I prezzi della verdura sono in costante aumento, registrando un balzo del 13,9%. Questo aumento è principalmente attribuibile alle condizioni meteorologiche avverse, come la siccità e il maltempo, che hanno colpito pesantemente le colture agricole, riducendo la loro disponibilità sul mercato. Secondo l’analisi condotta dalla Coldiretti sulla base dei dati dell’Istat, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è stato del 11,6% a maggio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, superando il tasso medio di inflazione che è sceso al 7,6%.
Le famiglie italiane continuano ad affrontare difficoltà nell’acquisto di frutta e verdura, con una diminuzione del 9% nel consumo rispetto all’anno precedente. Questa è la cifra più bassa registrata dall’inizio del secolo, come riportato dall’analisi condotta dalla Coldiretti basata sui dati del Cso Italy. Le quantità di pere sono diminuite del 17%, le arance e l’uva da tavola dell’11%, le pesche, le nettarine e i kiwi dell’8%, mentre le mele hanno subito una diminuzione del 5%. Tra gli ortaggi, gli acquisti di asparagi sono crollati del 24% e quelli di radicchi del 20%. Nel complesso, nel 2022 il consumo di frutta e verdura in Italia è stato di 5,5 miliardi di chili, una diminuzione di mezzo miliardo di chili rispetto all’anno precedente, con preoccupanti conseguenze per la salute dei cittadini.
Le difficoltà non si limitano alle tavole dei consumatori, ma si estendono anche alle aziende agricole. Più di un terzo di esse (34%) si trova in una situazione di reddito negativo, mentre il 13% è addirittura costretto a interrompere l’attività, come evidenziato dal Crea, che sottolinea anche l’aumento significativo dei costi di produzione.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha sottolineato la necessità di promuovere accordi di filiera tra le imprese agricole e industriali, con l’obiettivo di stabilire prezzi equi che non scendano mai al di sotto dei costi di produzione, come previsto dalla nuova legge contro le pratiche sleali e le speculazioni. Prandini ha inoltre sottolineato l’importanza di aumentare le risorse destinate al settore agroalimentare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sostenendo progetti di filiera che coinvolgono oltre 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, aziende di trasformazione, università e centri di ricerca.