I Pianeti Solitari della Galassia: Un’indagine sulle dimensioni e la formazione
Lo studio condotto da Takahiro e Bannett è stato il primo tentativo di misurare il numero di pianeti vaganti nella nostra galassia, includendo pianeti con massa inferiore a quella della Terra. I ricercatori hanno scoperto che questi pianeti solitari, nel complesso, tendono a essere più piccoli dei pianeti che ruotano intorno alla propria stella. “I pianeti solitari di dimensioni terrestri sono più comuni di quelli più massicci“, ha spiegato Sumi. L’astronomo ha proseguito affermando che la differenza di dimensioni tra i pianeti legati alla stella, e i loro cugini liberi di fluttuare, è in realtà la chiave per capire come si formano i pianeti.
La disparità di dimensioni è il risultato di pianeti più piccoli che si formano intorno a una stella e che vengono trascinati dalla gravità di stelle più grandi nello stesso sistema solare. Il pianeta più grande tira quello più piccolo mentre le loro orbite si incrociano finché, col tempo, il pianeta più piccolo viene strattonato fuori dalla sua orbita e spedito nello spazio. Liberato dal suo “padrone solare”, questo pianeta è ora libero di intraprendere un viaggio in solitaria attraverso il cosmo.
I Pianeti vaganti: prossima ricerca con il telescopio spaziale Roman della NASA
Gli astronomi che cercano di identificare i pianeti canaglia di massa inferiore sperano di ricevere una spinta dal prossimo telescopio spaziale Roman della NASA, il cui debutto è previsto per il 2027. Il telescopio Roman sarà in grado di trovare pianeti vaganti meglio dei telescopi terrestri, grazie al miglior punto di osservazione disponibile dallo spazio. “Roman sarà sensibile anche ai pianeti canaglia di massa inferiore, poiché osserverà direttamente dallo spazio“, ha dichiarato Naoki Koshimoto, astronomo dell’Università di Osaka. “Stimiamo che la nostra galassia ospiti un numero di pianeti vaganti 20 volte superiore a quello delle stelle“. -David Bannett
Koshimoto ha spiegato che l’ampia area di osservazione di Roman, combinata con la sua visione nitida, permetterà agli scienziati di vedere gli oggetti della Via Lattea e oltre con un dettaglio migliore rispetto ai telescopi a terra, cosa che definisce “una prospettiva entusiasmante“.