa (ricerca definita senza mezzi termini “Odissea”) vede un gruppo di motociclisti proseguire in formazione, guidati da un’auto. Non si tratta di predoni: la formazione è troppo ben ordinata e lineare, ma a guidarla non sembra esserci Furiosa, che però potrebbe essere una dei motociclisti.

Passiamo poi alla scena in cui scopriamo il personaggio del signore della guerra Dementus, un Chris Hemsworth che qui sembra un Thor più simile all’iconografia norrena vera e propria, con barba e baffoni… nonché un naso molto pronunciato, probabilmente voluto per cercare di discostare il profilo dell’attore da quello del benevolente eroe Marvel. Dementus è rozzo, chiassoso, sgrammaticato nel parlare, e sembra molto incline alla platealità: il suo invito a scaldare i motori (probabilmente in vista di qualche epica cavalcata) risuona in modo teatrale quasi quanto la sua biga a motore.
Hemsworth ha recentemente svelato, riguardo al suo personaggio, che si tratta di “una persona molto violenta, disturbata, brutale, nato dalle Wasteland: un vero prodotto del suo ambiente, con un’intensità brutale. Nasce in un contesto in cui si tratta di uccidere o essere ucciso, e ha imparato a dominare con pugno di ferro. Ha carisma, ma si tratta di un carisma manipolativo.
Dettaglio interessante: alle sue spalle c’è una gabbia, da cui un anziano gli passa un microfono mentre si assicura di tener buono un ragazzino (o, forse, una ragazzina: i tratti del volto sono delicati) che reca con sé un orsetto di pelouche. Chi è? Potrebbe avere un’importanza notevole, in realtà. Non sappiamo se questa sia una scena ambientata nello stesso periodo del film o, addirittura, un flashback, per cui quella ragazzina potrebbe addirittura essere Furiosa nel momento in cui è stata allontanata dalla sua famiglia, diventando una schiava di Dementus. Tuttavia, dopo poco notiamo una biker con un casco a teschio: potrebbe essere la stessa Furiosa, così come potrebbe essere la persona che esorta Furiosa a cercare la libertà e la strada di casa.

Ecco arrivare sulla scena Immortan Joe, preceduto dai suoi seguaci, i War Boys. L’aspetto di Joe non è diverso da quello di Fury Road: benché più giovane, porta già i capelli lunghi e canuti, nonché quella enorme maschera respiratoria. Si vede e si sente poco, ma la sua figura incombe funesta come sempre e nello scontro con Dementus non sfigura per niente, imponendosi con la sua tracotanza. E chi ha già visto Fury Road sa anche quale sarà, con tutta probabilità, il finale di questo scontro. Nel film precedente Joe era interpretato da Hugh Keays-Byrne, purtroppo scomparso nel 2020: non è stato reso noto chi è l’interprete sotto il pesante trucco del personaggio, ma è ragionevole pensare sia Tom Bruke.
Elemento interessante è, nella scena successiva, vedere Furiosa dipingersi i caratteristici war paint neri sul viso, e farlo ancora col braccio sinistro: tuttavia lo fa in un ambiente in cui è riconoscibile lo “stemma” di Joe, cosa che non ci fa ben intendere se stia per assaltare i War Boys o, al contrario, ci si allei contro Dementus… una mossa che però potrebbe ritorcersi contro la stessa.


Le scene d’azione, tuttavia, sono difficilmente intellegibili e potrebbero riferirsi a qualunque cosa, come sempre nei montaggi dei trailer ma in particolare in questo caso: vedasi l’incidente di Dementus o la scena in cui Furiosa si libera dall’essere quasi sepolta viva.


Seguono scene flashback come quella già citata ambientata nella foresta, una in cui un personaggio dalle mani legate tenta di scappare nel deserto durante la notte e, infine, una scena con Furiosa e un personaggio maschile con cui è in grande confidenza (un fratello? Un amante?). Le successive scene nel deserto sono sempre meno comprensibili, ma è interessante notare come la motociclista col casco a teschio porti via con sé una ragazzina. O è Furiosa che porta in salvo la ragazzina prigioniera di Dementus vista all’inizio… o è la figura autorevole che incita Furiosa a scappare e da cui erediterà il casco, chissà. Singolare che, nella scena successiva, Dementus porti alla cintura l’orsacchiotto di pezza. Nelle scene successive vediamo il potenziale distruttivo di una Furiosa… di nome e di fatto, come si proclama. E, sul finale del trailer, la vediamo scrutare i dintorni con un telescopio, regolato dal suo braccio meccanico.


“Hai la forza per renderlo epico?” afferma Dementus in un momento di difficoltà, rivolto probabilmente a Furiosa, e probabilmente intendendo il momento in cui l’avrebbe giustiziato. A quel punto vediamo Furiosa come nel poster del film, nella stessa mise particolarmente aggressiva resa iconica da Charlize Theron.

Il trailer, in sostanza, è particolarmente ispirato e lascia ben presagire, con attori in parte e un comparto tecnico spettacolare. Ma da quel punto di vista già Fury Road risulta essere qualcosa di impareggiabile, se non dallo stesso autore, che qui sembra aver voluto spingere ancor di più sull’effetto cromato della fotografia. Non vediamo l’ora di scoprirne di più: per il momento questo è tutto quel che sappiamo, ma non è escluso che nel film faccia capolino Tom Hardy, magari in una scena post-credit di raccordo.

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