Dopo anni di contese legali e polemiche, gli utenti iPhone coinvolti nel cosiddetto scandalo “batterygate” stanno finalmente per ricevere il risarcimento a cui hanno diritto. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Mercury News, l’appello presentato da due proprietari di iPhone contro l’accordo raggiunto in precedenza – e giudicato insoddisfacente dai due clienti in questione – è stato respinto dal giudice incaricato del caso, aprendo così la via alla distribuzione dei pagamenti.
Nel 2020, Apple aveva concordato di pagare una somma di 500 milioni di dollari per chiudere la causa, nella quale era accusata di aver ridotto segretamente le prestazioni di alcuni modelli di iPhone più vecchi. Tale class action era stata proposta per i clienti statunitensi che possedevano un iPhone 6, 6 Plus, 6s, 6s Plus, 7 o 7 Plus con i sistemi operativi iOS 10.2.1 o iOS 11.2 installati prima del 21 dicembre 2017.
Tutto ebbe inizio con l’aggiornamento iOS 10.2.1 rilasciato da Apple nel 2017. Questo software modificava le prestazioni degli iPhone più datati con batterie usurate per evitare spegnimenti improvvisi. Di fatto, il processore veniva rallentato poiché la batteria non era più in grado di sostenere certi livelli di prestazione. Questa modifica provocava una diminuzione delle prestazioni per alcuni utenti. L’unico modo per ripristinare la piena efficienza del dispositivo era sostituire la batteria degradata.
Apple non aveva inizialmente informato i clienti di questo cambiamento introdotto con iOS 10.2.1, suscitando forti polemiche e una class action estremamente partecipata
Apple non aveva inizialmente informato i clienti di questo cambiamento introdotto con iOS 10.2.1, scatenando la furia dei consumatori e dando il via a un’importante vertenza legale. Alla fine, Apple si scusò per non aver comunicato adeguatamente e ridusse il prezzo della sostituzione delle batterie a 29$ per tutto il 2018. In questi giorni, i clienti che ne hanno fatto richiesta nel 2020, riceveranno finalmente un rimborso di 65 dollari.