Le nuove frontiere del salvataggio si aprono con l’avvento del drone bagnino, sperimentato con successo presso il lido di Brissago. Durante la simulazione di un annegamento, il velivolo di pronto intervento ha dimostrato le sue potenzialità, affiancando gli operatori umani.
Tuttavia, i primi tentativi di salvataggio non sono stati privi di difficoltà. Diverse cause hanno compromesso l’operazione, tra cui l’attacco di un gabbiano, le condizioni ventose e le interferenze causate dal terreno. Christian Righinetti, pilota e istruttore di DroneAir, ha spiegato che la presenza di granito e ferro nel terreno di Brissago ha generato alcuni problemi di interferenza che dovranno essere risolti.
Il nuovo sistema di soccorso prevede l’utilizzo di due droni: uno rimarrà stazionario in alto per individuare e monitorare il bagnante in difficoltà, mentre l’altro si lancerà in azione, consegnando un salvagente alla persona bisognosa di aiuto. I droni non sostituiranno i bagnini, ma li affiancheranno. Quando viene rilevata una situazione di pericolo, un soccorritore attiva i droni. Nel frattempo, un altro operatore si occupa di assistere il naufrago, che nel frattempo avrà già ricevuto un dispositivo galleggiante.
L’istruttore sottolinea che i droni permettono di intervenire più rapidamente dei bagnini tradizionali, offrendo un’azione tempestiva. Aggiunge inoltre che il progetto potrebbe essere utile anche per Acque Sicure, sottolineando l’intenzione di contribuire con questo mezzo di primo intervento. La tecnologia e le modalità di soccorso dovranno essere ulteriormente perfezionate, ma senza dubbio rappresentano una nuova opportunità per affrontare situazioni di pericolo in acqua.