La Giornata mondiale della barriera corallina, celebrata il 1° giugno di ogni anno, mira a sensibilizzare sull’importanza delle barriere coralline per la salute del pianeta. Un quarto di tutte le specie marine conosciute vive sulle barriere coralline e questi ecosistemi sostengono oltre un miliardo di persone. Le barriere coralline proteggono le coste, attenuando l’impatto delle onde, delle tempeste e delle inondazioni, prevenendo la perdita di vite umane, danni materiali ed erosione costiera.
Con le temperature oceaniche record che destano preoccupazione tra gli esperti di protezione e ripristino delle barriere coralline, la necessità di dati affidabili è più importante che mai. Senza azioni drastiche per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, potrebbe verificarsi una diminuzione del 70-90% dei coralli vivi entro il 2050.
Tuttavia, data l’immensità degli oceani, lo studio e l’esplorazione dell’ambiente marino presentano sfide logistiche e finanziarie. Gli scienziati da soli non possono raccogliere dati sufficienti. Hanno bisogno del contributo di più occhi, orecchie e prospettive. È qui che i cittadini scienziati, opportunamente addestrati e impegnati nella raccolta di dati sui coralli in modo standardizzato, possono colmare le lacune nella raccolta dati e fornire informazioni per una migliore presa di decisioni.
I programmi di citizen science apportano benefici anche alle comunità locali e alle imprese, aumentando la consapevolezza delle questioni ambientali. Molti turisti desiderano fare di più che semplicemente immergersi a fini ricreativi; durante le vacanze vogliono avere uno scopo, desiderano imparare, proteggere e conservare l’oceano.
Tuttavia, sebbene il turismo sia un elemento centrale nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e venga identificato come un mezzo per promuovere un uso sostenibile delle risorse marine e costiere, un’eccessiva affluenza turistica può avere conseguenze negative per gli ecosistemi fragili come le barriere coralline. Uno studio recente alle Hawaii ha evidenziato una correlazione tra il degrado delle barriere coralline e un’elevata affluenza turistica determinata dai social media. Affinché il turismo delle barriere coralline sia sostenibile, è essenziale che venga guidato dalle migliori pratiche e valutato regolarmente. Ciò richiede una collaborazione tra il settore privato, le organizzazioni non governative e le istituzioni internazionali.
La Fondazione Reef-World, in partnership con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), guida l’iniziativa Green Fins, coinvolgendo una vasta comunità globale di imprese di turismo marino e promuovendo partnership con il settore privato per integrare la sostenibilità nei modelli di business e contribuire agli sforzi di conservazione globale. Ad esempio, la Professional Association of Diving Instructors (PADI), uno dei principali partner industriali di Reef-World, rappresenta la più grande rete di centri di immersione, istruttori subacquei e subacquei. Essa gioca un ruolo fondamentale nella promozione della sostenibilità dell’industria del turismo marino, educando i subacquei a condurre uno stile di vita consapevole dell’oceano e incoraggiando gli operatori subacquei a gestire le loro attività in modo ecologicamente sostenibile.
In Repubblica Dominicana, gli operatori subacquei stanno attivamente contribuendo alla citizen science con il supporto di organizzazioni non governative locali come Reef Check e la Fondazione Dominicana per gli Studi Marini. Essi monitorano la salute delle barriere coralline, la malattia della perdita di tessuto corallino e i mammiferi marini, fornendo dati che vengono utilizzati a livello locale, nazionale e internazionale per la gestione e la conservazione delle barriere coralline.