Sono passati circa 40 secondi dal comandi di autodistruzione all’effettiva esplosione controllata del razzo Starship – il più grande mai progettato e lanciato in volo nella storia dell’umanità. Lo ha raccontato Elon Musk in occasione di una recente chat audio su Twitter.
Il fondatore di SpaceX, Elon Musk, ha condiviso ulteriori dettagli su ciò che è andato storto durante il primo lancio completo del razzo Starship e del booster Super Heavy ad aprile. Ma ad aver catturato l’attenzione dei media è un dato estremamente allarmante, forse all’origine dell’indagine aperta dalla FAA che rischia di paralizzare le attività di SpaceX per diversi mesi. Il comando di autodistruzione ha impiegato 40 secondi per funzionare, una latenza solo apparentemente breve, ma che potenzialmente avrebbe potuto causare una catastrofe. Quel genere di catastrofe che si verifica quando un razzo di 5000 tonnellate si schianta sul suolo perdendo componenti e frammenti nel processo.
Sebbene SpaceX abbia precedentemente dichiarato che l’unico obiettivo era il decollo iniziale, il sito Engadget scrive che in realtà «ovviamente molte cose sono andate storte». Il ritardo dell’autodistruzione non è stata l’unico problema registrato dopo il lancio dalla struttura di SpaceX a Boca Chica, in Texas. Dopo l’esplosione, i detriti del colossale veicolo sono caduti su circa 385 acri di terreno (in parte di SpaceX, in parte del pacro statale di Boca Chica). Elon Musk si è affrettato a precisare di «non essere a conoscenza di danni significativi per l’ambiente». E non abbiamo motivo di dubitare delle sue parole.
La FAA ha già annunciato che sta indagando sugli eventi. I nuovi test di Staship sono sospesi in un limbo, finché l’agenzia «non determinerà che nessun sistema, processo o procedura relativo all’incidente abbia influito sulla sicurezza pubblica».
Ma Elon Musk non tentenna. Il test? «Non solo è stato un successo, ma è anche andato largamente sopra le mie aspettative». E, anche su questo, non abbiamo motivi per dubitare delle sue parole.
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