Entra in vigore il Digital Service Act (DSA), una legge dell’Unione Europea (UE) progettata per affrontare gli abusi online e garantire una maggiore protezione agli utenti del web. Questa nuova normativa mira a regolare i servizi digitali e a promuovere la sicurezza online, affrontando questioni come la protezione dell’infanzia e la lotta alla disinformazione.

Thierry Breton, il commissario europeo al mercato interno e figura chiave di questa riforma, ha sottolineato l’importanza di mettere al primo posto la protezione dell’infanzia e la lotta alla disinformazione nell’applicazione del DSA. Tuttavia, esponenti della Lega europea, tra cui Marco Campomenosi, capo delegazione al Parlamento europeo, e Alessandra Basso, relatrice ombra, hanno espresso preoccupazioni riguardo al DSA, definendolo una “legge bavaglio” che rafforzerà la censura su Internet. Hanno sottolineato che anche se il DSA può avere buone intenzioni, nasconde il rischio di limitare la libertà di espressione online.

In risposta a queste preoccupazioni, Thierry Breton ha difeso il DSA sottolineando che la moderazione dei contenuti online non equivale alla censura. Ha chiarito che in Europa non ci sarà alcun “Ministero della Verità” e ha sottolineato l’importanza della trasparenza nei processi degli algoritmi, nel monitoraggio dei bot e nella pubblicità mirata. Breton ha enfatizzato che anche le grandi aziende tecnologiche (Big Tech) devono prendere sul serio la protezione della libertà di parola e la tutela dei cittadini e delle democrazie.

Attualmente, il DSA ha già designato 19 grandi gruppi online con oltre 45 milioni di utenti nell’UE come soggetti alla legge. Questi includono motori di ricerca come Bing e Google Search e diverse piattaforme, tra cui i social media come Facebook, Instagram, Twitter, TikTok e altri servizi come YouTube e Wikipedia. A partire da domani, questi soggetti saranno tenuti ad adempiere ai primi obblighi previsti dalla legge, mentre a partire da febbraio il DSA coinvolgerà un numero ancora più ampio di servizi digitali.

Il Digital Service Act rappresenta un importante passo avanti nell’ambito della regolamentazione dei servizi digitali nell’UE, ma le discussioni e le preoccupazioni riguardo alla sua applicazione e ai suoi effetti sulla libertà di espressione online continueranno a essere un tema centrale di dibattito nell’Unione Europea e oltre.