“La rivoluzione dell’IA sul posto di lavoro non è ancora in atto”. Il motivo è investimento che gli imprenditori stessi dedicano al settore. Solo il 36% dei datori di lavoro britannici ha investito in tecnologie abilitate all’intelligenza artificiale come robot industriali, chat bot, assistenti intelligenti e cloud computing negli ultimi cinque anni, secondo un’indagine rappresentativa a livello nazionale del Digital Futures at Work Research Centre (Digit). L’indagine è stata condotta tra novembre 2021 e giugno 2022, con una seconda ondata attualmente in corso.
Gli accademici dell’Università di Leeds, insieme ai colleghi delle Università del Sussex e di Cambridge, hanno condotto la ricerca, scoprendo che solo il 10% dei datori di lavoro, che non avevano ancora investito in tecnologie abilitate dall’intelligenza artificiale, prevedeva di investire nei prossimi due anni. I nuovi dati evidenziano anche un crescente problema di competenze. Meno del 10% dei datori di lavoro ha previsto la necessità di investire nella formazione sulle competenze digitali nei prossimi anni, nonostante il 75% abbia difficoltà a reclutare personale con le giuste competenze. Quasi il 60% dei datori di lavoro ha dichiarato che nessuno dei propri dipendenti ha ricevuto una formazione formale sulle competenze digitali nell’ultimo anno.
Il mix di speranze, speculazioni e clamore
Il ricercatore principale, il professor Mark Stuart, Pro Dean per la ricerca e l’innovazione della Leeds University Business School, ha dichiarato: “Un mix di speranze, speculazioni e clamore sta alimentando una narrazione in corsa secondo cui l’adozione di nuove tecnologie digitali abilitate dall’intelligenza artificiale trasformerà rapidamente il mercato del lavoro del Regno Unito e non solo, incrementando la produttività e la crescita. Queste speranze sono spesso accompagnate da timori sulle conseguenze per i posti di lavoro e persino sul rischio esistenziale. Tuttavia, i nostri risultati suggeriscono la necessità di concentrarsi su una sfida politica diversa. La rivoluzione dell’IA sul posto di lavoro non è ancora avvenuta. I politici dovranno affrontare sia i bassi investimenti dei datori di lavoro nelle tecnologie digitali, sia i bassi investimenti nelle competenze digitali, se vogliamo che l’economia del Regno Unito realizzi i potenziali benefici della trasformazione digitale“.
Investimenti in Tecnologie Digitali Abilitate all’IA non provocano perdita di lavoro, ma incrementano l’occupazione
Stijn Broecke, economista senior dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ha dichiarato: “In un momento in cui l’intelligenza artificiale sta portando la digitalizzazione a una marcia superiore, è importante andare oltre il clamore e avere un dibattito che sia guidato da prove piuttosto che da paure e aneddoti”. Questo nuovo rapporto del Digital Futures at Work Research Centre (Digit) fa esattamente questo e fornisce un quadro preciso dell’impatto delle tecnologie digitali sul posto di lavoro, evidenziando sia i rischi che le opportunità”.
Secondo l’indagine, i motivi principali per cui si investe sono il miglioramento dell’efficienza, della produttività e della qualità dei prodotti e dei servizi. D’altro canto, i motivi principali per cui non si investe sono l’irrilevanza dell’IA rispetto all’attività aziendale, i rischi aziendali più ampi e la natura delle competenze richieste. L’indagine non ha fornito elementi che suggeriscano che gli investimenti in tecnologie abilitate all’IA comportino una perdita di posti di lavoro. Anzi, è più probabile che chi adotta il digitale abbia aumentato l’occupazione nel periodo di cinque anni precedente l’indagine.