Cittadinanzattiva, un’organizzazione civica italiana, ha presentato una Raccomandazione civica che mira a semplificare l’accesso alle cure e ai farmaci, rendendolo più agile, efficiente ed efficace, basandosi sugli strumenti digitali implementati durante la pandemia. Questa iniziativa è il risultato di un lavoro collaborativo che ha coinvolto associazioni di pazienti e professionisti sanitari.

Il documento, composto da 25 raccomandazioni, si focalizza su tre macroaree. Prende spunto dai risultati di un’indagine civica condotta lo scorso marzo, che ha analizzato l’attuazione delle misure adottate durante la pandemia e l’accesso ai farmaci antivirali per il trattamento del Covid-19 negli ultimi 12 mesi. L’indagine ha evidenziato che durante la pandemia la misura più utilizzata nella sanità digitale è stata la ricetta dematerializzata, adottata dall’82,6% dei medici di medicina generale, dall’84,8% dei rappresentanti delle società scientifiche e dal 93,5% dei farmacisti. Tuttavia, la consegna di farmaci e dispositivi al domicilio del paziente ha registrato una crescita inferiore rispetto al periodo pre-pandemico, come riportato dal 69,6% dei medici di famiglia e dal 16% dei farmacisti.

L’utilizzo della telemedicina è aumentato, ma in misura inferiore rispetto alla ricetta dematerializzata. Ad esempio, l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico risulta ancora limitata e non uniforme, sia in termini di attivazione (43,5% dei medici di base, 47,8% dei farmacisti e 67,4% dei rappresentanti delle società scientifiche) che di utilizzo quotidiano (47,8% dei medici di medicina generale, 32,6% dei farmacisti, 56,5% delle società scientifiche). I medici di famiglia hanno segnalato una “poca familiarità” da parte dei pazienti (60,9%) e dei caregiver (56,5%) con gli strumenti digitali.

L’indagine ha anche evidenziato che molte delle misure straordinarie introdotte durante la pandemia sono state temporanee e non sono state confermate o integrate nel periodo post-pandemico, nonostante abbiano semplificato e ridotto la burocrazia nel processo assistenziale. Il 47,8% dei medici di famiglia, il 50% degli specialisti e il 30% dei farmacisti ritiene che si stia facendo un passo indietro, mentre il 56,5% non è d’accordo. Tra le misure non confermate o integrate, il Fascicolo Sanitario Elettronico risulta ancora poco utilizzato (45,5% dei medici di base e 58,8% dei farmacisti), ma le società scientifiche hanno mostrato un maggior grado di implementazione (28,1%).

Per semplificare l’accesso ai farmaci, le raccomandazioni si concentrano sull’implementazione a livello nazionale della ricetta dematerializzata, del Fascicolo Sanitario Elettronico e di altre tecnologie sanitarie digitali come la telemedicina (teleassistenza, telemonitoraggio, tele-visita, tele-riabilitazione, tele-farmacia). Si propone anche l’adozione di piani terapeutici digitali (basati sul web) e procedure semplificate che permettano al medico di medicina generale di rinnovare e monitorare le prescrizioni.