L’agenzia di rating Fitch ha espresso preoccupazione riguardo alle proiezioni contenute nella Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) del governo italiano, sottolineando che rappresentano un “significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti”.

In particolare, Fitch ha aggiornato le previsioni relative al deficit pubblico, prevedendo che raggiungerà il 5,2% del Pil nel 2023 e il 4,2% nel 2024. Questi nuovi dati si avvicinano agli obiettivi del governo, ma rappresentano un significativo aumento rispetto alle precedenti previsioni. Fitch stima inoltre che il rapporto tra debito pubblico e Pil scenderà di 1,3 punti percentuali al 140,3% nel 2023, meno dei 2,2 punti percentuali previsti a maggio, principalmente a causa della revisione del deficit. La previsione è che il debito si stabilizzerà al 140% del Pil entro la fine del 2025, ma ciò sarà in parte compensato dal ritorno a un avanzo primario e dall’incremento dei costi del servizio del debito.

Il giudizio di Fitch arriva in un momento in cui il governo italiano sta pianificando una manovra in deficit, suscitando preoccupazioni per il crescente allentamento della disciplina fiscale e il lento calo del debito pubblico. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha richiamato l’Italia ad adottare obiettivi più ambiziosi nell’aggiustamento dei conti e nell’accelerazione della crescita economica.

Il Ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha risposto alle preoccupazioni di Fitch e dell’FMI sottolineando che l’unico elemento in “extra-deficit” è il taglio del cuneo contributivo. Ha anche evidenziato che le agenzie di rating svolgono un ruolo diverso rispetto ai politici e che l’attenzione principale dovrebbe essere rivolta alle famiglie e alle persone che stanno affrontando difficoltà economiche.

Nel frattempo, sia la Camera dei Deputati che il Senato hanno dato il via libera alla risoluzione di maggioranza relativa allo scostamento di bilancio. La Camera ha approvato la risoluzione con 224 voti a favore e 127 contrari, mentre il Senato ha registrato 111 voti a favore e 69 contrari.