La depressione è un disturbo insidioso che spesso sfugge all’attenzione, tanto da risultare sottovalutato non solo dalle persone che ne sono affette ma anche da chi le circonda. Questa scoperta inquietante mette in luce il momento in cui i primi sintomi di depressione possono manifestarsi, spingendoci a riflettere sull’importanza di riconoscerli precocemente.
La depressione è un problema globale che colpisce circa il 5% della popolazione mondiale, ma dopo la pandemia, questa percentuale è aumentata notevolmente, coinvolgendo anche individui che in precedenza erano meno suscettibili. La vergogna che spesso circonda questa malattia porta chi ne soffre all’isolamento sociale, contribuendo all’ampio impatto sociale, familiare e professionale che essa comporta. Ad esempio, le persone con depressione tendono ad assentarsi dal lavoro per un periodo molto più lungo rispetto a coloro che non ne soffrono.
Un dato preoccupante è l’aumento dei casi di depressione tra i giovani, compresi i diciottenni, che lamentano sempre più frequentemente sintomi depressivi. La pandemia ha peggiorato la situazione della salute mentale dei giovani, ma fattori come l’instabilità geopolitica e la precarietà economica hanno ulteriormente aggravato i sintomi.
È emerso che i primi segni della depressione possono comparire fin dall’età di 15 anni, e nell’80% dei casi, la malattia si manifesta pienamente entro i 18 anni. È fondamentale intervenire tempestivamente e non sottovalutare alcun sintomo. Tuttavia, l’atteggiamento della società nei confronti della malattia mentale spesso impedisce alle persone di cercare aiuto. È essenziale cambiare questa mentalità e offrire sostegno, ascolto e comprensione a chi ne ha bisogno, poiché l’isolamento e i pregiudizi possono essere più dannosi della malattia stessa. Accesso alle cure adeguate e supporto umano sono entrambi fondamentali per affrontare la depressione in tutte le sue fasi.