Secondo Bloomberg, Apple avrebbe già iniziato a testare un chatbot di sua creazione: attualmente viene utilizzato internamente da diversi dipendenti dell’azienda. Di recente l’azienda ha iniziato ad esplorare il potenziale della sua intelligenza artificiale generativa per aiutare lo staff del servizio di clienti di AppleCare a migliorare le sue iterazioni con i clienti.

Mentre Google e Microsoft hanno accelerato l’adozione della tecnologia IA implementandola a grande velocità nei loro rispettivi prodotti, Apple sembra aver scelto la strada della prudenza. L’implementazione delle IA generative all’interno dei servizi di Apple non è prevista nell’immediato: probabilmente bisognerà aspettare il 2025, anche a causa dei numerosi limiti del chatbot, oggi in uno stadio ancora acerbo.

Fonti interne affermano che Apple annuncerà un’importante iniziativa legata all’IA il prossimo anno. La cautela è giustificata, dato il rischio di divulgazione di informazioni e dati falsi associato all’uso dei chatbot. Due problemi che hanno accompagnato il lancio di pressoché ogni IA generativa, ma che nel caso di Apple potrebbero danneggiare irrimediabilmente la reputazione di un brand che ad oggi ha fatto davvero pochi passi falsi sul fronte della privacy e della sicurezza dei suoi prodotti.

Nel Apple 2018 ha assunto l’ex capo della divisione IA di Google, John Giannandrea, per guidare i suoi sforzi nel campo dell’apprendimento automatico, sottolineando l’importanza di questa tecnologia per l’azienda. Oggi Apple si trova nella scomoda posizione di dover rispondere ai servizi basati su IA lanciati da competitor del calibro di Google, Samsung e Microsoft. Il tempo non è dalla sua. La scorsa settimana, Bloomberg ha riportato un’indiscrezione secondo la quale Apple avrebbe iniziato a sviluppare un’IA basata su JAX, un modello creato da Googe.