L’Associazione delle Società di Ingegneria (Oice) ha condotto un’analisi su 66 bandi di progettazione con un valore superiore a 140.000 euro, pubblicati dopo l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti il 1° luglio 2023. I risultati rivelano che in oltre il 50% dei casi, i requisiti richiesti per dimostrare la capacità tecnico-professionale sono stati estesi oltre il periodo di tre anni indicato nel codice, con un’attenzione particolare al quinquennio (17 casi) e al decennio (14 casi). Inoltre, in 5 casi non sono stati stabiliti requisiti specifici.
Questa tendenza riflette una preferenza da parte delle stazioni appaltanti nel seguire le indicazioni contenute nei disciplinari proposti dall’Oice piuttosto che le norme del nuovo codice degli appalti. Mentre il nuovo codice suggerisce requisiti tecnico-professionali basati su un periodo di tre anni, la maggior parte delle gare analizzate richiede requisiti basati su un periodo di tre anni (in 19 casi) o sul migliore periodo di tre anni all’interno di un quinquennio (in 2/3 delle gare).
Il presidente dell’Oice, Giorgio Lupoi, ha sottolineato l’importanza di questa scelta a favore della concorrenza e del mercato, che consente di qualificare un numero maggiore di progettisti. Ha anche evidenziato la necessità di riconsiderare l’articolo 100 del nuovo codice degli appalti, che prevede un periodo di tre anni per i requisiti tecnico-professionali. Lupoi ha sostenuto che mantenere requisiti basati su un periodo di dieci anni, come fatto finora, è importante per preservare il know-how di professionisti altamente qualificati. Inoltre, ha invitato il governo a valutare questa scelta per sostenere le piccole e medie imprese e le microimprese, oltre a promuovere l’accesso al mercato e la qualità dei servizi offerti.