Il Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB) è profondamente preoccupato per i rischi associati alla tecnologia del gene-drive e per il ruolo delle zanzare nella diffusione di malattie e nell’estinzione di specie. Il gene-drive è una tecnica di biologia sintetica progettata per aumentare la frequenza di una specifica caratteristica genetica all’interno di una popolazione, ma questa tecnologia solleva gravi preoccupazioni per la biodiversità, l’ecosistema e la salute umana.

La modifica genetica delle zanzare portatrici del patogeno della malaria è un esempio noto di applicazione del gene-drive. Sebbene l’auto-estinzione delle zanzare possa sembrare una soluzione per debellare la malattia, questa strategia minaccia la biodiversità e solleva questioni legate alla responsabilità e al risarcimento per danni alla biodiversità secondo il Protocollo di Nagoya-Kuala Lumpur del 2010.

Inoltre, le zanzare sono state coinvolte nella diffusione di altre patologie, come la febbre Dengue e il virus Usutu, in aree geografiche in cui queste malattie erano in precedenza assenti. Ciò crea un pretesto per l’uso del gene-drive per giustificare azioni di pressione politica a favore di questa tecnologia come unica soluzione efficace per le crisi sanitarie.

Oggi, il gene-drive rappresenta un nuovo capitolo nella biotecnologia, non solo per motivi economici ma anche a causa del predominio della tecno-scienza e della biopolitica nella società contemporanea. Questo approccio è evidente nelle dichiarazioni che mettono in primo piano la riduzione delle sofferenze umane a scapito della diversità biologica.

Il CIEB esorta il pubblico a considerare i seguenti punti:

  1. La convergenza delle tecnologie, tra cui l’ingegneria genetica, la biologia sintetica e la robotica, può concentrare ulteriore potere nelle mani di pochi soggetti che controllano le risorse fondamentali per la sopravvivenza umana.
  2. Le tecniche del gene-drive sollevano importanti dilemmi etici poiché mirano a estinguere specie intere e a creare nuovi sistemi biologici artificiali, i cui detentori avranno il potere di brevettare queste invenzioni biotecnologiche.
  3. L’accesso a queste applicazioni biomediche sarà costoso e discriminatorio, violando i principi bioetici di beneficenza, non maleficenza e giustizia.
  4. Solo una parte della comunità scientifica è coinvolta nella definizione dei rischi e delle strategie di governance associate alle tecniche del gene-drive.

Inoltre, il CIEB chiede al Governo italiano di valutare se il gene-drive possa violare trattati internazionali sulle armi di distruzione di massa e, se del caso, di adottare misure adeguate. Infine, il comitato invita il governo e i media italiani a promuovere un dibattito pubblico trasparente e imparziale sui rischi delle tecniche del gene-drive, coinvolgendo ricercatori privi di conflitti di interesse e liberi da schieramenti politici.