Il biochar, noto anche come “terra nera”, è una sostanza sintetica derivata dalla pirolisi di biomasse vegetali, ispirata alla pratica utilizzata secoli fa dalle popolazioni amazzoniche per migliorare la fertilità del suolo. Questa terra preta de índio era composta da carbone, scarti animali e pezzi di ceramica, creando un terreno poroso che trattenesse acqua e nutrienti. Il biochar viene prodotto attraverso il riscaldamento di biomasse vegetali in condizioni di deficit di ossigeno, producendo un materiale solido e biocombustibili liquidi e gassosi.
Il biochar ha dimostrato di avere potenziali benefici significativi per l’ambiente e l’agricoltura. Può aiutare i coltivatori nelle zone colpite dai cambiamenti climatici e contribuire a intrappolare i gas serra, come l’anidride carbonica. Si stima che entro il 2050 possa sequestrare fino a 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno, un quantitativo paragonabile alle emissioni dell’India. Inoltre, il carbonio intrappolato nel biochar rimane stabile per secoli, a differenza delle biomasse che si degradano più rapidamente.
Oltre al sequestro di carbonio, il biochar agisce come un miglioratore del suolo. Assorbendo l’acqua come una spugna, trattiene elementi nutritivi essenziali per la crescita delle piante, come l’azoto e il fosforo, e riduce l’emissione di gas serra dannosi come l’ossido di diazoto. Nonostante i suoi benefici, il biochar è ancora poco utilizzato nell’agricoltura, principalmente a causa del costo elevato rispetto ai tradizionali ammendanti.
Tuttavia, il biochar sta attirando l’interesse delle aziende che si concentrano sulle compensazioni di carbonio e cercano modi più efficaci ed efficienti per bilanciare le loro emissioni e avvicinarsi all’obiettivo di “zero netto”. I progetti di compensazione tramite biochar, anche se ancora di nicchia, si dimostrano più efficaci nella cattura reale dei gas serra e vantaggiosi a livello climatico, ambientale e sociale. Aziende come Microsoft, Shopify e JPMorgan hanno già investito in certificati di rimozione del carbonio ottenuti tramite biochar.
Se la produzione di biochar dovesse aumentare e diventare più economica, potrebbe svolgere un ruolo cruciale nella rigenerazione dei suoli impoveriti in diverse regioni del mondo, come l’Asia meridionale e l’Africa occidentale, affrontando così la sfida dell’insicurezza alimentare e del cambiamento climatico.