Le ultime 24 ore sono state decisamente impegnative per Elon Musk, patron di Tesla, SpaceX e Twitter, nonché seconda persona più ricca del mondo. L’imprenditore ha perso quasi 13 miliardi di dollari in un solo giorno, come hanno riportato diverse testate in queste ore.
Ovviamente questo non significa che qualcuno abbia materialmente svaligiato la sua cassaforte. Elon Musk, come pressoché ogni altro miliardario, ha il grosso della sua ricchezza in asset di varia natura e soprattutto nella partecipazione azionaria nelle aziende che ha fondato o acquistato nel corso della sua vita. Ed è proprio dal tracollo in borsa di alcune delle sue più importanti aziende che dipende questo importante crollo verticale della sua ricchezza personale.
L’India Times ha segnalato, in ordine di importanza, tre motivi che hanno contribuito a ciò. Giovedì Tesla ha perso il 9,75% del suo valore in Borsa, a causa di un report trimestrale piuttosto deludente: la vendita delle auto sta andando benissimo, come abbiamo visto ad inizio del mese, ma in compenso l’azienda ha dovuto ridurre i margini ed ha ridotto in maniera importante i suoi utili netti. Il crollo in percentuale è a doppia cifra e questo chiaramente non fa dormire sonni tranquilli gli azionisti.
Nel report, Tesla ha aggiunto di voler puntare su volumi di vendita più elevati, anche se questo avviene a costo dei margini. L’azienda spiega di essere convinta che ogni auto venduta si traduce in un nuovo cliente inglobato all’interno dell’ecosistema di prodotti e servizi di Tesla. In sostanza, quel cliente dovrà acquistare ricariche per l’auto usando le stazioni Fastcharge, inoltre probabilmente acquisterà anche la guida semi-autonoma, oltre che altri servizi e optional digitali. Sul lungo periodo, dunque, la redditività di ciascun veicolo dovrebbe essere molto più alta del suo semplice prezzo di vendita. La tesi non ha convinto Wall Street e le azioni di Tesla sono crollate.
Nello stesso periodo, il razzo sperimentale di SpaceX, Starship, è scoppiato in volo. In realtà, come ha scritto Alessio Vissani proprio sulle pagine di Lega Nerd, il test è andato benissimo – oltre le più rosee aspettative – e l’esplosione era prevista, ma molti media hanno trattato l’evento in maniera approssimativa, facendo passare quello che è stato un traguardo storico come un incidente. Questo clima di sfiducia ha avuto conseguenze anche sul valore in Borsa delle aziende di Musk.
E poi Twitter: ieri il social ha iniziato a togliere la spunta blu a tutti i vecchi account verificati con il vecchio sistema Legacy ed è venuto fuori che davvero poche celebrity o aziende hanno deciso di pagare Twitter Blue per mantenere il loro status. Non è un buon segnale.